CAMPAGNA ELETTORALE DESOLANTE: PROPOSTE?
L’editoriale di Maria Fedota
Una campagna elettorale può basarsi su messaggi positivi che evidenzino le pro- poste o su messaggi negativi per mettere in cattiva luce gli avversari. Ma l’efficacia dipende anche delle caratteristiche dei destinatari. Non stupisce: questa campagna elettorale è dominata da un machismo esasperante, sebbene sia la prima dove una donna, Giorgia Meloni, è la prima Piemer donna in Italia. Ovunque, le donne che oggi si candidano alle elezioni sono molte di più rispetto al passato, con risultati di portata storica in paesi diversissimi tra loro quali gli Stati Uniti, il Brasile, lo Sri Lanka, il Messico e Gibuti, dove il numero di donne elette nei parlamenti nazionali o negli organi rappresentativi a livello locale è cresciuto significativamente. Al contempo, gli atti di violenza politica (inclusa la violenza digitale) che prendono di mira le donne hanno raggiunto livelli senza precedenti. Le donne di tutti gli schieramenti sono tornate protagoniste. Non però per quanto fanno o per i risultati che ottengono, quanto per gli attacchi di cui sono oggetto: le avvilenti considerazioni sulle donne-sindache; gli insulti volgari riferiti all’aspetto fisico; alle allussioni di genuflessione o addirittura ammiccamenti per intendere che una candidata sia particolarmente “amica” del politico di turno. Quello successo a Scanzano Jonico a Felicetta Salerno è solo l’ultimo in ordine di tempo di una lunga serie di epiteti che in questa campagna elettorale lucana abbiamo ascoltato. Il dibattito politico, negli ultimi giorni, sta toccando nuovi e preoccupanti livelli. Dietro a tutto questo c’è quasi sempre la solita, vecchia idea: quella che la politica, specie nei ruoli decisionali, non sia per le donne. Non è infatti solo una questione di forma. Attacchi di questo genere diventano sostanza in un Paese in cui secondo l’Istat un terzo delle donne nel corso della vita subisce violenza, verbale o fisica. Finiscono infatti, inevitabilmente, per alimentare e dare legittimazione allo svilimento e alla discriminazione delle donne nella società, nel mondo del lavoro, nelle istituzione, nella vita politica e nei media. In questi anni si sono compiuti molti sforzi e molti altri se ne devono ancora fare affinché, anche in Italia, si possa raggiungere una parità tra donne e uomini. Una parità intesa come possibilità di incidere e cambiare la società e come possibilità di mettere il proprio talento e la propria intelligenza liberamente al servizio dello sviluppo economico, sociale e politico delle nostre città e del nostro Paese. In questi utlimi giorni di campagna elettorale noi vorremmo vedere più proposte e meno attacchi, perchè la democrazia è frutto di idee non di offese.