TROPPE FRAGILITÀ, URGE POLITICA INDUSTRIALE
Economia Lucana di Francesco Somma
Gli ultimi report sullo stato di salute dell’industria lucana fanno emergere numerosi elementi di fragilità che ci devono indurre a necessarie riflessioni sull’urgenza di una strategia di politica industriale regionale. Il rapporto regionale Pmi 2023, presentato nella giornata di oggi e realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit fotografa per il 2021 una situazione che, alla luce di quanto emerso dall’ultimo rapporto Banca d’Italia, sembra essere il preludio del rallentamento certificato dall’aggiornamento “Economia della Basilicata”: il rapporto Pmi che offre uno strumento per approfondire la struttura e l’evoluzione dello stato di salute delle piccole e medie imprese da una prospettiva territoriale misura infatti una crescita delle Pmi in regione del 4 per cento, nettamente inferiore al resto del Mezzogiorno (5,3 per cento), area del Paese con il maggiore incremento. Il rapporto stima, inoltre, per il 2022 un arresto della crescita, prospettando un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale. I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito hanno fatto contrarre la redditività netta e gli utili delle Pmi. Le conseguenze sono evidenti nei dati illustrati ieri da Bankitalia che misurano una riduzione del valore aggiunto pari all’1,5 per cento, con un calo di fatturato in molti settori legato soprattutto al rincaro dei costi dei fattori produzione. Una dinamica principalmente determinata dalla spesa energetica e dai prezzi delle materie prime. Gli investimenti sono deboli e l’occupazione ristagna. Unica eccezione per il comparto dell’edilizia, trainato per lo più dai bonus. La sospensione di questi ultimi, però, soprattutto in assenza di una rapida attuazione del Pnrr, mostra già ripercussioni sull’andamento del settore negli ultimi mesi. L’aumento del costo del debito, per il quale si prevedono ulteriori incrementi, rischia di rallentare i già deboli finanziamenti delle imprese. L’economia lucana si conferma essere esposta a numerosi elementi di criticità che vanno affrontati in maniera incisiva e radicale, per evitare di rimanere travolti dal rallentamento della crescita che si va profilando a livello nazionale. È fondamentale, in questo momento, aiutare le imprese a crescere a fronte di oggettivi fattori che ne limitano la competitività. In particolare, il persistere di un’inflazione molto sostenuta, tassi di interesse in rialzo e, di conseguenza, investimenti in calo nonostante la necessaria riconversione produttiva indotta dalla doppia transizione. L’avviso pubblico della Regione Basilicata per l’efficientamento energetico delle imprese, per il quale sono state assicurate nuove risorse, rappresenta sicuramente un importante sostegno per affrontare l’alto costo dell’energia. È quindi importante procedere in tempi molto rapidi alla effettiva erogazione delle risorse alle imprese i cui progetti sono stati ritenuti ammissibili e finanziabili. Continuiamo a ribadire che a nostro avviso, va perseguita la strada dell’estensione del beneficio dello sconto del gas anche sulle bollette delle imprese, ottenendo una deroga ai vincoli previsti dalle norme sugli Aiuti di Stato. Tra i più efficaci strumenti di incentivo agli investimenti industriali, in termini di crescita economica e occupazionale, ci sono i contratti di sviluppo a valenza regionale, eccellente misura messa in campo dal Governo regionale. Su questi diventa pertanto indifferibile una decisione coraggiosa e rapida tesa ad un loro congruo rifinanziamento. A ciò vanno aggiunti strumenti di ingegneria finanziaria (rafforzamento Consorzi Fidi e basket Bond) nell’ambito della nuova programmazione europea 2021-2027. Bisogna puntare sulla massima valorizzazione di grandi opportunità che ci offre il particolare mo- mento storico, quali Pnrr e Zes, e sui settori che si confermano essere i veri traini dell’economia lucana, quali l’energia in modo da definire pacchetti agevolativi compositi in grado di attrarre nuovi investimenti esogeni, nonché stimolare il tessuto produttivo endogeno. A parte il marcato aumento del valore della produzione nel settore estrattivo, la nostra regione – come emerso dall’aggiornamento di Bankitalia – può vantare un forte incremento della produzione da fonti rinnovabili con dati significativamente superiori alla media nazionale, a dimostrazione del virtuoso cammino che la Basilicata ha intrapreso sulla via della transizione verso l’energia “pulita”. Tale specializzazione produttiva va ulteriormente completata anche attraverso una semplificazione delle procedure autorizzative e con lo sviluppo delle filiere industriali collegate all’idrogeno. Le preoccupazioni maggiori sono legate al futuro dell’automotive lucano che, dopo la forte frenata già registrata negli ultimi anni, si misura oggi con gli effetti della transizione ecologica e in particolare con il ridimensionamento produttivo che si va profilando sulla base dell’attuale piano industriale Stel- lantis. Un significativo avanzamento è sicuramente rappresentato dall’annuncio del Ministro Urso rispetto all’impegno del Governo per la definizione di un “accordo di transizione con la holding multinazionale. All’interno di esso la Basilicata dovrà saper rivendicare la conferma del ruolo dello stabilimento di Melfi, da sempre considerato punto di riferimento di eccellenza in Italia e nel mondo.
Di Francesco Somma
Presidente Confindustria Basilicata