L’INCONSISTENZA DI FI IN BASILICATA
Lettera per Casellati di Enzo Acito
La conferenza stampa organizzata dai consiglieri di Forza Italia in carica nel consiglio regionale avrebbe dovuto chiarire la posizione dei due ancora in carica e del terzo ormai ex consigliere, cioè chi scrive, in merito alla eventuale conferma di adesione a Forza Italia. Continuo ad avere perplessità sulla consistenza di Forza Italia in regione Basilicata, non solo per il magro e deludente risultato delle ultime amministrati- ve, quanto perché si persevera con il metodo dell’ assenza del confronto; nulla di nuovo, direte, ma per questo non sembra che la nomina del ministro Casellati a Commissario regionale del partito abbia sortito l’ effetto del cambio delle regole del confronto, anzi al contrario sembra siano tornati gli uomini soli al comando che decidono le sorti della plebe. Ci sono temi che non possono essere discussi nelle segrete stanze, che coinvolgono il futuro della nostra regione, delle prossime generazioni, che hanno un valore politico tanto da nessuno ha il diritto di sbagliare. Invece in Forza Italia non si discute. Avrete notato con quale fermento Forza Italia in Basilicata ha attivato tavoli di confronto sulla autonomia differenziata? I dubbi sulla convenienza o meno per la nostra regione sembrano non appartenere a quel partito; non esiste una reale volontà di confronto, nonostante le solite e stantie campagne elettorali dove molti, non tutti, promettono amore eterno verso i propri elettori con segnali di disponibilità al dialogo che, magica- mente, svanisce il giorno delle votazioni, a prescindere dal risultato. Ma sono fiducioso! Il mondo può anche migliorare e quindi mi aspetto che la nuova commissaria regionale di Forza Italia, Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, nata a Rovigo ed eletta in Basilicata, dia mandato per organizzare incontri pubblici dove ci verrà a spiegare quali sono le nascoste virtù del DDL Calderoli che noi comuni mortali (meridionali) non riusciamo a vedere, come possa essere una opportunità per il Mezzogiorno ed in particolare per la Basilicata, sua terra di adozione politica. Il dibattito sulla autonomia differenziata presenta spesso il carattere della nega- zione, della contrapposi- zione quasi calcistica, con un confronto che si delinea su due fronti: sarà un problema per il mezzogiorno, da una parte, sarà invece un’opportunità, dall’ altra parte. Si snocciolano i numeri connessi alla compensazione degli squilibri esistenti, alla spesa storica, alle risorse necessarie per garantire, su tutto il territorio nazionale, i Livelli Essenziali delle Prestazioni secondo quanto previsto dalla Costituzione per la tutela dei “diritti civili e sociali” di cittadine e cittadini. Si pone l’attenzione sul rischio di esautorare il Parla- mento che non avrebbe alcuna voce in merito, delegando il Consiglio dei ministri a presentare alle camere solo un disegno di legge per approvare l’intesa, sul quale deputati e senatori non avrebbero possibilità di proporre modifiche. Tutto questo merita un confronto con il popolo lucano; perciò onorevole Casellati, ministro non meridionale eletta in Basilicata, ci dia un segnale che serva a fugare dubbi, chiarire gli equivoci, se ce ne sono, ad evitare possibili strumentalizzazioni, se sono vera- mente strumentalizzazioni delle opposizioni. E soprattutto Le chiediamo di spiegarci come un ministro eletto in Basilicata tutela i diritti della Basilicata, del Mezzogiorno e dell’intera nazione, come difende i diritti di uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Ce lo spieghi con i numeri, ci faccia capire con calcoli e modelli semplici quali sarebbero le risorse aggiuntive che potrebbero atterrare su questa regione con l’attuazione del DDL Calderoli, quali sono le competenze esclusive sulle 23 materie di politiche pubbliche che la regione Basilicata dovrebbe chiedere allo Stato e soprattutto quali sono i vantaggi connessi. Adottando il modello che funziona dell’analisi costi benefici o ancora meglio dei piani di sviluppo ci faccia capire dove potrà andare questa regione nei prossimi anni se si attuasse la riforma Calderoli, cosa si prospetta per questa e le prossime generazioni. Ricordo che spesso, nelle ultime campagne elettorali politiche e amministrative, Lei ripeteva la frase molto significativa circa il cambio di parametro adottato: “non chiedo più quanto dista ma quanto tempo ci vuole per raggiungere una meta”. Ecco sig. Ministro, proprio partendo da questo deficit infrastrutturale, che purtroppo non è il solo handicap di questa regione, ci dica come il DDL Calderoli cercherà di risolvere questo problema secolare, oltre al grande dramma dell’ esodo dei cervelli e della desertificazione antropica delle aree interne. Ce lo faccia capire direttamente dalla Sua voce oppure, in alterativa, potrebbe delegare i commissari provinciali on. Taddei e on. Casino che sicuramente, con l’esperienza parlamentare che li caratterizza, sapranno renderci edotti sul tema. Questo dovrebbe fare un partito popolare come Forza Italia per evitare che venga classificato come partito elitario o, ancor peggio, teleguidato. Aspettiamo fiduciosi.
Di Enzo Acito