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LA “MARCIA” DI SANTORO TRAVOLGE TGR BASILICATA

Continuano le polemiche sulla manifestazione

Dal lato buono, la marcia “Staffetta per la Pace” promossa dai pacifisti con in testa Michele Santoro è positiva. Messaggi condivisibili, come mostrare “solidarietà al popolo ucraino” e “mettere fine al massacro, cessare il fuoco e dare inizio a una trattativa”. Tuttavia rischia di diventare la solita minestra riscaldata che fa di tutta un’erba un fascio o peggio perché c’è sempre, puntuale, un “ma”. E così: “Putin è il responsabile dell’invasione ma la Nato, con in testa il presidente degli Stati Uniti Biden, non sta operando soltanto per aiutare gli aggrediti a difendersi, contribuisce all’escalation e trasforma un conflitto locale in una guerra mondiale stri- sciante”. Santoro dixit. E’ la riproposizione del refrain stantio di chi si erge a giudice fingendo di essere super partes. Il racconto della manifestazione ha infatti sollevato non poche polemiche in questi giorni. Per molti, come riportano le maggiori testate nazionali le qiestioni sarebbero principlamnte due: scorrendo l’elenco dei firmatari dell’appello promosso dal conduttore tv, mancavano tutti i principali animatori del mondo pacifista e antimilitarista che in questi anni hanno fatto la differenza sul tema. E come se non bastasse il giorno scelto per la manifestazione, il 7 maggio, era già in programma (organizzata da mesi) un’altra marcia pacifista, 10 mila partecipanti, tra Bergamo e Brescia, le due città italiane della cultura del 2023. Non è infatti un caso che la manifestazione promossa da Santoro in queste ore è il tema principale su cui aprono numerose trasmissiini Tv. Eppure la notizia della marcia per la pace in Basilicata dalla Tgr regionale è stata addirittura lanciata come notizia di apertura nell’edizione delle 14. Una scelta, certamente libera dei giornalisti della Tgt Tre Basilicata, ma che ha mosso diverse critiche. Come riportato da queste colonne il giornalista e scrittore lucano Gianfranco Blasi ha infatti dalle sue pagine social lanciato delle ossevazioni sulla scelta della Tgr Basilicata: «Il servizio di apertura del TG RAI della Basilicata di domenica scorsa alle 14,00 è stato dedicato ad una marcia organizzata dal giornalista Michele Santoro. Una manifestazione anti occidentale e soprattutto contraria al sostegno politico, finanziario e militare all’Ucraina» scrive Blasi che aggiunge: «Liberi i giornalisti della Tgr di Basilicata di scegliere come impaginare il loro giornale. Libero io di criticare il presupposto che il servizio pubblico renda equivoci i termini di pace, guerra, resistenza, invasori, libertà, democrazia e regimi. Dare una notizia minore ci sta. Tutte le notizie hanno diritto di cittadinanza. Darla con l’enfasi della prima pagina non è accettabile. Si rischia la mistificazione di fatti e realtà». Non solo. Blasi evidenzia come «L’art. 52 della nostra Costituzione ci ricorda che è sacro dovere del cittadino difendere la patria. Chi invade una nazione ne mina la sovranità popolare. Su queste cose non possono esserci dubbi. È il presupposto della Festa del 25 Aprile. Il servizio pubblico della RAI di Basilicata ne dovrebbe essere partecipe, anche nella funzione più alta di pedagogia giornalistica rispetto ai valori fondanti della Repubblica». La scelta editoriale del caporedattore della Tgr Basilicata Cosentino di portare la notizia in prima pagina in realtà trova non solo in Blasi qual- che critica ma anche in molti altri cittadini. Il messaggio lancitao fuori dall’iniziativa nel modo in cui è stata organizzata non è piaciuta neanche alle associazioni di “rete italiana pace e disarmo” che accusano le iniziative del giornalista: «la sua staffetta è estemporanea, meglio azioni concrete». Probabilmente come sollevato dalle varie associazioni il “purchè se ne parli” non pare essere l’arma vicente in questo caso. Come specificato anche da Blasi con queste notizie è molto facile poter scivolare nella diffusione di un messaggio incompleto o furviante per i telespettatroi. La scelta della Tgr Basilicata probabilmente potrebbe apparire tale in contesto come questo e la linea dettata dal caporedattore Cosentino potrebbe davvero apparire come una mistificazione della realtà.

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