PORTAVOCE DEL SINDACO E CAPO DI GABINETTO, CASO OTRANTO: LA CORTE DEI CONTI ASSOLVE TUTTI
Matera – Sull’incarico esterno da quasi 100mila euro annui da Bennardi e prima Giunta nessun danno erariale
Comune di Matera, affidamento a soggetto esterno, Piergiuseppe Otranto, dell’incarico di portavoce del sindaco e di capo di Gabinetto: per Bennardi e per gli assessori della prima Giunta, alcuni sono anche nel Bennardi Ter varato pochi giorni fa, dalla Corte dei Conti di Basilicata, l’assoluzione. Assolti anche l’ex segretario generale Angela Rosaria Stolfi, che non si è costituita in giudizio, e l’ex dirigente Felice Viceconte: nessun esborso indebito a carico delle casse comunali. La Procura contabile lucana aveva quantificato il danno erariale in 79mila e 300 euro. Come tassello della linea difensiva, Bennardi e gli altri, hanno contestato l’assenza di danno, «registrandosi al contrario» un risparmio annuo di 71mila e 312 euro, nonchè di 355mila euro nel quinquennio, rispetto a quanto speso dalla precedente Amministrazione per i due incarichi in contestazione.
LA MODIFICA E LO STIPENDIO DA QUASI 100MILA €
All’origine della vicenda, gli atti del novembre del 2020. La Giunta comunale decise che era possibile attribuire l’incarico di portavoce del sindaco a soggetto esterno all’amministrazione «anche con strumento pattizio» diverso dal contratto di lavoro a tempo determinato, prima imposto dalle norme del regolamento comunale. Successivamente, l’esecutivo stabilì che il portavoce, da individuarsi fiduciariamente, avrebbe avuto diritto alla corresponsione dell’indennità annua di 75mila euro oltre accessori. Infine, a novembre, il decreto di nomina, firmato da Bennardi, in favore dell’avvocato Piergiuseppe Otranto : incarico di portavoce del primo cittadino, ma con funzioni anche di capo di Gabinetto. Il tutto per un esborso complessivo, al lordo degli oneri accessori di 95mila e 160 euro, pari a 7mila e 930 euro mensili. Sul docente di diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Bari, la tegola dell’incompatibilità dell’incarico di capo di Gabinetto con lo status di professore associato a tempo definito. Così, data la comunicazione del Rettore, il prof. Otranto, nel febbraio 2021, comunicò al sindaco Bennardi la volontà di interrompere tali funzioni e poi, nell’agosto 2021, rinunciò pure al ruolo di portavoce anche se da un mese all’altro il costo complessivo «non ha subito alcuna flessione» dopo la formale rinuncia alle funzioni di capo di Gabinetto. Per la cronaca, entrambe le funzioni, furono poi affidate all’avvocato Lopez con contratto di lavoro a tempo determinato e trattamento economico parametrato a quello di funzionario di categoria D3: corrispondente ad un corrispettivo di 53mila euro oltre oneri, per un complessivo costo annuo di € 72mila e 225 euro. Il costo di Lopez complessivamente inferiore di quasi 23mila euro rispetto a quello, sulla carta, di Otranto. Tornando ad Otranto, per la Procura regionale della Corte dei Conti tra gli equivoci dell’Amministrazione Bennardi la tesi, ritenuta «del tutto insostenibile», che l’incarico di capo di Gabinetto dovesse essere considerato “ancillare” rispetto a quello di portavoce, essendo invece proprio il primo l’incarico principale. Per cui, giudicando che la retribuzione, formalmente riferita all’incarico di portavoce, in realtà remunerasse il complessivo incarico da conferire, portavoce con funzioni di capo di Gabinetto, per la Procura contabile un tale cumulativo incarico non poteva essere conferito con le forme del contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In relazione all’ipotesi accusatoria, inoltre, l’incarico di capo di Gabinetto non avrebbe potuto essere svolto da soggetto che non fosse dipendente dell’Ente, come invece accaduto «al fine di avvantaggiare l’Otranto consentendogli di conservare l’incarico presso l’Università di Bari, con indebita duplicazione di retribuzione pubblica, e di esercitare la professione forense, altrimenti incompatibile, utilizzando il traslucido velo dell’escamotage di volerlo considerare come una prestazione “gratuita”, quando invece essa era ampiamente remunerata, a ben guardare nella globalità e unitarietà del duplice conferimento». Così come, per la Procura contabile, anche l’incarico di portavoce era «parimenti inconferibile» a soggetto non dipendente dell’ente, tra l’altro lasciato «libero di auto-organizzare la propria puntuale “prestazione”». Per cui, in sintesi, la sostanziale questione vagliata dai giudici contabili lucani verteva sul se l’incarico di portavoce, nella particolare connotazione che aveva assunto al Comune di Matera con l’inclusione delle ancillari o principali funzioni di capo di Gabinetto, doveva rientrare nella più ampia categoria degli Uffici di supporto agli organi di direzione politica, figura per la quale il Testo unico degli Enti locali stabilisce, per il personale esterno, «l’indefettibile utilizzo del contratto di lavoro a tempo determinato».
NESSUN DANNO ERARIALE
In via generica, i giudici contabili hanno rilevato che su certi aspetti della materia del contendere, la giurisprudenza delle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti «non sembra aver assunto un univoco orientamento», avendo «ritenuto riconducibile la figura del portavoce a forme di collaborazione autonoma o consulenza con conseguente applicabilità delle limitazioni imposte». Controversia parzialmente di «non agevole soluzione». In ogni caso, per la Corte dei Conti di Basilicata non è risultato dimostrato che l’asserita violazione di legge abbia determinato un pregiudizio economicamente valutabile alle finanze del Comune di Matera. Non è stato dimostrato dall’accusa che le somme, corrisposte in maniera ipoteticamente indebita nell’ambito di un rapporto di natura autonoma, siano superiori a quelle che sarebbero state erogate in regime di lavoro subordinato, né che le stesse somme abbiano remunerato una prestazione non in linea con i fini perseguiti dalla Pubblica amministrazione ovvero che siano state erogate a soggetto, nel caso Otranto, «non munito dei necessari requisiti e presupposti di competenza e professionalità». Non è risultato provato, infine, «un nocumento per l’amministrazione comunale che derivi, nel sinallagma contrattuale, dal minor valore della prestazione ricevuta rispetto alle somme erogate per la relativa retribuzione». Per questi ed altri motivi, la Corte dei Conti di Basilicata ha assolto il sindaco di Matera Domenico Bennardi e in qualità di componenti della prima Giunta comunale, ha assolto Alberto Acito, Graziella Corti, Rossella Nicoletti, Arcangelo Colella, Tiziana D’Oppido, Giuseppe Digilio, Giuseppe Sarli, Lucia Summa e Raffaele Tantone, più l’ex segretario generale Angela Rosaria Stolfi e l’ex dirigente Felice Viceconte.