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SETARO HA PERSO LA TESTA

Muro Lucano Mariani supera in stile il sindaco uscente che accusa il colpo e arranca. Tra Partito democratico e nuovi copia e incolla (?) alla confusa ricerca del bis

Dice di essere di destra Giovanni Setaro, ha anche una tessera di partito in tasca. Dovrebbe sapere il sindaco di Muro Lucano che se c’è una cosa che anche il più ardimentoso giovanilista a destra ha sempre preservato è il rispetto di chi ha qualche anno in più e qualche esperienza in più da poter insegnare. L’età non da il diritto ad avere sempre ragione né rende infallibili, non si è obbligati a condividere le idee di chi è più anziano ma il modo con cui ci si rivolge, il tono con cui si parla, la modalità con la quale ci si contrappone denota e demarca la qualità del giovane che si rivolge al più anziano. Esiste una differenza di stile che non si può non sottolineare e che emerge sotto gli occhi senza nessuna necessità di analisi tra quel “Caro Rocco ti scrivo” con il quale nella totale discrezione e senza cercare né applausi né visibilità Gerardo Mariani chiedeva a Rocco Leone di occuparsi della questione dell’ospedale di Muro Lucano e i toni arroganti e prepotenti che utilizza Setaro nel suo comunicato stampa.

LA CLAVA DI SETARO

Utilizza la clava della replica Setaro ignorando che non è Mariani a pubblicare il suo scritto ma noi a prenderne atto e renderlo noto. Noi non siamo interlocutori politici di Setaro, non concorriamo alle elezioni comunali di Muro Lucano. Facciamo cronaca e raccontiamo i fatti, commentiamo la politica. Utilizza la clava dell’aggressione verbale Setaro quando dice «il perenne Candidato Sindaco Mariani che, dopo oltre 60 anni di vita politica rende pubblica una sua autobiografia che parte dall’intera esistenza ardimentosamente vissuta alla Robin Hood, immolata e sacrificata alla sacra missione del “bene comune”, fino a “Le Mie Prigioni” del martire carbonaro Silvio Pellico, passando per il ruolo di generoso estensore di accorate missive all’indirizzo di non si sa chi allo scopo di dimostrare nel tempo la sua esistenza in vita” in cui la caduta di stile di ironizzare sulla ingiusta detenzione di un innocente denota la qualità dello scrittore. Neanche Travaglio avrebbe mai ironizzato sulla de- tenzione di Enzo Tortora. Un innocente che subisce un processo e che viene privato della libertà da innocente è una vittima della giustizia che merita rispetto e come tale andrebbe trattato. Setaro ricorda “le mie prigioni” ed ironizza su di esse. Dovrebbe chiedere scusa per aver impostato la sua campagna elettorale di cinque anni fa su un processo a carico di un innocente. Si finge l’Antonio del Giulio Cesare di Shakespeare Giovanni Setaro quando parla delle “sue innumerevoli vicissitudini giudiziarie, alcune ancora in itinere che, per quanto ci riguarda, restano sue esclusive questioni personalissime di scarso interesse generale ergendosi a novello e redivivo Giordano Bruno ingiustamente mandato al rogo dal Tribunale dell’Inquisizione” fingendo di voler negare di parlare delle indagini mentre le cita. Il discorso di Antonio sul cadavere di Cesare è costruito interamente così ma Setaro non è nè Shakespeare né Antonio e questo gioco di parole e di argomentazioni è fatto in modo troppo grossolano per non essere scoperto da un cronista poco più che smaliziato.

L’IMPEGNO DI GERARDO MARIANI ANCHE DA PRIVATO CITTADINO

«Se i problemi si potessero risolvere con le corrispondenze epistolari, per quante ne ha prodotte Mariani dagli inizi degli anni ’70 ad oggi in qualità di Amministratore Locale, Regionale e Vertice di Enti Strumentali, oggi Muro Lucano sarebbe la più fiorente Svizzera» scrive Setaro nella sua nota per evidenziare che nessun merito ha il suo avversario nella soluzione dei problemi della sua cittadina. Certo Mariani aveva solo lo strumento della penna e delle sue relazioni per poter chiedere alla politica di intervenire per Muro. Mariani lo ha usato. Non sappiamo se è stato risolutivo ma certamente da un sindaco che dovrebbe essere il sindaco di tutti, ci saremmo aspettati un ringraziamento per l’impegno profuso dal suo avversario.Qualcuno ricordi a Giovanni Setaro che è il sindaco anche di Gerardo Mariani e lo è stato per cinque anni e, se un cittadino privato decide di suo pugno di scrivere ad un assessore regionale per un aiuto per il Comune in cui vive, il sindaco lo dovrebbe ringraziare per aver usato tutte le forza di cui disponeva per portare benefici alla propria terra. Aveva solo l’arma della penna e quella ha usato. È stato utile? Non spetta a noi giudicare l’efficacia delle azioni. Possiamo solo dire che è un gesto d’amore gratuito nei confronti della cittadinanza. Il primo cittadino avrebbe potuto almeno dire grazie per questo gesto d’amore e di generosità. Evidentemente l’odio politico acceca Setaro. Non è un bel segnale per uno che è stato il sindaco di tutti e aspira ad esserlo di nuovo.

LA CAMPAGNA ELETTORALE COME UNICO ORIZZONTE

«La nostra campagna elettorale – scrive Setaro – proseguirà nell’illustrare alla nostra gente i risultati già acquisiti, il nostro desiderio di dare continuità alla nostra azione amministrativa nei prossimi 5 anni e portare a compimento un lavoro di rinascita che ci ha visti camminare assieme ai nostri cittadini uniti dall’unico scopo di restituire ai nostri figli un paese finalmente purificato dalle tossicità pregresse ed a misura di uomo, di cittadino e più funzionale alle esigenze soprattutto delle famiglie» e invita i cittadini ad andare sul sito per vedere programma e azioni compiute. La speranza da parte nostra è che almeno quello non sia stato copiato da qualche sito internet di frasi famose come già accaduto per gli auguri di Natale e diverse altre occasioni solenni. «È la migliore risposta che si possa fornire a chi non ha più nulla -per fortuna collettiva- da dire a Muro Lucano se non fornire fantasiosi ricordi di quel che fu o di quel che avrebbe voluto essere» conclude Setaro con il piglio del ragazzino che si finge uomo navigato. Una conclusione degna dell’avvio e indegna del ruolo di primo cittadino che, invece, dovrebbe ricordare di essere in campagna elettorale e che saranno soltanto i cittadini a decidere se Mariani non ha più nulla da dire. Certamente possiamo dire con certezza che senza nessuna ricerca di visibilità e solo per amore del suo paese, nel periodo sul quale Setaro ironizza con “le mie prigioni”, Gerardo Mariani ha cercato di fare qualcosa per il comune di cui non era più sindaco ma che, evidentemente, continuava a sentire come suo. Se tutto ciò sia tanto o poco non sta a noi deciderlo ma neanche a Setaro. Lo decideranno i cittadini di Muro Lucano tra poche settimane. Arrogarsi il diritto di decidere chi abbia qualcosa da dire e chi non abbia questo diritto è stato l’errore della sinistra italiana dei salotti. Errore che, evidentemente, il meloniano Setaro ha appreso dai suoi compagni di lista che vengono dal Pd.

Di G. Limone

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