UCRAINI, IL PREFETTO APRE AL DIALOGO
Sul caso del trasferimento delle due donne disagiate la Prefettura del capoluogo sente Marsico
Si può cambiare una situazione ingiusta facendo una corretta informazione? Noi crediamo di si. Ci crediamo per- ché crediamo fortemente nella missione sociale del giornalismo. Ci crediamo, anche e soprattutto, perché ogni tanto ci danno ragione i fatti. Raccontare la verità, raccontarla in modo lineare e senza né paure né titubanze può servire per correggere chi in buona fede commette errori. Negli ultimi giorni abbiamo più volte raccontato la preghiera che l’associazione “dalla Basilicata all’Italia non lasciamo indietro nessuno” ha rivolto all’On. Salvatore Caiata per chiedergli di intervenire sulla decisione del Prefetto di trasferire alcuni profughi ucraini. Non c’erano interessi personali da difendere ma la possibilità per un malato di proseguire le cure, per uno studente in difficoltà di continuare la sua formazione, per alcune don- ne di poter proseguire la propria amorevole attività di cura verso persone in difficoltà. Attività queste che sarebbero andate incontro ad evidenti difficoltà se non al- l’impossibilità di andare avanti.
LA PREFETTURA APRE AL DIALOGO
Con immensa soddisfazione e con una punta di orgoglio siamo ben lieti di prendere atto che dalla Prefetto hanno mostrato non solo la straordinaria intelligenza di cambiare idea ma anche la sensibilità di ascoltare chi invocava aiuto. L’allarme della presidente del- l’associazione, Rita Marsico, sarebbe stato accolto. Possiamo sperare che Sua Eccellenza il sig. Prefetto adesso si prenda in carico, si occupi con tutta la sensibilità di cui le persone migliori sono capaci, della questione e che trovi una soluzione che, nel pieno rispetto della legalità formale, sia in grado di contemperare le esigenze umane che sono sottese non solo all’attività normativa ma anche alle scelte amministrative. Speriamo di poter raccontare su queste colonne che la soluzione è stata trovata, che era possibile far si che i malati potessero continuare a curarsi e gli studenti a studiare e che l’Italia ha confermato la sua storia e la sua tradizione fatta di accoglienza e umanità. Quando abbiamo denunciato alcuni errori nella gestione del- l’Ordine Pubblico durante la festa di San Gerardo siamo stati, poi, ben felici di sentire la massima autorità di Governo in Provincia di Potenza dire nella sua conferenza stampa che i nostri suggerimenti sarebbero stati accolti. Con una gioia ancora più grande saremmo contenti di annunciare che anche questo problema è sta- to risolto. Non ci interessa neanche prendercene il merito, ci interessa soltanto poter contribuire con l’unica arma che abbiamo a rendere il nostro mondo un posto migliore. Possiamo essere certi che, se esiste una possibilità per cambiare idea, una persona intelligente come il Prefetto non avrà difficoltà a farla sua, siamo certi che le persone intelligenti sono sempre capaci di cambiare idea, il Prefetto sta per farlo e siamo certi lo farà ancora altre volte. Del resto soltanto i paracarri stanno sempre fermi.
UN GIORNALE DI PROSSIMITÁ
“Chi si loda si sbroda” dice il vecchio adagio e noi non vogliamo cadere in questo errore. Ci piace, però, ringraziare il lavoro solerte che tutta la nostra redazione fa per consentire a noi di essere sulle no- tizie e di provare a fare opinione anche nella speranza di poter cambiare le cose. Abbiamo scelto di essere un giornale di prossimità con una proiezione sul Nazionale. Abbiamo scelto, cioè, di essere dove accadono le notizie che gli altri non riportano, dove accadono i fatti che gli altri dimenticano e di raccontare la provincia che tutti gli altri dimenticano perché siamo convinti che anche in Provincia accadono cose importanti, alcune volte giuste, altre volte sbagliate e che sia compito della libera stampa riportarle, commentarle e provare ad emendarle o a esaltarle se giuste. Noi ci proviamo, con tutti i nostri li- miti e tutti i nostri errori. Abbiamo la capacità per continuare a provarci e la voglia di non mollare di un centimetro. Sia chiaro, con la stessa determina- zione con la quale abbiamo de- nunciato l’errore siamo pronti ad esaltarne la correzione o a fustigarne la ripetizione. E’ un lavoro che ci piace fare e che vogliamo continuare a fare perché la libertà non è altro che la possibilità concessa a tutti gli uomini di fare la cosa giusta.
Di Massimo Dellapenna