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RICORDATE I MORTI, MA RICORDATELI VIVI

TACCO&SPILLO

Sarà solo un caso, ma Francesco Piro e Rocco Leone proprio non hanno sgomitato per partecipare all’incontro “Istituzioni e cultura della legalità” promosso dal Consiglio regionale e che ha visto anche la partecipazione del Procuratore distrettuale antimafia Francesco Curcio non certo schivo quando c’è da ricordare i martiri della giustizia come Falcone e Borsellino ed il sacrificio di servizio delle loro scorte. Ora lasciamo stare il lessico bisticciato e rococò di Carmine Cicala, una sorta d’equivoco della buona politica per il suo saltello dalla Lega a FdI, ma questa svolta legalitaria del governatore Bardi e della sua maggioranza di centrodestra ci piace davvero tanto, soprattutto per l’elenco lungo e contradditorio d’indagati che la compongono e di cui si fa bene a ritrovare finalmente consapevolezza e ottima memoria. Così sarebbe fin troppo facile anche senza il buon tocco di Derrida decostruire in dettaglio attività, animazioni, decisioni della politica regionale con le parole nette e forti di Curcio, uno dei più bravi magistrati d’Italia e capace di freddure legalitarie degne del miglior Franco Cordero, ma vogliamo invece approfittare di questa bella giornata di ricordo e commemorazione per dire che oltre la morte e l’estetizzazione del martirio c’è tutto il bene e l’intensità delle vite di Falcone e Borsellino, vite discrete, efficaci, operose, giuste. Perché la morte non basta mai alla morte. In questo tempo di offesa e di delegittimazione verso la magistratura è come un felice antidoto. Un dono di generosità e di testimonianza anche per cambiare la politica dei balbettii osceni e troppo scivolante dall’etica pubblica e dalla legge. Ritorna in mente Ascanio Celestini:“Ricordate i morti, ma ricordateli vivi”.

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