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MAZZETTE ALL’OMBRA DI CAVA PEDALI

Vietri di Potenza, gara truccata. Le intercettazioni: «Questo Comune fa quello che vuole (…) il sindaco fa quello che dice Viggiano». Coinvolto uomo di fiducia del sindaco Giordano, il consigliere comunale Viggiano: 5 misure coercitive

Appalto da mezzo milione di euro per la vendita a corpo del materiale estrattivo depositato presso la cava Pedali di proprietà del Comune di Vietri di Potenza: gara truccata e 5 misure cautelari, ovvero divieti di dimora.

GLI INDAGATI

Tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Potenza, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dal Pm Vincenzo Montemurro, il consigliere comunale in carica Antonio Viggiano che anche per il tramite del padre Bruno Viggiano, recidivo risultando dal certificato del casellario giudiziale plurimi precedenti tra cui una condanna per bancarotta fraudolenta, ha accettato da Ciro Caputo, amministratore unico della Caputo Srl, da Carmine Caputo, quale amministratore di fatto della Caputo Srl, e da suo nipote Giuseppe Trimarco, intermediario tra lo zio e i Viggiano, la promessa dell’elargizione di cospicue somme di denaro. La tangente, come emersa dalle intercettazioni e come ipotizzata dalla Procura, prevedeva un compenso pari al 10 del valore dell’appalto: circa 50mila euro. Altra utilità, poteva essere rappresentata da una «autovettura Audi Q3» che costava, come dicevano gli indagati, «ventisei, ventisette» mila euro. Anzi «l’operazione», come la chiamavano gli indagati tra di loro, nacque proprio così. Lo stesso Caputo racconta la circostanza in cui Antonio Viggiano «venne la prima volta, disse che voleva la macchina», confermando al nipote: «È nata così l’operazione». Operazione, per i Viggiano di facile compimento. Per esempio, Bruno Viggiano, padre del consigliere comunale Antonio, uomo fidato del sindaco pentastellato Christian Giordano che gli ha affidato le deleghe al turismo, alle politiche giovanili, alla mobilità e ai trasporti, anche così rassicurava Carmine Caputo: «Ma tu lo sai che il sindaco, tutto quello che dice Antonio, fa il sindaco».

LE MISURE CAUTELARI

Nei confronti dei Caputo, Carmine e Ciro, il Gip Antonello Amodeo, che ha ravvisato il pericolo di recidiva e protrazione del reato, contestati a vario titolo corruzione e turbativa d’asta, ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Sicignano degli Alburni, in provincia di Salerno, nonchè le misure cautelari interdittive del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi di persone giuridiche o imprese interdicendo in tutto le attività ad essi inerenti per la durata di 1 anno. Nei confronti dei Viggiano, Antonio e Bruno, e di Giuseppe Trimarco, il Gip ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora nel territorio del comune di Vietri di Potenza. Il Pm Montemurro, invece, aveva chiesto il carcere per Carmine Caputo, per i Viggiano e per Trimarco mentre, per Ciro Caputo, i domiciliari.

IL RESPONSABILE DEL COMUNE

L’appalto, importo a base d’asta di 500 mila euro, faceva gola agli imprenditori del settore per i profitti stimati tenuto conto del prezzo di mercato dei 150mila metri cubi di materiale inerte pari a circa 1 milione e 459 mila euro. La stima è facilmente ricavabile dalla medie dei prezzi praticati dai 4 gestori di Cave più vicini alla Cava Pedali. Per realizzare il disegno criminoso, fondamentale l’apporto del consigliere comunale Viggiano, ma, come da teorema accusatorio, indispensabile anche il sostegno di un altro indagato, non attinto da misure cautelari: Claudio Pirollo quale responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Vietri di Potenza. È lui che ha formulato una «procedura ad evidenza pubblica non conforme alle disposizioni di legge in quanto non garantiva la segretezza delle offerte non prevedeva un apposita seduta pubblica per l’apertura delle offerte e violava i principi di parità di trattamento trasparenza e pubblicità dei procedimenti pubblici consentendo consapevolmente ad Antonio Viggiano, la possibilità di conoscere e divulgare informazioni riservate relative alle offerte pervenute in occasione della gara». L’appalto esperito nel 2022, è stato poi effettivamente aggiudicato alla Caputo Srl, grazie, secondo l’accusa, proprio alle informazioni riservate fornite da Viggiano relative alle altre offerte presentate.

IL SISTEMA: «FIGLIO DI PUTTANA PIÙ 25»:

Il dato di partenza, le offerte presentate per la Cava Pedali del Comuni di Vietri di Potenza sono state 6: 3 consegnate a mano e 3 inoltrate a mezzo Pec. Quando la Polizia è andata in Comune per acquisire documentazione dell’appalto quale verbali di gara, nomina della commissione di gara e verbali di apertura buste gara d’appalto, si sono trovati difronte un mu- ro nel senso che la risposta di Pirollo fu: «Detti atti non esistono». I Caputo in un primo momento parteciparono alla gara presentando un’offerta economica a nome della ditta Alburni Multiservice Srl «avente quale legale rappresentante la figlia di Caputo Carmine, ossia Caputo Cristina»: 501 mila euro. Obiettivo: puntare all’aggiudicazione col minimo rialzo. Sennonchè, dagli «amici», l’informazione della «necessità di formulare un’altra offerta con un importo più alto essendo pervenuta da parte della ditta Lc Trasporti Srl in busta chiusa un offerta dell’importo di euro 507mila». Intercettato, Carmine Caputo racconta all’interlocutore: «Cose da pazzi, aprire una pec per vedere chi erano i concorrenti e per dirmi metti metti cinque e quindici che hai vinto». Temendo «il bidone», ovvero «un tranello», dai Caputo, tramite la Caputo Srl, presentata una nuova offerta con 10mila euro in più rispetto all’indicazione ricevuta dagli «amici» di Vietri, «diecimila euro non sono niente»: 525mila euro. Subito gli «amici» controllarono, tanto che come racconta Caputo stesso, ricevette anche il messaggio: «Figlio figlio di puttana, più venticinque», cioè 500mila euro della base d’asta più i 25mila di rialzo in luogo dei soli 15 “consigliati” poichè bastevoli a superare i 507 della Lc Trasporti. Ad ogni modo, aggiudicazione andata in porto. Per gli inquirenti, dal materiale probatorio raccolto, chiari elementi «circa l’alterazione della procedura di aggiudicazione in favore della Caputo Srl e circa la promessa di utilità collega- ta a tale aggiudicazione».

LA TANGENTE DEL 10%

Da varie intercettazioni, emerso inoltre che «il prezzo pattuito per il patto corruttivo era di 50mila euro pari al 10% del prezzo base per la vendita del materiale estrattivo». Anche Caputo ammette e ricorda che «gli era stato chiesto il dieci per cento» precisando il luogo dove era avvenuto l’incontro con Viggiano che aveva parlato anche dell’Audi Q3: «Me lo ha detto nel suo capannone, il dieci per cento».

GIORDANO, VIETRI DI POTENZA E «IL COMUNE FA QUELLO CHE VUOLE»

In un’altra intercettazione, Carmine Capito spiega all’interlocutore quello che ha capito di Vietri di Potenza: «Loro, loro fanno praticamente quello che vogliono, questo Comune qua fa quello che vuole». Dopo il ricorso al Tribunale amministrativo regionale Tar di Basilicata che ha accolto il ricorso della seconda classificata, riunione in Comune: i partecipanti, come da conversazioni captate in modalità ambientale, il sindaco Giordano, Pirollo, Giuseppina Russo e il ragioniere Adolfo Nappi in qualità di responsabile comunale dell’Area amministrativa-contabile. Proprio Nappi, tra l’altro, aveva apposto il parere favorevole in calce alla determina di aggiudicazione della gara per Cava Pedali in favore della Caputo Srl. Il sindaco Giordano, rivolgendosi a Pirollo: «Questi qua dicono, qualcuno ha visto quando aveva offerto uno ed ha chiamato ad un altro». Il dialogo diventa ancor più surreale, quando il responsabile Pirollo ribadisce che «l’offerta era visibile al protocollo». Nappi si inalbera: «Come fa ad essere visibile al protocollo, come fai tu a venire qua a fare gli accessi agli atti al protocollo, ci devono essere degli accessi, non è che io vengo qua una impresa vengo qua dietro» e, il sottinteso dell’interrotto, “vedo le offerte degli altri partecipanti”. In conclusione, l’appunto degli investigatori poi condiviso dagli inquirenti su queste e altre conversazioni, è sconcertante: «Dai suddetti dialoghi emerge in modo chiaro ed univoco che le offerte economiche erano visibili a chiunque fa- cesse accesso al protocollo del Comune di Vietri di Potenza».

Ferdinando Moliterni

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