POTENZA, IL CITTADINO ONORARIO MUSSOLINI
Il quasi centenario di Gustavo Limone
Non tutti i potentini sanno che oggi sono esattamente 99 anni che Benito Mussolini è loro concittadino onorario. La cittadinanza onoraria al “Capo del Governo e Duce del fascismo” venne concessa il 9 Maggio 1924 dal commissario prefettizio Cav. Dott. Antonio Antonucci. «Considerato che i plebiscitari risultati delle elezioni politiche del 6 Aprile in questo capoluogo rivelarono, nell’imponente affluenza alle urne giammai verificatesi nei precedenti comizi, la generalità e la profondità del consenso cittadino al Governo Nazionale. Considerato che questi sentimenti di illimitata fiducia nel governo di Benito Mussolini sono oggi radicati indistruttibilmente nell’animo di ciascun cittadino potentino, dopo che sono stati assicurati al capoluogo della Provincia maggiori vantaggi per la risoluzione dei più gravi problemi cittadini, quali le case popolari, il Palazzo di Giustizia, il completamento della fognatura e dell’acquedotto, la costruzione della Scuola Industriale etc…». Scriveva così il Commissario Prefettizio specificando che intendeva così «esprimere al Capo del Governo il sentimento generale di tutti i cittadini, qual è quello di poter numerare tra loro il cittadino di tutte le città d’Italia, di Colui che ha voluto e saputo considerarle con lo stesso amore e con la stessa sollecitudine che nutre per la sua città nativa».
LE ELEZIONI DEL 1924
Alle elezioni del 1924, cui la lettera del Commissario Prefettizio di Potenza fa riferimento, furono le ultime elezioni democratiche prima della dittatura fascista e videro la Basilicata inserita nel collegio elettorale Calabria-Basilicata. Il sistema elettorale con le preferenze favorì l’elezione di parlamentari calabresi tra i quali spicca il nome di Titta Madia, fascista eletto nelle fila del Blocco Nazionale bisnonno dell’ex ministro per la Pubblica Amministrazione Giovanna Madia. Furono soltanto tre i deputati lucani eletti alla Camera dei deputati, i fascisti Arduino Severini di Melfi e il segretario del Partito Nazionale Fascista il santarcangiolese Nicola Sansanelli. Unico non appartenente al Blocco Nazionale tra i lucani eletti fu il liberale di Montescaglioso Francesco D’Alessio che, poi, divenne sottosegretario durante il Governo Mussolini e che volle l’istituzione della Provincia di Matera.
LA BASILICATA DI SANSANELLI
Negli anni della marcia su Roma, uno degli uomini più vicini a Mussolini fu proprio Nicola Sansanelli, nato a Sant’Arcangelo. Il nostro corregionale, infatti, fu uno dei grandi protagonisti della marcia su Roma guidando le camice nere da Napoli, prima vicesegretario e, poi, segretario nazionale del PNF fu capo del Partito Fascista in Basilicata e, dopo la morte di Aurelio Padovani anche reggente delle federazione fascista di Napoli. Avvocato prestigioso del foro di Napoli da Presidente del Direttorio Fascista degli Avvocati di Napoli evitò l’epurazione degli avvocati ebrei istituendo un albo che consentisse loro di proseguire lo svolgimento della professione. Grazie a Sansanelli e al suo prestigio, infatti, soltanto nel 1942 furono applicate le leggi razziali nel capoluogo campano.
GLI ANNI DEL CONSENSO A POTENZA, IL COMMISSARIO DEL RISANAMENTO
Antonucci, il commissario prefettizio che concede la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, è insieme al suo successore il podestà Emanuele Giocoli, quello che inizia il risanamento di Potenza e che, per primo, si pone il problema dei sottani del centro storico ancora abitati in condizioni scarsamente igieniche dai Contadini del Capoluogo. Furono proprio Antonucci e Giocoli, infatti, a procedere alla creazione del piano regolatore che, nello svuotare i sottani del centro storico, prevedeva la realizzazione del quartiere di Santa Croce, delle palazzine INCIS e dei villaggi rurali in prossimità della città capoluogo. Un piano di rinnovamento che, a leggere le parole di Antonucci, riscosse il consenso della popolazione o, quanto meno, della sua classe dirigente che, infatti, fece voti unanimi per chiedere a Benito Mussolini di diventare cittadino onorario di Potenza. Cittadinanza che ancora permane a tutt’oggi, considerato che né i sindaci della Democrazia Cristiana, né quelli di centrosinistra, né Mario Guarente hanno mai pensato di revocarla.
UNA PAGINA DI STORIA
Comunque la si pensi è una pagina di storia e, così, ancora prima di Emilio Colombo la città capoluogo può annoverare tra i suoi cittadini illustri, seppure in modo onorario, il Cav. Benito Mussolini, capo del Governo e Duce del Fascismo con la peculiarità di aver concesso la cittadinanza molto prima che il fascismo si trasformasse in dittatura e la Monarchia Costituzionale mutasse pelle in un regime.
Di Gustavo Limone