PIANO DI RIEQUILIBRIO FINANZIARIO, OBBIETTIVI FORMALMENTE RAGGIUNTI
Provincia di Potenza, la Corte dei Conti ha individuato criticità nella mole milionaria dei crediti da riscuotere
Provincia di Potenza e Piano di riequilibrio finanziario pluriennale: nei limiti e con alcune prescrizioni, date le osservazioni prodotte, la Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti di Basilicata all’esito dell’ultima verifica eseguita ha rilevato come l’Ente abbia formalmente raggiunto gli obbiettivi di superamento, anche graduale, degli squilibri economici rilevati, attraverso azione volte anche al raggiungimento ed al consolidamento di una situazione di equilibrio strutturale di Bilancio. In particolare, tra le altre cose, la Corte dei Conti di Basilicata ha evidenziato che, pur potendosi ritenere formalmente conseguiti gli obiettivi fissati nel Piano di riequilibrio, la situazione riferita alla gestione dei residui mostra, nelle annualità 2020 e 2021, «segnali di preoccupazione». Il Consiglio della Provincia di Potenza, nel novembre del 2012, dispose di aderire alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, L’anno successivo, rideterminata la durata del Piano in 8 esercizi finanziari al posto degli originari 6. Nel 2014, l’approvazione del Piano da parte della Corte dei Conti. Tra le cause dell’individuato squilibrio economico, «la carenza di liquidità determinata dalla riduzione dei trasferimenti alle Province e dalla partecipazione di questi stessi Enti alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica». «La combinazione di queste misure – riportava la relazione – ha costretto la Provincia di Potenza ad utilizzare le risorse di cas- sa vincolate a specifica destinazione per poi ricorrere, nel 2012, ad anticipazioni di tesoreria rimaste parzialmente inestinte». Negli anni poi, la Provincia di Potenza «ha sempre lamentato l’entità dei tagli operati dal Governo in suo danno», come fece per le riduzioni dal complessivo ammontare di circa 23 milioni di euro, in riferimento al triennio 2010-2012. Tra le tare del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, il debito con la Cassa depositi e prestiti. La Provincia, a seguito del relativo Decreto legge del 2013, ha beneficiato dell’anticipazione di liquidità presso la Cassa Depositi e Prestiti per un importo complessivo 9 milioni e 312 mila euro: restituzione completa dell’anticipazione è prevista in 29 anni decorrenti dall’anno successivo all’erogazione, con imputazione degli interessi. Anticipazione con- cessa attraverso due erogazioni: fine prevista per l’estinzione, il 2042. Data le complicazioni contabili verificatesi per effetto della pandemia Covid-19, la Provincia ha mostrato l’interesse alla rinegoziazione del debito, con posticipazione del ter- mine finale al 2051. Il Collegio dei revisori, nella relazione finale sullo stato di attuazione del Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, ha riportato come il Piano risultasse completato al dicembre del 2020 e come, al dicembre dell’anno successivo, il 2021, il saldo di cassa fosse pari a 7 milioni di euro di cui oltre 4 milioni e mezzo di euro di quota vincolata non utilizzata. Ma come anticipato, la Corte dei Conti, pur ritenendo formalmente conseguiti gli obiettivi fissati nel Piano di riequilibrio pluriennale, ha individuato nella gestione dei residui, attivi e passivi, crediti e debiti, una costante criticità. Ciò soprattutto per via del- la «perdurante sussistenza di una mole rilevante di residui attivi antecedenti al 2015». Il riferimento temporale è di primaria importanza poichè i soldi da incassare, pur se vantati nei confronti di Pubbliche amministrazioni e, di regola, non soggetti a svalutazione, rischiano di rivelarsi correlati ad entrate prive a monte dei presupposti per l’accertamento o rischiano di esser comunque divenuti insussistenti per causa sopravvenuta. Cioè non il rischio di inesigibilità del credito, ma il rischio di “insussistenza”. Sull’anzianità dei crediti da riscuotere, al 31 dicembre del 2021, su complessivi residui attivi per oltre 107 milioni e 500 mila euro, quelli che si riferiscono al 2016 più gli anni precedenti sono stati calcolati in 79 milioni e 506 mila euro. Per questo la Corte dei Conti ha espresso alla Provincia di Potenza una serie perplessità in ordine alla effettiva sussistenza di tali crediti, «in grado di compromettere la stessa configurazione dell’Ente quale soggetto creditore dei relativi importi». Tra l’altro, in relazione al- lo squilibrio nella gestione dei residui attivi e passivi di parte corrente, la gestione di cassa ha fatto emergere una velocità dei pagamenti «di gran lunga superiore alla velocità di riscossione, si rileva una differenza di oltre 10 milioni di euro». La gestione dei residui ha esposto, invece, un differenziale di parte corrente di oltre 20 milioni di euro, che «rappresenta la quota ancora da riscuotere rispetto ai pagamenti già effettuati a dimostrazione che il fondo cassa è per la quasi totalità di natura vincolato». Non può, di conseguenza, la Provincia di Potenza non provvedere a valorizzare il Fondo crediti dubbia esigibilità per un importo adeguato al rischio insussistenza. Partita formalmente chiusa, ma sostanzialmente non del tutto. Alla Corte dei Conti di Basilicata, la Provincia di Potenza resta sotto osservazione della Sezione di Controllo e dell’ottimo Procuratore regionale Vittorio Raeli.