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ADOLESCENTI TRA RABBIA, VIOLENZA E SFIDUCIA COSA STA ACCADENDO AI NOSTRI GIOVANI?

La dott.ssa Sola: «Abbiamo costruito una cultura in cui il successo, il denaro, la popolarità, l’apparenza, la prevaricazione contano più di tutto»

Aggressione, violenze e challenge. Cosa sta accadendo ai nostri giovani? È davvero qualcosa che non ci riguarda, episodi sporadici, o si tratta di una vera e propria emergenza? «Vi è un aspetto importante che non si può ignorare – ci racconta la dott.ssa Laura Sola, Psicologa , Psicoterapeuta cognitivo comportamentale e Sociologa – che riguarda la complessità in cui sono immersi i nostri ragazzi. Il primo problema è proprio la fragilità degli adulti. Abbiamo costruito una cultura in cui il successo, il denaro, la popolarità, l’apparenza, la prevaricazione contano più di tutto. Ne siamo tutti contagiati e i ragazzi si esprimono sempre più spesso con una distruttività senza pari». «La violenza giovanile -spiega la dottoressa – comprende tutta una gamma di azioni aggressive che va dalla violenza psichica o verbale, alla violenza fisica o sessuale e può giungere a forme più gravi di aggressione. L’attuale generazione di giovani e di adolescenti sembra non avere né punti di riferimento né valori positivi forti, questo comporta l’inettitudine alla progettualità per il futuro, l’intolleranza verso il rispetto delle regole e dei limiti precostituiti. Il giovane che in contesti di gruppo arriva facilmente a consumare la violenza, con la stessa facilità ne prende le distanze, con una inabilità ad avere consapevolezza delle proprie azioni e ad essere empatico con la vittima, non rendendosi conto della sofferenza altrui. Il rischio di reiterazione è molto elevato. Alla base vi è una incapacità di gestione delle relazioni umane, con un approccio sbagliato e disfunzionale». «Sono giovani con una fortissima fragilità e le fasce maggiormente colpite vanno dai 15 ai 18 anni. Tanti sono i fattori che entrano in campo ,alcune volte si commette violenza per il raggiungimento di un riconoscimento sociale, di una supremazia nel gruppo dei pari, altre volte la causa è una disperazione interna che trasforma l’altro nello sfogo della propria frustrazione». Un’altra causa, nell’era dei social, è la «ricerca di visibilità: anche per questo motivo le risse tra gruppi sono diventate così frequenti. È importante – evidenzia la dott.ssa Sola -sottolineare la presenza di una componente narcisistica. Con lo svoltare del secolo, la problematica narcisistica, da sempre tappa obbligata dell’adolescenza, è stata caricata da un’an- sia sociale e da un peso psicologico importante, che alimentano inadeguatezze e tensioni insostenibili per molti ragazzi. Inoltre la supervisione degli adulti, spesso carente, causa una incompleta educazione nel contesto familiare. Un contesto spesso dettato da instabilità, quando si subisce o si assiste a scene di violenza. E ancora l’appartenenza a gruppi amicali devianti, la carenza delle strutture extrascolastiche e l’abbandono scolastico sono ulteriori elementi che genera- no frustrazione e rabbia nel giovane». Vogliamo però concludere con speranza, fornendo strumenti necessari per contrastare l’insorgenza di questi fenomeni: «Torniamo ad ascoltare i nostri figli, a comprendere il loro disagio, creiamo uno spazio di dialogo. Affianchiamo gli adolescenti evitando che possano trovarsi soli ad affrontare situazioni che non sono in grado di gestire in maniera funzionale secondo il loro grado di maturità psicologi- ca. Stabiliamo dei limiti per l’utilizzo di tv ed internet e aiutiamoli-conclude la dott.ssa Sola – a perseguire i loro obiettivi».

Di Anna Tammariello

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