“CASA DELLO STUDENTE”, MERRA E VERRASTRO SUI 22 MILIONI PERSI
Oltre il giardino/2 fallimento Unibas: l’acceso confronto
Ritorna nello studio di “Oltre il giardino” – il programma di Cronache Tv condotto dal giornalista Paride Leporace in onda sul canale nazionale 68 – un argomento messo sotto i riflettori proprio dal nostro gruppo editoriale e che sta cappeggiando su tutti media del capoluogo lucano. Si tratta dell’annosa questione della “Casa dello studente” a Potenza per la quale sarebbero stati stanziati – e poi perduti oer inefficienze amministrative e gestionali e – 22 milioni per costruirla. Ad onor di cronaca, ne ricordiamo l’esito sorprendente di una delle ultime puntate incentrate sulla vicenda: mentre in studio, gli ospiti Barbara Verrastro (professoressa Ardsu e dirigente del Pd di Basilicata) e il consigliere al Comune di Potenza Pierluigi Smaldone (Potenza Città Giardino) disquisivano per far sì che «la “Casa dello studente diventi realtà nel capulogo della nostra regione» il colpo di scena della notizia sulle presunte dimissioni del Dg dell’Università della Basilicata, Andrea Putignani. Poi confermata qualche ora dopo.
L’ADDIO AL PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI
Colpi di scena a parte, inevitabile per le due ospiti in studio con Leporece – l’assessore della Regione Basilicata con delega alle Infrastrutture e Mobilità Donatella Merra insieme al ritorno di Barbara Verrastro – prima ancora di inoltrarsi nell’intricato argomento che le vede in qualche modo protagoniste a vario titolo, non spendere qualche parole per la scomparsa del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, vuoi anche per la generazione politica da cui provengono. Per Merra – di fede leghista – l’ex Premier ha rappresentato «l’uomo che, all’indomani della caduta del muro di Berlino, ha individuato nell’esperienza moderata e centrista la vera alternativa politica degli anni ‘90 e, a seguire, anche degli anni 2000 segnati dalla sua grande intraprendenza imprenditoriale oltre che politica». h «Lo spirito che ha saputo trasferire nella politica italiana – enfatizza l’assessore regionale – è appunto moderato e liberale». Un guizzo che Merra riconosce al Cavaliere «nel guardare con nuova fiducia e con rinnovato spirito critico, ma anche fattivo, ad una buona politica di centro-destra». Di tutt’altro pensiero è inevitabilmente per la sua provenienza politi- ca dal Partito democratico Verrastro, sebbene riconosca nella figura del presidente Berlusconi «un personaggio politico estremamente popolare che ha dato comunque un’impronta diversa alla politica italiana tutta, da destra a sinistra». L’unico appunto «delicato» che si sente di muovere «nel rispettoso ricordo per l’uomo che è andato via è quello di non aver avuto uno sguardo abbastanza meridionalista».
I NUMERI SPIETATI DELL’UNIBAS
Tornando sull’argomento cardine della puntata, ossia “La casa dello studente” di Potenza mai costruita e un finanziamento perso da 22 milioni di euro che hanno tracciato una nuova pietra di inciampo sulla gestione dei fondi e degli investimenti dell’Università della Basilicata in studio ne sono stati ribaditi con le ospiti i dati e i numeri spietati «che non sono una provocazione ma una lettura dello stato delle », chiarisce Leporace. La non costruita “Casa dello studente” prevedeva 200 posti letto. Ad oggi, nella città di Potenza, ne sono disponibili 70 a Macchia Romana ed altri 41 al Centro Storico. Da ottobre ne dovrebbero arrivare altri 20, sebbene le richieste di posti per l’anno accademico in corso sono state solo 66. Tra le righe, vorrebbe dire che, ad oggi, l’Unibas soddisfa ampiamente queste richieste. Il dato drammatico riguarda, invece, il fatto che la domanda di residenzialità universitaria è molto calata in Basilicata e anche gli studenti, a partire dai loro rappresentanti non fanno sentire la loro voce. L’Unibas, insomma, non attrae e non offre servizi per invertire la tendenza del calo e questo non si deve solo all’ultima gestione ma sono problemi che vengono da lontano. Alla luce di tali numeri, dal punto di vista di Merra, «la riflessione sicura- mente va fatta nell’ottica di un’offerta formativa e anche una programmazione che aumenti l’appetibilità dell’Ateneo lucano e questo anche in termini di offerta di residenzialità». «Ovviamente – enfatizza l’assessore regionale – si rende più che necessario mettere nelle condizioni tutti gli studenti, anche i meno abbienti, di accedere all’offerta formativa universitaria e dunque anche ad una residenza con costi accessibili». A dirlo è una donna non solo nelle sue vesti istituzionali ma anche di «ex studentessa di Architetturache ha trascorso la sua esperienza universitaria in uno studentato a Bari, ristrutturato e rifunzionalizzato all’epoca del governo Berlusconi», facendo proprio riferimento a quel “meridionalismo” poc’anzi citato da Verrastro. Nel caso di Potenza invece, «il percorso secondo il quale la città capoluogo di regione doveva dotarsi di uno studentato -spiega Merra – quindi in una struttura residenziale universitaria che potesse dirsi tale è stato impetuoso ed accidentato nell’ultimo decennio. È partito con un finanziamento nel 2013 di circa 22 milioni di euro che si è concretizzato e che la Regione Basilicata individuò, all’epoca, come soggetto attuatore di questo finanziamento l’Università». In un brevissimo excursus, Merra sottolinea come «questo finanziamento, che è stato asserito all’Unibas, è andato avanti nel 2013 con un primo bando – tra l’altro abbastanza controverso perché vedeva mettere a gara sia la realizzazione che la gestione della struttura – tra il 2015 e il 2016, ma solo nel 2019, a distanza di tre anni, se ne è individuato il vincitore affidatario che è, in seguito, comunque risultato non essere nelle condizioni di poter portare a termine le opere». «Nel frattempo – prosegue l’assessore regionale Merra – gli indirizi strategici dell’Ateneo sono effettivamente cambiati. Tuttavia, con tenacia, all’epoca dei fatti noti il neo insediato Rettore professor Mancini, ha ribadito l’interesse alla necessità, tra il 2020 e il 2021, di portare a termine questo ambizioso progetto ma, ovviamente, il finanziamento con delle regole precise nazionali imponeva la conclusione, o quantomeno il raggiungimento dell’ obbligazione giuridicamente vincolante – quindi l’ affidamento definitivo – al 31dicembre 2022, la Regione Basilicata ha dovuto prendere atto dell’impossibilità del raggiungimento di questo obiettivo e si è rapidamente messo in campo una nuova strategia, con lo spirito di riqualificare e rivalorizzare il tessuto edilizio urbanistico esistente».
«CI SIAMO SVEGLIATI ALL’ULTIMO?»
Se sia, dunque, una responsabilità dell’Università degli Studi della Basilicata che quel progetto non esista più Merra rimarca che «la Regione ha riposto la sua fiducia sino all’ultimo nelle operatività dell’Unibas. Ovviamente, ci si è visti costretti a revocarne la funzione di soggetto attuatore del finanziamento perché non potevamo permetterci la responsabilità politica di perdere altre risorse». Una ricostruzione, questa, che non ha convinto del tutto la consigliera dell’Ardsu Verrastro, la quale punta il dito «sul tema di quello che ha fatto la Regione dal 2019 ad oggi». «Cisiamo svegliati all’ultimo? -incalza Verrastro – Ci siamo ricordati alla fine della legislatura che isoldi dovevano essere dirottati su altre questioni e altro tipo di finanziamento?». Quindi per Verrastro, l’assessore Merra, «entrata in questa vicenda assolutamente scomoda, senza portare soluzioni e spiragli». Dal suo punto di vista Merra «ha provato ad accompagnare il soggetto attuatore, l’Università quindi, nella realizzazione dell’opera» sfidando qualsiasi politico a mettersi nei suoi panni affinchè «si prendesse una responsabilità tale di revocare prima della scadenza naturale dell’investimento i 22 milioni di euro». Confida di aver preso atto di «una scelta evidentemente sbagliata che è stata fatta purtroppo in passato. Probabilmente si sarebbe dovuto scegliere un altro soggetto attuatore per la “Casa dello studente”, ma – incalza Merra – non si possono togliere soldi all’Università. Non si possono togliere soldi agli studenti, si è dovuto dare all’Università fino all’ultimo minuto la possibilità di ottimizzare questo investimento. Fino all’ultimo minuto, all’ultimo minuto noi ci siamo rimboccati le maniche cercando di non perdere quei 22 milioni ritirandoli e riprogrammandoli per attività di risanamento del territorio».