MENSE, «NORME VIOLATE»
L’annullamento: bando sbagliato su attribuzione punteggi e requisiti d’
esecuzione
Potenza, refezione scolastica: la gara non s’ha da fare. L’ultima nel 2014, dal 2018 si va in proroga
Servizio di ristorazione scolastica per gli alunni delle scuole dell’infanzia, delle prima- rie e secondarie di 1° grado del Comune di Potenza: sull’appalto scaduto dal 2018, e dallo stesso anno a tutt’oggi in proroga alla Società cooperativa Multiservice Sud, con l’annullamento in autotutela della gara che era in corso, anche se «ancora nella fase iniziale», c’è stato un clamoroso ritorno al passato di oltre 4 anni. Il caos del Comune appare chiaro: mancava un ultimo tassello, il fumus d’illegittimità, che adesso c’è. Per mesi e mesi, Commissione giudicatrice e Comune si sono interrogati su come risolvere un primo enigma riguardante i criteri di attribuzione dei punteggi alle offerte. Vagliando vagliando, inoltre, sono emerse criticità anche in relazione a taluni requisiti di esecuzione del servizio di refezione scolastica. Per la Multiservice Sud, scaduta dal 2018, intanto, prima un’altra proroga da gennaio scorso al 1° aprile, e poi, nel mentre Commissione giudicatrice e Comune invischiate nelle sabbie mobili dei “buroatti”, la seconda proroga del 2023, dal valore di 300 mila euro, fino a fine anno anno scolastico, ovvero fino alla fine del prossimo giugno. L’ultima proroga della proroga, conteneva, sull’appalto che in teoria prevedeva l’avvio del servizio di ristorazione scolastica col nuovo aggiudicatario già dal mese di settembre 2022, una predi- zione puntualmente disattesa, ovvero la «presumibile possibilità che il procedimento di gara si concluda entro giugno 2023». Poco più di un mese, dopo, nel corrente maggio, il gran finale: l’annullamento, in autotutela, di tutta la procedura di gara, inclusi atti approvati ed allegati che ne costituiscono parte integrante ed essenziale. Il tassello mancante erano le motivazioni a fondamento dell’annullamento in autotutela: ora ci sono e con esse il disastro amministrativo può dirsi compiuto con climax ascendente al suo apice. Nel settembre del 2021, una nuova gara per l’individuazione del nuovo aggiudicatario sostituì quella incompiuta varata nel 2018. Pochi mesi dopo, nel di- cembre dello stesso anno, apportate «modifiche indispensabili» agli atti dell’appalto «al fine di garantire il favor partecipationis». A febbraio 2022, furono approvate ulteriori modifiche agli atti di gara dall’importo a base d’asta di oltre 3 milioni di euro. Verrebbe naturale desumere che dopo la lunga analisi dei documenti, da settembre 2021 a febbraio 2022, che già aveva prodotto 2 interventi integrativi, fosse tutto in ordine. E invece no. Anche se fino allo scorso settembre, all’apparenza, tutto, seppur con un anomalo ritardo di 4 anni rispetto al 2018, regolare. Nell’aprile dell’anno scorso è scaduto, per la platea di operatori economici interessati, il termine ultimo utile all’invio dell’offerta. Poi, la nomina della Commissione giudicatrice con prima seduta convocata a fine agosto. Da settembre il vuoto. Vari i problemi. Per l’appalto da aggiudicare secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, criticità relative all’assegnazione dei punteggi con potenziale pregiudizio dei principi di non discriminazione, di parità di trattamento e di trasparenza. Cioè la Commissione giudicatrice, in estrema sintesi, ha rappresentato problematiche relative sia ai requisiti di esecuzione che all’assenza di sub criteri o pesi per l’attribuzione del punteggio. Dopo mesi di studio, dall’agosto scorso, il verdetto: è emersa «una illegittima commistione tra requisiti di partecipazione e criteri di valutazione la cui applicazione, peraltro impedita dalla mancata previsione di specifici sub criteri o pesi, risulterebbe in violazione delle norme di settore». Bando sbagliato, data la « violazione di specifiche disposizioni della normativa di settore», più l’opportunità di «evitare ogni possibile contenzioso in relazione all’applicazione dei criteri definiti nel Disciplinare di gara», uguale: annullamento in via di autotutela di tutta la procedura di gara. Si ritorna precisamente a oltre 4 anni fa: settembre 2018, il servizio di ristorazione scolastica per gli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I° del Comune di Potenza in proroga alla Multiservice Sud e oltre a non esserci, evidentemente, il nuovo affidatario, non c’è, proprio come in quel lontano settembre, neanche la gara. A fronte di un quadro così dissestato, l’applicato ricorso all’esercizio del potere di autotutela per salvaguardare il buon andamento della Pubblica amministrazione, appare un concetto astratto oltre che, come da natura stessa dell’intera vicenda, non sostenibile neppure in linea teorica.