LA FESTA NON SI FERMA
San Gerardo, la gestione dei festeggiamenti pre e post morte del 29enne crea dissenso tra i cittadini. I pali di Aulenti imbottiti per gli alticci. L’ex sindaco Fierro: «Bisognava limitarsi ai riti religiosi»
POTENZA. La città di Potenza ha ufficialmente aperto ai festeggiamenti del suo patrono San Gerardo, con l’evento clou della parte laica della“ Storica parata dei Turchi” che come ogni anno si svolge il 29 di maggio per dare poi spazio, il giorno successivo, alla celebrazione religiosa con la processione per le vie del cuore antico di Potenza. Oltre un migliaio i figuranti, provenienti anche da fuori regione, che partendo dello stadio Viviani hanno sfilato per le vie della città (stadio Viviani, viale Marconi, viale Dante, via Vaccaro, corso Umberto, Portasalza, via Pretoria, largo Duomo) per giungere nel cuore del centro storico del capoluogo lucano. Tra un numero impressionante di gente festante e occhi curiosi e carichi di meraviglia. Tra storia e leggenda, la Parata dei Turchi (che molti potentini chiamano la “Sfilata dei Turchi”) è divisa in tre quadri (tra l’Ambiente del 1800, 1500 e 1100), uno dei quali dedicati al miracolo di San Gerardo La Porta, vescovo a Potenza dal 1111 al 1119, che «blocca l’ingresso in città dei turchi », appunto.
I QUADRI STORICI
Il primo ambiente (caratterizzato dal periodo storico del 1800) fa riferimento ad una nota descrizione che Raffaele Riviello riporta in un suo libro dedicato alle tradizioni del popolo potentino: in essa si racconta non solo il momento della parata, ma anche tutto il clima di attesa della preparazione che precede la festa. Il secondo ambiente (caratterizzato dal periodo storico del 1500) si propone di rievocare un documento storico del 1578 in cui si descrive il popolo potentino che, vestito alla turchesca e alla moresca, accoglie in città il nuovo conte Alfonso de Guevara: per preparare questo quadro si è salvaguardata la tradizione della parata e si è inserita la rappresentazione di San Gerardo bambino, che su di una barca salva la città dall’invasione dei Turchi, preceduto da una schiera di angeli guerrieri che lo aiutano a compiere il miracolo. Il Quadro si apre con la carrozza di Civuddine e il suo harem; seguono i lancieri, gli arcieri e gli spadaccini turchi, che inscenano combattimenti con l’esercito.
Il terzo ed ultimo ambiente (caratterizzato dal periodo storico del 1100) rappresenta il momento di devozione verso “u prut’tor”, mette in evidenza la religiosità dei potentini durante il XII secolo quando San Gerardo, dopo il suo vescovado durato dal 1111 al 1119, venne santificato vox populi divenendo Santo Patrono della città di Potenza. In questo quadro sfila il Tempietto, preceduto dai coloratissimi cinti devozionali e dai guardiani del Santo.
UN’EDIZIONE STRAORDINARIA
Un’edizione, quella di quest’anno, in cui nulla è stato lasciato al caso frutto di un lavoro di programmazione e realizzazione meticoloso cominciato già nel 2022 da parte del Comune di Potenza in particolar modo dall’Ufficio della Cultura per far sì che in città si potesse respirare «un’energia densa per celebrare una festa di popolo, del popolo e per il popolo – aveva rassicurato nella conferenza stampa di presentazione della Parata l’assessore comunale con delega alla Cultura Stefania D’Ottavio – affinché la bellezza percorra le nostre strade e i partecipanti si sentano parte dei personaggi che andranno a interpretare». Una macchina organizzativa senza eguali, con il volo degli angeli in piazza Mario Pagano, maxi schermi installati lungo le vie adiacenti a via Pretoria per seguire l’intero svolgimento della Parata, in piazza Matteotti e in piazza Mario Pagano e, soprattutto, un’invasione di fiori e di cavalli, che hanno tinteggiato l’affresco che Potenza ha saputo offrire di sé, la sua versione migliore, con una storica tradizione che da sempre coinvolge i potentini e che è in grado di fugare ogni polemica e divisione, riunendo tutti attorno una festa laica delle nostre radici, nella quale però è forte il riferimento religioso.