FESTA FINITA, DISAPPROVAZIONE NO
Dal cattivo esempio delle Istituzioni al Prefetto che non vede ciò che accade sotto casa sua
Eccessi e degrado: lo sbandierato pugno duro, carezza di piuma alla mala movida. In rete video performance di Guarente bevitore
Ogni anno, dopo la festa di San Gerardo si scatena il dibattito cittadino sulla modalità di svolgimento della festa, sugli eccessi che la caratterizzano e sulle situazioni di degrado urbano che si muovono in quei giorni. Noi cisentiamo di condividere la posizione che l’assessore Alessandro Galella ha espresso ai microfoni di “Oltre il Giardino”.Intervistato da Paride Leporace, infatti, lo storico leader dei Portatori del Santo ha evidenziato che non esiste un collegamento tra i festeggiamenti e l’abuso di alcool e che è necessario fare una prevenzione seria sul fenomeno non soltanto nei giorni difestama sempre. Una posizione altamente condivisibile perché,se è vero come è vero che la festa porta fisiologicamente eccessi di ogni tipo, è anche vero che gli eccessi perloro natura quasi etimologica, sono l’estrema propaggine di un comportamento ordinario, la misura (giustappunto) eccessiva di ciò che in modo più pacato accade nella fisiologia della quotidianità.
UN PROBLEMA SERIO: ALCOOLE DROGA TRA I GIOVANISSIMI
L’età avanzata non ci consente di fare le ore piccole neanche nei fine settimana ma basta fare due domande agli under 30 che vivono a Potenza per scoprire un mondo in cui droga e alcool sono protagonisti centrali delle serate di giovani e giovanissimi. Una trasformazione anche antropologica che si costruisce intorno agli snack bar automatici laddove ormai i giovanissimi si riuniscono al solo fine di acquistare alcolici che diventano non più i compagni della serata ma gli unici protagonisti e l’unico movente dell’incontro. I racconti ci dicono di angoli a ridosso della centralissima via Pretoria che la sera e la notte si trasformano in luoghi di consumo di alcool fino all’ubriachezza più piena e dove si consuma droga di ogni tipo. Un problema di carattere sociale che vede l’abbassamento sempre più marcato dell’età media dei consumatori anche abituali di alcool e droga in un contesto nel quale gli operatori sociali e le famiglie fanno fatica e non riescono a costruire un argine. Potenza non è diversa dal resto del mondo forse. Forse quello che descriviamo in queste poche righe è un racconto che potrebbe essere riprodotto identico in qualsiasi città media o anche medio-grande d’Italia e che ci parla anche del fallimento della società che è passata dal “proibito proibire” agli eccessi smodati del divertimento fine a se stesso. “Non è possibile vivere con piacere se non con saggezza, bellezza e giustizia, né è possibile vivere saggiamente, bene e secondo giustizia senza il piacere. Le virtù, infatti,sono connaturate al vivere con piacere e il vivere con piacere è inseparabile da queste”, scrivevaEpicuro secoli prima della nascita di Cristo. Consci di questa lezione sappiamo che il corretto equilibrio tra piacere e retto vivere è primaria- mente compito della saggezza e, quindi, insegnarlo è compito degli educatori,siano essi sociali o familiari e molto c’è da interrogarsi su questo fallimento sociale che si manifesta in tutta la sua drammatica forza sulle strade, nei locali, nei posti più vari.
EMERGENZA SICUREZZA? IL RUOLO DORMIENTE DELLEISTITUZIONI
Se il sonno della ragione genera mostri, però, non da meno è il sonno delle Istituzioni che dovrebbero essere impegnate nel contrasto delle devianze sociali e personali. In una società difilosofi dediti alla paideia non avremmo bisogno di leggi, ogni uomo si muoverebbe secondo giustizia e saggezza.Consapevoli di non muoversi in una società di filosofi, molto più modestamente gli uomini hanno costruito lo Stato e le Istituzioni con il compito di assicurare la quieta e normale vita dei cittadini. Se è vero quanto ciraccontano e noi stessi abbiamo potuto osservare che non è possibile non denunciare il fallimento delle Istituzioni preposte dall’ordinamento repubblicano a garantire l’Ordine Pubblico. Se per Ordine Pubblico, infatti, intendiamo il complesso di norme che assicurano una vita ordinata nella società, ogni comportamento che mina o riduce la sicurezza collettiva e le libertà individuali (tra le quali in primis spicca come fondamento e essenza la piena libertà di intendimento che alcool e droga minano alla radice) è lesivo dell’Ordine Pubblico. Non è un caso se la vendita di alcolici è disciplinata da nor- mative rigorose e il traffico di droga è vietato. Quello che si percepisce a Potenza è la totale assenza delle Istituzioni. Sia chiaro nessuna responsabilità è additabile ai militari dell’Arma dei Carabinieri, al- la Polizia di Stato o ad altri corpi di sicurezza. Ciascuno di loro fa il suo dovere e non è con le singole azioni che si può contrastare un fenomeno così diffuso.
L’INUTILEELAVATIVO COMITATO PER L’ORDINE PUBBLICO, GLI OZI LUCANI DEL PREFETTO
L’art. 20 della L. 121/1980 istituisce “presso la Prefettura il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, quale organo ausiliario di consulenza del Prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza” e assegna al Prefetto il compito di presiederlo e di convocarlo. Che la festa di San Gerardo avrebbe attirato migliaia di persona da ogni parte della regione e concentrato i potentini nei luoghi difesta era un fatto noto. Non meno noto il fatto che durante la festa si sarebbero svolte manifestazioni ludiche che avrebbero potuto causare quegli eccessi cui tutti hanno assistito. A disporre le necessarie ed idonee misure atte ad impedire che questi eventi degenerassero e finalizzate a ridurre i danni che gli eccessi legati a qualsiasi festa avrebbero potuto determinare doveva essere il Prefetto coadiuvato dalComitato perl’Ordine Pubblico. Ci chiediamo se Sua Eccellenza il Sig. Prefetto abbia convocato il Comitato e, qualora lo abbia fatto, quali misure siano state adottate durante la festa. Se un’ambulanza ci mette quasi un’ora per arrivare in pieno centro per un coma etilico evidentemente chi doveva garantire che cifossero strumenti sufficienti non lo ha fatto. Se abbiamo assistito alle scene di minorenni avvinazzati e di ubriachi cui, in violazione di legge, venivano ancora somministrati alcolici, evidentemente i controlli che sisarebbero dovuti attivare non sono stati attivati. Non era difficile prevedere cosa sarebbe accaduto.Chi avrebbe dovuto presidiare il territorio per impedire che accadesse e limitarne gli effetti o non è capace di gestire le situazioni o non ha voluto farlo. Tertium non datur. Abbiamo registrato con i nostri occhi scene di degrado e di devastazione alcolica proprio davanti alla sede della Prefettura. Possibile che Sua Eccellenza il Sig. Prefetto non le abbia viste? Possibile che il Prefetto non abbia preventivato che sarebbe accaduto? Adottare misure di sicurezza per garantire l’ordinaria vita civile non regala prime pagine sui giornali, non fa rilasciare interviste con il cane seduto accanto alla scrivania, non rende famosi e, quindi, si preferisce tralasciarle a tutto vantaggio di attività più socialmente remunerative. Sappiamo che criticare Sua Eccellenza il Sig. Prefetto potrebbe essere atto di lesa maestà. Abbiamo imparato, però, che la lesa Maestà è il primo atto che apre alla libertà e non intendiamo rinunciarvici. E, con lo stesso coraggio, chiediamo: per contrastare il sempre più alto consumo di droga e alcool anche tra i giovanissimi l’Ufficiale Territoriale di Governo ha intenzione di fare qualcosa o preferirà continuare a girarsi dall’altra parte? A noi piacerebbe tornare a vivere in una città nella quale alcool e droga non siano il motore immobile di ogni cosa. Riusciremo ad avere autorità che facciano qualche intervista in meno e qualche azione in più?