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I “VOLONTARI” NEGLI UFFICI PUBBLICI

La riflessione di Antonella Pellettieri

Primo Maggio. Auguri a tutti coloro che sono a servizio del pubblico e lavorano in quegli Uffici che offrono servizi ai cittadini. Costoro, anzi molti di costoro lavorano senza percepire uno stipendio: fanno volontariato. E preciso che si tratta di volontariato perché quando hai bisogno di informazioni o di qualche documento costoro fanno capire subito che quel che chiedi implica un gran lavoro e, se consegnano ciò che hai richiesto e ti danno la giusta informazione, devi ringraziarli con veemeza. Molti dicono che quel che hanno fatto, lo hanno fatto “perché sei tu!” e con questa espressione indicano che non era un loro compito ma lo han- no portato a termine lo stesso e “ti hanno fatto un piacere!”. Se qualcuno prova a dirgli che quello è il loro lavoro e sono pagati per svolgerlo a spese della comunità, noti sguardi arcigni e amari e capisci subito che, qualora avessi bisogno di quello stesso documento, dovrai aspettare che arrivi un’altra persona a svolgere quel compito perché l’offeso non muoverebbe un dito pur essendo il suo lavoro ma ti considera ingrato. A costoro vanno i miei auguri più sinceri ma mi preme porre gli auguri anche a coloro che non hanno lavorato mai, non hanno cercato mai un lavoro perché credono di appartenere a un genere di persone di livello intellettuale più alto rispetto agli altri. Ogni tanto ti sembra vederli impegnati in qualche progetto dove possono avere spazio solo altri esseri visionari, come si definiscono ora coloro che non hanno buone idee ma visioni per il futuro inconsuete, folli, miracolose, incomprensibili ai più. Costoro non lavorano ma portano a termine progetti visionari e, sinceramente, non so se sono festeggiati in altro giorno diverso dal 1° Maggio. In ultimo ma non perché ultimi molti auguri a colo- ro che “hanno famiglia”. A questi individui è consentita ogni azione sui luoghi di lavoro, ogni sgarbatezza, ogni tradimento, ogni recriminazione, ferie maggiorate, continui e ripetuti favori e se provi a dirgli che anche tu hai figli e una famiglia, si offendono e di- ventano cattivi e vendicativi perché il benessere della loro famiglia viene al di sopra di tutte le altre famiglie o del benessere degli altri colleghi. A tutti noi altri lavoratori “normali” ricordo il detto di San Benedetto, patrono d’Europa, ora et labora e …speriamo che ce la caviamo! A quelli che come me hanno un lavoro che implica scrivere molto e di continuo ricordo cosa si diceva degli amanuensi, saggiamente “tre dita scrivono, tutto il corpo lavora”

Di Antonella Pellettieri

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