LA VESTE DEI FANTASMI DEL PASSATO
TACCO&SPILLO
Ma la politica non dovrebbe avere l’ansia prestazionale sul futuro anziché crogiolarsi nell’antiquariato, da cui per l’ordine del presente non può cavare che qualche fico secco e pensieri inutili? La domanda vale l’analisi sulla retrotopia di Bauman, sociologo tra i più acuti e che a fasi alterne viene citato dalla sinistra piccina e provinciale. Ora a leggere che in giro c’è una smania collettiva a far fesso il futuro col piccio d’immacolarsi al gusto smorto del passato si rimane impietriti dall’affinità col modo d’essere del PD lucano che pure avrebbe il compito di riorganizzare il campo largo ed invece è una brigata di cani e gatti a farsi guerra sul nulla. Guardate le facce, i gesti, le parole e dite se non v’arriva tutto l’odore stantio del passato e se non siano patologicamente attaccati ai loro destini personali piuttosto che alla scommessa del riformismo da dare alla Basilicata, almeno per salvarla dalle grinfie del sovranismo visto che le loro “magnifiche e progressive sorti” si sono miserabilmente risolte nel gustare il caviale, rompere l’ascensore sociale, legittimare gli assicuratori, sistemare frotte d’amici nei ministeri, premiare trombati e sfigati con incarichi e presidenze e così via nelle oscenità. Canta Lucio Battisti:“La veste dei fantasmi del passato. Cadendo lascia il quadro immacolato”.