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BALVANO,GIÙ EDIFICI POST SISMA PER NUOVE CASE

Ezio Di Carlo fu già sindaco nell’80, oggi ottiene «un nuovo finanziamento di 1milione e 900mila euro»

Ezio Di Carlo fu già sindaco nell’80, oggi ottiene «un nuovo finanziamento di 1milione e 900mila euro»

Lavori in corso nel comune di Balvano, dove l’Amministrazione comunale annuncia l’avvio di «un altro importante cantiere in Contrada Frontone per la demolizione di vecchi fabbricati».

Raggiungiamo telefonicamente il Sindaco Ezio Di Carlo che indossò già la fascia anche nell’80, divenendo uno dei “Sindaci del Terremoto” come si suol dire quando si parla dei Primi cittadini che si trovarono a fronteggiare l’emergenza. Parliamo del sisma perché i fabbricati che andranno a terra a Balvano, sono proprio risalenti al post-sisma e dunque Di Carlo ci spiega: «Si tratta di abtazioni di cosiddetta “costruzione diretta”. All’epoca era una cosa importantissima, se pensiamo che a L’Aquila fece tanto clamore il passaggio diretto dalle tendopoli alla ricostruzione, ma noi l’abbiamo fatto nel lontanissimo 1982/’83, con prefabbricati in cemento armato precompresso. Fu realizzata dunque una vera e propria ricostruzione e successivamente queste abitazioni ebbero dal Provveditorato l’attestazione di equiparazione ad edifici di Edilizia popolare».

Col passare degli anni però la situazione cambiò, perché come avvenne in tanti comuni lucani e campani «furono abitati per tanti anni, ma poi tra l’assegnazione o l’acquisto di nuove case, trasferimenti ed altri motivi, furono man mano abbandonate, e per una quindicina d’anni nessuno si è preoccupato di averne cura, restando abbandonate a se stesse e finendo in pessime condizioni. Per L’Ente comunale era un vero peccato giacché si tratta di proprietà del Comune, per cui ritenendo giusto che la si mantenga, siamo riusciti ad ottenere un finanziamento per la ricostruzione, previo abbattimento e smantellamento. Occorre abbatterli perché sono talmente fatiscenti, dopo tanti anni di incuria, che rimetterli in uso sarebbe costato di più che farli ex novo, in quanto tutti i principi per la ricostruzione sono cambiati, a partire dall’indice sismico che prima era 9 e oggi 11, per cui seppur parliamo di edifici in cemento armato precompresso, oggi non soddisfano gli standard e non rispondono ai requisiti di legge per essere recuperati».

Un finanziamento cospicuo come prosegue a spiegare il Sindaco: «Si tratta di 1milione e 900mila euro, il cui progetto è già fatto, approvato e appaltato. E sorgeranno poco meno di 20 nuove abitazioni. Prima però come dicevo, occorre demolire, e per questo c’è un progetto a parte al quale subentrerà la società che ha appaltato i lavori di ricostruzione. I nuovi fabbricati avranno dimensioni maggiori e varianti, in base alle esigenze abitative, anche se oggigiorno non ci sono più famiglie numerose purtroppo».

La località Frontone è un’area che «all’epoca fu utilizzata per l’insediamento di prefabbricati leggeri donati dalla provincia di Catanzaro, prima di passare alla ricostruzione con questi edifici di cemento armato vibrato precompresso. Era un quartiere che ospitava 30 di questi alloggi».

Per il fatto di essere stato il Sindaco del Terremoto, guardare ora queste abitazioni dismesse e pensare al recupero dell’area è per il il Primo cittadino un tumulto di sensazioni: «All’epoca vivevamo l’emergenza, avevamo l’impellenza di agire e togliere dalle roulotte, dalle tende, dai prefabbricati in legno i nostri concittadini che vivevano in situazioni assolutamente non procrastinabili. A Pasqua del 1981 avevamo già sistemato tanti di loro in questi prefabbricati, ma poi passammo alla ricostruzione diretta attraverso i fondi “Zamberletti” e realizzammo oltre 80 alloggi, di cui la maggior parte tutti efficaci e abitati, anche se richiedono manutenzioni. Vedremo poi di occuparci anche di questi altri, affinché abbiano tutti i requisiti moderni».

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