SERGIO MATTARELLA : VISITA DI STATO NEL REGNO DI NORVEGIA
Conclusa la Visita di Stato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Regno di Norvegia (10-12 maggio)
Visita di Stato nel Regno di Norvegia 🇳🇴
Conclusa la Visita di Stato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Regno di Norvegia (10-12 maggio).
Il 10 maggio, al suo arrivo a Oslo, Mattarella ha salutato il personale dell’Ambasciata italiana e una rappresentanza della collettività italiana.
Giovedì 11 maggio il Presidente Mattarella è stato accolto al Palazzo Reale da Sua Altezza Reale il Principe Ereditario del Regno di Norvegia, Magnus Haakon, e da Sua Maestà la Regina Sonja.
Dopo aver assistito all’esecuzione degli Inni ed aver ricevuto gli onori militari, ha avuto un colloquio con il Principe Ereditario.
Mattarella e i Reali si sono trasferiti, quindi, alla Fortezza Akershus per la cerimonia di deposizione di una corona.
Il Presidente Mattarella si è recato al Parlamento dove ha incontrato il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Masud Gharahkhani ed è stato ospite a colazione del Primo Ministro del Regno di Norvegia, Jonas Gahr Støre, al palazzo di Rappresentanza del Governo.
La giornata é proseguita con la visita al Museo Nazionale. In serata, il Pranzo di Stato offerto in onore del Presidente Mattarella da Sua Altezza il Principe Ereditario e da Sua Maestà la Regina di Norvegia.
Venerdì 12 maggio il Capo dello Stato si è racato al Politecnico di Trondheim dove ha partecipato alla sessione conclusiva del seminario “Greening the future” che ha previsto gli interventi del Principe Ereditario e del Presidente della Repubblica.
A Trondheim Mattarella ha incontrato il Sindaco, ha visitato il Palazzo Arcivescovile e ha assistito al concerto dell’amicizia alla Cattedrale per poi far rientro a Roma.
Oslo/Trondheim , 10/05/2023 12/05/2023 (II mandato)
VISITA DI STATO NEL REGNO DI NORVEGIA
Conclusa la Visita di Stato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel Regno di Norvegia (10-12 maggio). Il 10 maggio, al suo arrivo a Oslo, Mattarella ha salutato il personale dell’Ambasciata italiana e una rappresentanza della collettività italiana. Giovedì 11 maggio il Presidente Mattarella è stato accolto al Palazzo Reale da Sua Altezza Reale il Principe Ereditario del Regno di Norvegia, Magnus Haakon, e da Sua Maestà la Regina Sonja. Dopo aver assistito all’esecuzione degli Inni ed aver ricevuto gli onori militari, ha avuto un colloquio con il Principe Ereditario.
Brindisi del Presidente della Repubblica italiana in occasione della Visita di Stato nel Regno di Norvegia
Oslo, 11/05/2023 (II mandato)
Maestà,
Altezze reali,
Signore e Signori,
desidero innanzitutto rivolgere un pensiero a Sua Maestà il Re, a cui rivolgo, insieme a mia figlia Laura, un augurio di pronta guarigione.
Ringrazio Sua Altezza Reale per le calorose parole di benvenuto e per l’accoglienza che, insieme a Sua Maestà la Regina, ci ha riservato al nostro arrivo a Oslo.
Sono estremamente grato per i sensi di amicizia e di stima con i quali sono stato accolto.
La stessa amicizia e stima che ho potuto testimoniare per mia parte in occasione della visita che le Loro Maestà compirono in Italia nel 2016.
Stasera, nella cornice di questo magnifico Palazzo Reale e di fronte a questa presenza di ospiti, si conferma in tutta la sua evidenza il fortissimo legame tra i nostri due Paesi e tra i nostri due popoli.
Altezza Reale,
norvegesi e italiani, in epoche distanti ed in periodi diversi tra loro, si sono spinti nell’esplorazione dei mari e dei continenti ben al di fuori di quello europeo, alla ricerca di nuove terre, di nuove rotte per i propri commerci e di nuovi rapporti con altri popoli.
Queste traiettorie parallele sono poi giunte a intersecarsi nel secolo scorso, quando Umberto Nobile e RoaldAmundsen congiunsero le proprie forze, la propria esperienza e la propria conoscenza e coraggio, nella memorabile impresa del primo volo umano sul Polo Nord.
L’Artico ha rappresentato a lungo un’area di cooperazione in nome della pace tra gli Stati e dell’esplorazione da parte del genere umano.
Non a caso l’Italia ha voluto essere osservatore partecipante nel Consiglio Artico, uno dei luoghi dove si gioca il futuro degli equilibri ambientali del mondo.
Nel solco di Nobile e Amundsen sono state aperte strade e collaborazioni che cento anni dopo, così come allora, i nostri Paesi desiderano condividere e sviluppare.
Domani, nella storica città di Trondheim, avrò modo di toccare con mano una delle nuove frontiere della nostra cooperazione, quella delle energie rinnovabili.
Al Politecnico di Trondheim ricercatori norvegesi e italiani lavorano fianco a fianco per trovare soluzioni innovative in grado di garantire al nostro pianeta una crescita sostenibile.
Già oggi, qui nella vostra capitale, ho potuto apprezzare i tanti segni di incontro tra i nostri popoli e le nostre culture.
Sono grato a Sua Maestà la Regina e a Sua Altezza Reale per averci voluto accompagnare nella visita del Museo Nazionale, che è espressione di questo scambio proficuo.
Si tratta del Museo che vanta il maggior numero di opere di Artemisia Gentileschi fuori dall’Italia, e uno studio italiano ha curato l’allestimento del Museo stesso.
Mi ha colpito anche come nel porto interno di Oslo, fluttuante sull’acqua in mezzo al fiordo, sia installata una scultura dell’artista italiana Monica Bonvicini: iceberg, specchio, nave, a un tempo. Rappresentazione della mutevolezza dell’ambiente e della sua forza, della grandiosità del Nord.
Allo stesso modo, riecheggiano in Italia l’arte e la cultura norvegesi: numerose sono le tracce lasciate dagli anni vissuti nel nostro Paese da Henrik Ibsen, così come quelle della grande scrittrice Sigrid Undset, che vinse il premio Nobel per la letteratura due anni dopo l’italiana sua contemporanea Grazia Deledda. Due donne che, dai poli opposti d’Europa, affrontarono, in anticipo sui tempi, i temi dell’emancipazione femminile e dell’impegno sociale, esempi di un coraggio di cui oggi ancora si avverte il bisogno.
Altezza Reale,
oltre un secolo fa, Fridtjof Nansen, esploratore polare, scienziato, primo Alto Commissario per i rifugiati della Società delle Nazioni e, poi, Premio Nobel per la Pace – alla memoria del quale sono oggi dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di Milano – pronunciava queste parole:
“La storia della razza umana è una lotta continua dalle tenebre alla luce”.
Oggi, Norvegia e Italia sono unite nella lotta contro le tenebre che l’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina cerca di portare nel nostro continente.
Insieme, nell’Alleanza Atlantica, difendiamo la nostra comune visione di una comunità internazionale fondata sul multilateralismo, sul rispetto della indipendenza e della sovranità di ciascuno Stato, sui valori di libertà e democrazia e sulla salvaguardia della dignità umana e di quei diritti fondamentali che consideriamo irrinunciabili, e quindiincomprimibili.
Di fronte alle gravi minacce al mondo che insieme abbiamo costruito dopo le sofferenze della Seconda Guerra Mondiale, Norvegia e Italia, assieme agli altri Paesi della comunità internazionale e ai propri partner in Europa, non sono rimasti inerti.
È proprio nella immediata risposta a queste sfide che i nostri Paesi hanno dato concreta prova di voler garantire in maniera inequivoca la difesa della democrazia e dei propri valori fondamentali, e di saper interpretare al meglio il proprio ruolo storico di sostenitori della libertà e della pace, per sé stessi e per i membri di tutta la più grande comunità internazionale.
Altezza Reale,
È con questo stesso spirito che – ne sono certo – i nostri Paesi sapranno procedere uniti nel loro percorso futuro, grazie alla solidità del sostegno reciproco e alla preziosa collaborazione che ne contraddistingue il rapporto.
Con questi sentimenti, levo il calice all’amicizia tra i nostri Paesi e i nostri popoli, mentre formulo, a nome della Repubblica Italiana, i migliori auguri di guarigione a Sua Maestà il Re e di benessere a tutta la Famiglia Reale eai cittadini del Regno di Norvegia.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia di Trondheim in occasione della visita di Stato nel Regno di Norvegia
Trondheim, 12/05/2023 (II mandato)
Altezze Reali,
Autorità,
Illustre Rettrice Borg,
Signore e Signori,
Care studentesse e cari studenti,
desidero ringraziare per l’invito rivoltomi dall’Università di Trondheim – Ateneo di grande prestigio – e per l’accoglienza riservatami.
Prima di giungere in questo splendido luogo, ho avuto l’opportunità di apprezzare il carattere innovativo di alcuni importanti progetti di ricerca qui realizzati, in particolare nell’ambito delle energie rinnovabili e delle tecnologie verdi.
Si tratta delle tematiche al centro del seminario di oggi , il cui titolo “Rendere verde il futuro” rappresenta sia un auspicio, sia, in realtà, una sfida ineludibile.
Le nostre società hanno, infatti, preso pienamente coscienza dei drammatici effetti provocati dai cambiamenti climatici che impongono a tutti noi un ripensamento radicale dei fondamenti dei nostri sistemi di vita, di quelli economici e produttivi.
Vi si è aggiunta l’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina che ci ha anche reso del tutto consapevoli del valore strategico delle risorse energetiche.
Non soltanto per il loro gravoso impatto economico, particolarmente in tempo di crisi, ma perché la sicurezza e il futuro delle nostre comunità passano anche attraverso la sicurezza e l’indipendenza energetica.
Le gestioni delle risorse energetiche, così di come di quelle alimentari, non possono essere una forma impropria di pressione e di minaccia contro l’autonomia e l’indipendenza di altri popoli.
Si tratta di beni che Paesi come i nostri, che credono fermamente nel multilateralismo, non possono che affidare ad ambiti di collaborazione internazionale che abbiano l’ambizione di difendere la pace, la libertà e il progresso.
Del resto, sono i principi che hanno ispirato i nostri rapporti bilaterali, oltre che sul terreno più propriamente politico, anche su quello dell’energia.
Nel contesto attuale, trovano convergenza gli obiettivi ambiziosi di salvaguardare la Terra e le sue risorse – definiti nei diversi consessi di lotta ai cambiamenti climatici – con la spinta che deriva dalla drammatica accelerazione imposta dal conflitto che insanguina l’Europa.
Raggiungere sicurezza e indipendenza non significa, quindi, affidarsi esclusivamente alle fonti energetiche tradizionali, venendo meno all’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici.
Il cambio di passo deve riguardare l’innovazione – così come avviene -, e non soltanto il cambio di rotte di approvvigionamento e fornitori.
Serve un nuovo paradigma, serve avere l’ambizione di essere nel gruppo di testa che guida il cambiamento, piuttosto che nel gruppo di coda rivolto ad amministrare un passato in esaurimento.
Occorre accelerare nella transizione verde.
È un orizzonte di responsabilità verso il pianeta, verso le nuove generazioni e verso quelle future.
La Costituzione norvegese e quella italiana contengono due norme, fra loro sovrapponibili – rispettivamente gli articoli 112 e 9 – che esprimono con lungimirante chiarezza questi principi.
Norvegia e Italia condividono la peculiare condizione di Paesi situati all’interno di regioni – l’Artico e il Mediterraneo – particolarmente esposte alle conseguenze dell’innalzamento delle temperature.
Si coglie allora la lungimiranza dell’impegno delle autorità norvegesi per promuovere lo sviluppo dell’energia eolica, l’utilizzo dell’idrogeno quale combustibile pulito e lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel sottosuolo.
Un’azione alla quale guardare con interesse e apprezzamento, tanto più in quanto di un Paese ricco di risorse energetiche tradizionali.
Nel percorso verso la de-carbonizzazione, fra i nostri Paesi e le rispettive aree di appartenenza, vi sono rilevanti e positive sinergie il cui potenziale deve essere ancora pienamente sviluppato.
L’eolico nel Mare del Nord e il fotovoltaico nel bacino del Mediterraneo possono diventare, in un futuro non lontano, fonti di energia pulita del continente europeo e alimentare così una nuova rivoluzione nei processi produttivi e nei modelli di vita, così come accadde con il carbone della Ruhr, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Grazie a una rete elettrica sempre più interconnessa, le complementarietà fra energia eolica e solare – le cui produzioni, evidentemente, dipendono dalle condizioni meteo quotidiane – potranno infatti contribuire alla sicurezza di approvvigionamento e ridurre i rischi legati alla natura variabile delle fonti rinnovabili.
Norvegia e Italia possono giustamente coltivare l’ambizione di diventare perni di una rete che, dalle piattaforme eoliche nel Mare del Nord, si colleghi fino alle centrali solari della Sicilia e, più in là, del deserto del Sahara, che nei prossimi anni sarà collegato all’Europa grazie al progetto Elmed, il cavo elettrico che unirà la Tunisia all’Italia.
La cooperazione tra Europa e Africa è, infatti, essenziale per il successo delle strategie di de-carbonizzazione, inclusa la prospettiva di produzione di idrogeno verde.
La collaborazione fra realtà imprenditoriali norvegesi e italiane in atto può svolgere un ruolo significativo nella promozione della transizione energetica, così come la cooperazione in ambito tecnico e scientifico.
Un esempio è fornito dalla crescita, sia in Norvegia sia in Italia, del settore dell’eolico offshore, che offre – come sappiamo – rilevanti possibilità.
Anche la applicazione delle nuove tecnologie per il “green shipping” – il trasporto marittimo verde -, discusse in una delle sessioni del seminario di oggi, presenta altrettante opportunità di scambio fra i nostri Paesi, specialmente nel settore della cantieristica e dello sviluppo di un settore croceristico sempre più attento all’ambiente.
La cooperazione già in essere tra le Università e i centri di ricerca dei nostri Paesi sono suscettibili di essere incrementate – ed è un grande auspicio che formulo – per favorire, così, importanti progressi nella sperimentazione di nuove tecnologie verdi ed ecosostenibili.
Allo sviluppo di questi processi di sostenibilità potrà certamente concorrere la crescente presenza di ricercatori e docenti universitari italiani, attivi negli atenei e nei centri di ricerca qui in Norvegia.
Le molteplici collaborazioni esistenti fra Norvegia e Italia consentono di guardare con fiducia al futuro della nostra cooperazione anche in questo cruciale ambito della transizione verde.
Con partenariati sempre più saldi sapremo rispondere con successo alle sfide poste dal cambiamento climatico e garantire un futuro di prosperità e di progresso alle giovani generazioni.
Grazie dell’attenzione!