TRAFFICO REPERTI ARCHEOLOGICI NEL SUD ITALIA
Misure cautelari per 21 persone, fra tombaroli e ricettatori, nell’inchiesta “Canusium” dei Carabinieri nella Bat
Associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, furto ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici: 51 indagati, 21 misure cautelari e 50 perquisizioni eseguite in diverse regioni del Centro e del Sud Italia dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il R.O.S. di Roma, il Comando Provinciale della Bat e con lo Squadrone “Cacciatori Puglia”. L’ordinanza della misura cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Trani su richiesta dalla Procura della Repubblica.
È stata denominata “Canusium” l’attività investigativa avviata l’anno scorso, dopo diverse segnalazioni di scavi clandestini nell’agro di Canosa, individuati dai velivoli dell’Arma. L’inchiesta ha consentito di individuare un’organizzazione criminale con basi operative nella provincia Barletta – Andria – Trani e diramazioni in Campania, Lazio e il resto della Puglia. Una vera e propria filiera sviluppata su quattro livelli: tombaroli, ricettatori di zona, ricettatori d’area e trafficanti internazionali. Canale commerciale privilegiato, quello delle monete archeologiche che finivano sul mercato illecito globale, attraverso Case d’asta estere. Nel corso delle investigazioni sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l’estero. Misure restrittive e perquisizioni sono state eseguite in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio e Puglia.
Fondamentale, ai fini dell’inchiesta, la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della Cultura, in via esclusiva gestita, alimentata e sviluppata sul piano tecnologico dai Carabinieri dell’Arte.
