CAVA VIETRI POTENZA, OLTRE L’APPALTO TRUCCATO
Il padre del consigliere comunale indagato: «Si possono fare altre cose»
Appalto da oltre mezzo milione di euro per la vendita a corpo del materiale estrattivo depositato presso la cava Pedali di proprietà del Comune di Vietri di Potenza: gara truccata e 5 misure cautelari, ovvero divieti di dimora. Tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Potenza, il consigliere comunale in carica Antonio Viggiano che anche per il tramite del padre Bruno Viggiano, recidivo risultando dal certificato del casellario giudiziale plurimi precedenti tra cui una condanna per bancarotta fraudolenta, accettava da Ciro Caputo, amministratore unico della Caputo Srl, da Carmine Caputo e da suo nipote Giuseppe Trimarco, la promessa dell’elargizione di cospicue somme di denaro, un compenso pari al 10 del valore dell’appalto, una tangente di circa 50mila euro, o un autovettura Audi Q3. L’appalto esperito nel 2022, è stato poi effettivamente aggiudicato ai Caputo, grazie, secondo l’accusa, alle informazioni riservate fornite da Viggiano relative alle altre offerte presentate.
Il gruppo, per allontanare sospetti, aveva concordato di non farsi vedere insieme in giro e di non parlare al telefono di tutto ciò che riguarda la definita «operazione», ma la vicenda è emersa ugualmente a seguito della denuncia di un altro partecipante all’appalto.
Prima delle misure cautelari, il gruppo oltre ad essere soddisfatto, già era proiettato oltre la gara truccata.
Come da frase di Bruno Viggiano intercettato: «La prospettiva è che si possono fare altre cose»