In Cappella Sistina, l’udienza di Papa Francesco agli artisti partecipanti all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani
Il Papa agli artisti: l’armonia abiti di più il nostro mondo, siete miei alleati
Nell’incontro in Cappella Sistina con gli artisti che partecipano alla celebrazione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani, Francesco chiede il loro aiuto per le cose che più ha a cuore,
“come la difesa della vita umana, la giustizia sociale, gli ultimi, la cura della casa comune, il sentirci tutti fratelli”
E di continuare ad agire come
“coscienza critica della società”
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Abbiamo bisogno che il principio dell’armonia abiti di più il nostro mondo. Voi artisti potete aiutarci a lasciare spazio allo Spirito” di Dio, il “grande armonizzatore”.
Vi sento alleati “per tante cose che mi stanno a cuore, come la difesa della vita umana, la giustizia sociale, gli ultimi, la cura della casa comune, il sentirci tutti fratelli. Mi sta a cuore l’umanitàdell’umanità”. Sono alcuni degli stimoli che Papa Francesco lascia agli artisti incontrati nella Cappella Sistina, partecipanti all’ all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani.
La vostra arte, una vela che si riempie dello Spirito
In un discorso a lungo applaudito alla sua conclusione, il Papa ricorda innanzitutto che la Chiesa ha sempre avuto con gli artisti un rapporto “nello stesso tempo naturale e speciale”. Naturale perché l’artista “prende sul serio la profondità inesauribile dell’esistenza, della vita e del mondo, anche nelle sue contraddizioni e nei suoi lati tragici”.
“L’artista ricorda a tutti che la dimensione nella quale ci muoviamo, anche quando non ne siamo consapevoli, è quella dello Spirito. La vostra arte è come una vela che si riempie dello Spirito e ci fa andare avanti”
Arricchite il mondo di una realtà nuova
Ma l’amicizia tra Chiesa e artisti è anche speciale, “soprattutto – ricorda Francesco – se pensiamo a molti tratti di storia percorsi insieme”, e oggi “aspettiamo nuovi frutti anche nel nostro tempo, in un clima di ascolto, di libertà e di rispetto. La gente ha bisogno di questi frutti, di frutti speciali”. E sottolinea che il teologo Romano Guardini scriveva che l’artista mentre crea è come un fanciullo e un veggente, con la “spontaneità” del primo che immagina e “l’acutezza” del secondo che coglie la realtà. Come un bambino si muove “nello spazio dell’invenzione”, della creazione, “del mettere al mondo qualcosa che così non si era mai visto”.
Voi artisti realizzate questo, facendo valere la vostra originalità. Nelle opere mettete sempre voi stessi, come esseri irripetibili quali noi tutti siamo, ma con l’intenzione di creare ancora di più. Quando il talento vi assiste, portate alla luce l’inedito, arricchite il mondo di una realtà nuova.
Sottraetevi al potere della presunta bellezza artificiale
Citando il Libro di Isaia e l’Apocalisse, dove Dio che dice “Ecco, faccio una cosa nuova” e poi “Faccio nuove tutte le cose”, il Pontefice chiarisce che “la creatività dell’artista sembra così partecipare della passione generativa di Dio. Siete alleati del sogno di Dio! Siete occhi che guardano e che sognano”. E avendo la capacità “di sognare nuove versioni del mondo, d’introdurre novità nella storia”, prosegue Papa Francesco, gli artisti assomigliano anche ai veggenti e ai profeti. Perché “sapete guardare le cose sia in profondità sia in lontananza”, per scrutare l’orizzonte e scandagliare la realtà al di là delle apparenze. Così “siete chiamati a sottrarvi al potere suggestionante di quella presunta bellezza artificiale e superficiale” oggi diffusa e spesso complice “dei meccanismi economici che generano disuguaglianze”.
Come i profeti, criticate le astuzie del potere
Una bellezza, dice il Papa, “che nasce morta”, finta, cosmetica, “un maquillageche nasconde invece di rivelare”. Voi, spiega agli artisti, “vi tenete distanti da questa bellezza, la vostra arte vuole agire come coscienza critica della società, togliendo il velo all’ovvietà. Volete mostrare quello che fa pensare, che rende vigili, che svela la realtà anche nelle sue contraddizioni, nei suoi aspetti che è più comodo o conveniente tenere nascosti”.
“Come i profeti biblici, ci mettete di fronte a cose che a volte danno fastidio, criticando i falsi miti di oggi, i nuovi idoli, i discorsi banali, i tranelli del consumo, le astuzie del potere”
“Vi sento alleati per tante cose che mi stanno a cuore”
Francesco sottolinea che gli artisti spesso fanno questo “con l’ironia, che è una virtù meravigliosa” e “che noi non coltiviamo tanto”, come nella Bibbia, nei momenti in cui “si prendono in girola presunzione di autosufficienza, la prevaricazione, l’ingiustizia, la disumanità quando si rivestono di potere e a volte pure di sacralità”.
In questo essere veggenti, sentinelle, coscienze critiche,vi sento alleati per tante cose che mi stanno a cuore, come la difesa della vita umana, la giustizia sociale, gli ultimi, la cura della casa comune, il sentirci tutti fratelli. Mi sta a cuore l’umanità dell’umanità, quella dimensione umana dell’umanità. Perché è anche la grande passione di Dio.
L’arte non addormenta le coscienze, le tiene sveglie
Come la fede, ricorda Papa Francesco, anche l’arte disturba un po’. L’arte e la fede non possono lasciare le cose come stanno: le cambiano, le trasformano, le convertono, le muovono.
L’arte non può mai essere un anestetico; dà pace, ma non addormenta le coscienze, le tiene sveglie. Spesso voi artisti provate a sondare anche gli inferi della condizione umana, gli abissi, le parti oscure.
Perché “c’è bisogno di gettare la luce della speranza nelle tenebre dell’umano, dell’individualismo e dell’indifferenza. Aiutateci a intravedere la luce, la bellezza che salva”. L’arte “tocca i sensi per animare lo spirito e fa questo attraverso la bellezza” prosegue il Papa.
Nella vera bellezza si comincia così a provare la nostalgia di Dio. Molti sperano che l’arte torni maggiormente a frequentare la bellezza. Certo, come dicevo c’è anche una bellezza futile, una bellezza artificiale e superficiale, persino ingannatrice, quella del trucco.
Il criterio per scoprire la bellezza vera è l’armonia
Ma il criterio importante per discernere la bellezza vera, sottolinea Francesco, è “quello dell’armonia”.
è lo Spirito che fa l’armonia. E l’artista ha qualcosa di questo Spirito per fare l’armonia. Questa dimensione umana dello spirituale. La bellezza vera, infatti, è riflesso dell’armonia.
Che è, chiarisce, “la virtù operativa della bellezza”, il suo “spirito di fondo, in cui agisce lo Spirito di Dio, il grande armonizzatore del mondo”. Così parti diverse tra loro “compongono l’unità”.
È una cosa difficile, che solo lo Spirito può rendere possibile: che le differenze non diventino conflitti, ma diversità che si integrano; e nello stesso tempo che l’unità non sia uniformità, ma ospiti ciò che è molteplice. L’armonia fa questi miracoli, come a Pentecoste.
Abbiamo bisogno che l’armonia abiti di più il mondo
“L’armonia è un’altra cosa rispetto all’equilibrio” sottolinea ancora il Pontefice. E questo è un messaggio molto attuale, “in un tempo di colonizzazioni ideologiche mediatiche e di conflitti laceranti; una globalizzazione omologante convive con tanti localismi chiusi”. E’ il pericolo del nostro tempo, e “anche la Chiesa può risentirne”. Perché “il conflitto può agire sotto una finta pretesa di unità; così le divisioni, le fazioni, i narcisismi”.
“Abbiamo bisogno che il principio dell’armonia abiti di più il nostro mondo, e cacci via l’uniformità. Voi artisti potete aiutarci a lasciare spazio allo Spirito.”
Non dimenticatevi dei poveri, date voce al loro grido silenzioso
L’opera dello Spirito, ricorda Papa Francesco, “è creare l’armonia delle differenze, non annientarle, non uniformarle, ma armonizzarle”. E la “bellezza è quell’opera dello Spirito che crea armonia. Fratelli e sorelle, il vostro genio percorra questa via!”. Prima di salutare gli artisti presenti uno ad uno, il Papa chiede loro di “non dimenticarvi dei poveri, che sono i preferiti di Cristo”, perchè “hanno bisogno dell’arte e della bellezza. Alcuni sperimentano forme durissime di privazione della vita; per questo, ne hanno più bisogno”. E voi artisti “potete farvi interpreti del loro grido silenzioso”.
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