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ORDINE PUBBLICO, EMERGENZA

OLTRE IL GIARDINO – Festeggiamenti patronali a Potenza: visioni discordanti tra Galella, Polese e Fierro

Continua a tenere banco la discussione sulla festa di San Gerardo, sull’organizzazione dell’evento e sugli effetti che questa manifestazione ha nel nostro capoluogo di regione, complici gli atteggiamenti del sindaco Guarente e del Prefetto Campanaro. A parlarne ad “Oltre il giardino” condotto da Paride Leporace sul canale 68 nazionale tre ospiti di eccezione: Alessandro Galella, assessore regionale alle Politiche Agricole ma soprattutto grande amante di Potenza e da sempre al centro dell’organizzazione della festa, Mario Polese leader regionale di Italia Viva, anch’egli po- tentino doc e il Sindaco per eccellenza della città di Potenza il prof. Gaetano Fierro.

QUELL’ORGOGLIOSO SENSO DI COMUNITÀ E DI APPARTENENZA

Trapela forte il senso di appartenenza e di comunità nelle parole di tutte e tre i protagonisti del dibattito. È anche l’orgoglio delfondatore quello che traspare delle parole di Alessandro Galella che fu uno dei primi a credere in un rilancio della “Parata dei Turchi” e della festa: «Dagli anni ‘80 era scomparsa anche la tradizione che vedeva il tempietto all’interno della parata del 29 portato per devozione a spalla. Il tempietto era stato messo su un carrello di acciaio trainato con delle catene. Quando io misono avvicinato all’organizzazione della Parata la parrocchia di San Gerardo aveva grandi difficoltà a trovare i volontari per ripristinare questa tradizione». «Per diversi decenni la “Potenza bene” quasi si vergognava delle origini agricole e popolari – ha proseguito Galella – noi invece abbiamo voluto e sentito di dover recuperare quel pezzo di storia e di radici molto chiare». Un orgoglio che è condiviso anche da Mario Polese, anch’egli fortemente radicato nella città capoluogo che giustamente non accetta etichettamenti politici delle associazioni e riconosce ai Portatori del Santo il grande meri- to di aver rilanciato la festa e la storica Parata: «Si partiva da un evento che aveva e che mantiene la sua forza religiosa ma che ha sviluppato anche una forte valorizzazione. La parata dei turchi adesso ha una sua linearità, una sua omogeneità ma non sempre è stato così». Da parte sua il professor Fierro ripercorre la storia della sfilata dei Turchi e i percorsi che hanno portato a «contaminazioni culturali che non hanno nulla a che vedere con la storia della nostra città. La storia va ricordata e va ricordata soprattutto la battaglia di Lepanto. Tutto l’occidente sischierò contro i musulmani, contro isaraceni che furono sconfitti. Da al- lora in poi la cristianità ha inteso portare all’interno delle proprie tradizioni religiose questo punto di riferimento simbolico che voleva dimostrare che il cristianesimo aveva ovviamente la meglio sulle vicende negative che si verificavano contro di essa». Secondo lo storico sindaco di Potenza, però, «il primato dell’aspetto religioso merita la dovuta attenzione. Invece abbiamo verificato a partire dagli anni novanta che la parte ludica ha preso il sopravvento e ha determinato tutte quelle sconcezze che cisono».

EMERGENZA ORDINE PUBBLICO A POTENZA

La festa, però, negli anni sembra diventata l’unico sfogo della città. «Se ci fosse invece una capacità di inve- stire sul senso comune del nostro capoluogo durante tutto l’arco dell’anno – secondo Polese – anche la festa probabilmente sarebbe una festa e non diventerebbe l’unica occasione. Abbiamo alcune volte la percezione che questa città sia morta 360 giorni e poi viva solo nei 5 giorni di San Gerardo». Da politico con un forte senso pratico non nasconde sotto la sabbia la sua preoccupazione sulla situazione della città Mario Polese affermando che «la cronaca ci racconta che il cento storico della città è spesso invivibile. Questo è il punto politico serio. La nostra è una città dove i cittadini di alcune aree vivono una presenza in scarsa sicurezza, dove le famiglie dei figli adolescenti hanno il timore durante tutto l’anno. Ci sono amici che mi segnalano episodi sconcertanti di molestie in mezzo alla strada, di turbative davanti a questi snack auto- matici il sabato sera, e di episodi di bullismo». «È una situazione generale – ha proseguito Polese -sulla quale probabilmente questa amministrazione non ha saputo cogliere le esigenze, non ha saputo dare una visione». Con l’onestà che lo contraddistingue Mario Polese non ha difficoltà a riconoscere che da potentino vero non è possibile non evidenziare che, invece, Matera ha trovato una sua dimensione permanente e non ridotta ai soli quattro-cinque giorni della festa.

GALELLA SULLA FESTA PIÙ IMPORTANTE DELLA BASILICATA, NESSUN PROBLEMA

Non condivide questa analisi Alessandro Galella che tralascia come secondari gli aspetti di ordine pubblico e disicurezza della città e della festa. «Sono proprio trasecolato da quello che sento – dice Galella – perché mi sembra di parlare con persone che vivono fuori dal mondo, cioè il racconto che state facendo voi è un racconto che è completamente distante dalla realtà che ho vissuto in questi giorni». Secondo Galella, quella di San Gerardo è la festa più importante della Basilicata, ma soprattutto non c’è nessun problema se qualcuno si sente male, quasi a voler dire che sono cose che capitano. “All’Oktoberfest ci sono 30 mila ricoveri ma questo non ferma l’Oktoberfest. Dobbiamo smetterla con questo atteggiamento provinciale, la festa si fa e bisogna garantire a tutti di stare bene. Se qualcuno poi non ha la testa per capire fino a che può bere non è un problema né dell’Amministrazione comunale né dell’associazione. Senza dubbio, c’è il problema dei minori però non voglio guardare la parte più problematica», ha spiegato Galella.

UN ALTRO COMA ETILICO

Forse Alessandro Galella ha ragione, forse non si può misurare una festa soltanto dal numero di ubriachi e di morti durante la stessa, forse lui parla per troppo amore. Intanto, però, l’altro ieri sera a pochi metri dal luogo dove il 28 è morto un ragazzo, per poco non ci scappava un altro morto. Un giovane è stato, infatti, soccorso nel cuore della notte in coma etilico ed altre scene si sono viste in varie zone della città con bande di ubriachi che cercavano di entrare al locale “IlCantiere” e si ferivano, di persone che sono state coinvolte in risse o vomitavano per strada.Al di là degli importanti meriti delle associazione quello che preoccupa sono i grandi assenti. Il Sindaco e Sua Eccellenza ilsig. Prefetto non sembrano interessati a preoccuparsi dell’ordine pubblico, non avrebbero predisposto un piano disicurezza. Sopratutto il prefetto, pare non aver sollecitato le forze dell’ordine a presidiare i luoghi della festa e ci raccontano che, quando sollecitati da denunce di cittadini esasperati, gli integerrimi tutori della legge, proprio in assenza di indicazioni diverse, ligi al dovere, si siano limitati a passare per far provare a calmierare la situazione con la presenza. A questi uomini va il nostro grazie, a chi invece non ha dato loro l’ordine di intervenire più energicamente, tutt’altro. La festa è una grande festa ma sicuramente non può trasformarsi in un baccanale e, come giustamente dice Mario Polese, il problema di alcool e droga non riguarda soltanto i quattro giorni di San Gerardo.

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