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IMPARATE DA GLAUCONE

TACCO&SPILLO

C’è da dire che anche se non piacciono le critiche potrebbero far bene a tutti e a taluni anche benissimo. Basti pensare che ci sono categorie professionali che vivono di critica continua e spassionata sui film, sulla  musica, finanche sui vini e per tutto lo scibile umano che si può raccontare. Tra i filosofi poi la critica pare essere quasi un’abitudine del pensare visto che Kant ne ha scritte ben tre e così vale anche per chi dispensa lezioni di critica a giorni alterni, pensando d’avere sempre in mano la verità che pure andrebbe ricercata con la pazienza del rabdomante e che invece suo malgrado rischia di cadere nella trappola della maldicenza del portinaio che fa diventare una querelle addirittura una questione personale di linea, forma e peso, tanto inutile quanto prossima al body shaming perché stroppia la più abituale e ragionevole “presenza ingombrante” con la più offensiva “stazza ingombrante”. Ora qui l’ironia non pare particolarmente azzeccata e forse invece servirebbe iniziare a riscrivere l’eccedenza delle nostre parole senza più la disputa tra apocalittici ed integrati e solo per far bene alla Basilicata, magari criticando il potere come pure questa rubrichetta ha sempre fatto e magari riconoscendo qualche suo buon merito. Scrive Platone:“Agli uomini, alcune volte, piace apparire come giusti più che essere giusti”.

 

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