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MALE STELLANTIS, BENE LE ROYALTIES PETROLIFERE

Rapporto sul 2022 della Banca d’Italia, problematico mercato del lavoro: in aumento chi non lo cerca, in calo l’occupazione femminile

Nel 2022 l’economia lucana ha continuato a crescere, ma con un’intensità sensibilmente inferiore rispetto all’anno precedente, quando aveva recuperato gran parte del calo dovuto alla pandemia. Secondo le stime dell’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) sviluppato dalla Banca d’Italia, nel 2022 l’attività economica è aumentata del 3% per cento a prezzi costanti, in misura più contenuta rispetto al Mezzogiorno e all’Italia, rispettivamente 3,4 e 3,7%. Alla fine del 2022 il prodotto risultava in regione superiore dello 0,3 per cento rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia (1% in Italia). Sono alcuni dati del rapporto annuale sull’economia della Basilicata redatto dalla Banca d’Italia e presentato, ieri, presso la filiale di Potenza.

LE IMPRESE

Nel 2022 il valore aggiunto industriale si è contratto dello 1,5% a prezzi costanti. Al rallentamento dell’attività ha contribuito soprattutto la contrazione dell’industria in senso stretto. Nel manifatturiero i dati dell’indagine della Banca d’Italia mostrano un calo del fatturato, dovuto soprattutto al comparto automobilistico: la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi si è confermata sui bassi livelli del 2021 e le vendite sono scese sotto i valori del 2020. L’andamento del comparto ha indebolito quello delle esportazioni, sulle quali hanno invece inciso positivamente le vendite dell’alimentare. Il settore estrattivo ha beneficiato del forte aumento delle quotazioni degli idrocarburi, pur in presenza di un calo della produzione (-9%). Le royalties sono aumentate del 71% portandosi a 160 milioni di euro e la Banca d’Italia stima che nel 2023 possano raggiungere i 200 milioni di euro. In generale, nei prossimi mesi l’andamento degli investimenti, risultato debole nel 2022, potrebbe risentire anche del rallentamento del quadro congiunturale e del maggior costo del credito. Nel medio termine l’accumulazione di capitale in alcune aree industriali potrebbe essere sostenuta dalle misure di agevolazione e di semplificazione normativa previste dall’istituzione delle Zone economiche speciali. Nel 2022 il settore delle costruzioni è cresciuto significativamente, sebbene in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. La dinamica ha beneficiato del buon andamento del comparto dell’edilizia privata, derivante anche dalle agevolazioni fiscali per la riqualificazione degli edifici. La crescita è proseguita pure nel settore terziario, sostenuto dal rafforzamento della domanda turistica: le presenze in regione sono rimaste tuttavia su un livello inferiore a quello pre-pandemico. L’agricoltura ha registrato invece una dinamica nel complesso negativa, sulla quale ha influito anche la forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e la crescita dei costi dei fattori produttivi. L’aumento dei costi di produzione ha inciso in misura contenuta sulla redditività e sulla solvibilità finanziaria delle imprese lucane, che hanno trasferito sui prezzi di vendita una parte consistente dei rincari degli input. In presenza di ampie riserve di liquidità, la dinamica del credito ha continuato a indebolirsi nel corso del 2022 in tutti i principali settori produttivi, risentendo anche dell’incremento del costo dei finanziamenti, dovuto al mutato orientamento della politica monetaria.

LE FAMIGLIE

Nel 2022 il reddito delle famiglie lucane ha continuato a crescere in termini nominali, ma il potere d’acquisto è diminuito a causa della concomitante forte crescita dell’inflazione, che ha anche frenato la ripresa dei consumi in atto dallo scorso anno. Gli effetti dei rincari dei beni energetici sono stati in parte mitigati dai provvedimenti adottati dal Governo e da quelli finanziati dall’Amministrazione regionale con le risorse delle compensazioni ambientali per le attività estrattive. Nei primi mesi di quest’anno la dinamica dei prezzi al consumo ha rallentato, sebbene l’inflazione continui a risultare elevata nel confronto storico. I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, con riferimento sia al credito al consumo sia ai finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni; dall’ultimo trimestre del 2022 le nuove erogazioni di mutui hanno cominciato a contrarsi, riflettendo l’indebolimento della dinamica delle compravendite immobiliari e l’aumento dei tassi di interesse. L’elevata incidenza delle consistenze di prestiti a tasso fisso contribuisce a contenere l’esposizione al rischio di un aumento dell’ammontare delle rate.

IL MERCATO DEL LAVORO

Nel 2022 il mercato del lavoro lucano ha ristagnato, dopo la forte ripresa avvenuta nel 2021, che aveva determinato il superamento dei livelli occupazionali pre-pandemici. È rimasto sostanzialmente stabile in regione (-0,2%) a fronte dell’incremento nel Mezzogiorno (2,5%) e nella media nazionale (2,4%). La dinamica «è attribuibile interamente alla componente femminile che, dopo aver trainato la crescita dell’occupazione nel 2021, si è contratta (- 2,5%), al contrario di quella maschile, che ha continuato a crescere (1,3%). Nella media del 2022, l’offerta di lavoro in Basilicata si è ridotta rispetto all’anno precedente, risentendo anche della dinamica negativa della popolazione residente in età da lavoro; il tasso di attività è rimasto stabile al 57,3 per cento (8,3 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale). Per le donne, la partecipazione continua a risultare significativamente inferiore (-26 % rispetto agli uomini), con un divario dalla media nazionale molto più accentuato (- 12,3% per le donne e -4,4 % per gli uomini). In un contesto «occupazionale debole», le persone in cerca di lavoro in regione si sono ridotte, determinando un calo del tasso di disoccupazione al 7,1% (8,1% in Italia). Tale dinamica ha riguardato tutte le fasce d’età.

FINANZA PUBBLICA

Nel 2022 la spesa primaria degli Enti territoriali lucani è aumentata rispetto all’anno precedente. L’incremento è attribuibile soprattutto alla spesa per acquisti di beni e servizi, sospinta anche dai rincari dei prodotti energetici; sono cresciuti, in minor misura, pure i trasferimenti a imprese e famiglie e la spesa per il personale. La spesa per l’energia degli Enti territoriali lucani nel 2022 è cresciuta del 68,3%, più che nel resto d’Italia. Sull’altro versante, nel gli incassi non finanziari degli Enti territoriali della Basilicata sono cresciuti dopo il lieve calo dell’anno precedente. Alla fine del 2022 lo stock complessivo di debito delle Amministrazioni locali lucane, calcolato escludendo le passività finanziarie verso altre Amministrazioni pubbliche (debito consolidato), era pari a 1.104 euro pro capite, i tre quarti della media nazionale. Includendo le passività detenute da altre Amministrazioni pubbliche (debito non consoli- dato), il debito era pari a 1.344 euro pro capite, il 30% in meno della media italiana. La diminuzione del debito consolidato iniziata nel 2012 è proseguita: nel 2022 il calo è stato del 6,3 per cento, più intenso della media nazionale; si è ridotta la componente costituita da titoli e prestiti concessi da banche estere, mentre è aumentata quella che fa capo a banche nazionali.

LA SFIDA DEL PNRR

Gli investimenti pubblici sono rimasti sostanzialmente stabili, ma beneficeranno nei prossimi anni dell’utilizzo delle risorse del Pnrr. Con riferimento a questi fondi, in Basilicata a maggio 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici 1,6 miliardi di euro, un valore che a livello pro capite è superiore alla media dell’Italia. Alle risorse del Piano si affiancano quelle delle politiche di coesione, che per il nuovo ciclo di programmazione 2021-27 ammontano a poco meno di un miliardo di euro. Sul Pnrr, questa la sfida descritta dalla Banca d’Italia: il successo lucano degli interventi finanziati dipenderà dalla capacità delle Amministrazioni di svolgere in tempi relativamente brevi tutte le fasi necessarie all’effettivo impiego delle risorse, dalla progettazione alla effettiva realizzazione. Dal confronto tra le assegnazioni ricevute, ripartite nel periodo 2023-26 e i pagamenti medi per investimenti del triennio pre-pandemico emerge che per rispettare i Piani è necessario che i Comuni lucani aumentino gli esborsi annui di una percentuale che va dal 70 al 90%.

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