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PAPA FRANCESCO ANNUNCIA IL CONCISTORO PER IL 30 SETTEMBRE 2023

Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, confermando la loro adesione a Cristo, Sommo Sacerdote misericordioso e fedele (cf. Eb 2,17), mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio

PAPA FRANCESCO 
Lettera del Santo Padre in occasione del 10° anniversario della visita a Lampedusa, 08.07.2023

Pubblichiamo di seguito la Lettera che il Santo Padre Francesco ha inviato all’ Arcivescovo di Agrigento, S. E. Mons. Alessandro Damiano, in occasione della celebrazione a ricordo del 10° anniversario della Sua visita a Lampedusa:

Lettera del Santo Padre

Al Caro Fratello
Mons. Alessandro Damiano
Arcivescovo di Agrigento

In occasione della celebrazione a ricordo del 10° anniversario della visita a Lampedusa, desidero inviare a Lei, ai fedeli dell’Arcidiocesi, alle Autorità ed ai presenti il mio cordiale saluto. Sono vicino a Voi con l’affetto, la preghiera e l’incoraggiamento.

Carissimi, in questi giorni in cui stiamo assistendo al ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo, siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti. La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti. È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro.

Sono trascorsi dieci anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balìa del mare, è approdato sulle vostre coste. Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze; Dio ancora ci chiede: “Adamo dove sei?, Dov’è il tuo fratello?” Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra Lui e noi? Bisogna cambiare atteggiamento; il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura. È un fratello che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione.

In tale contesto, tutti siamo chiamati ad un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione. È necessario quindi che la Chiesa, per essere realmente profetica, si adoperi con sollecitudine per porsi sulle rotte dei dimenticati, uscendo da sé stessa, lenendo con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo.

Vi esorto perciò a non restare imprigionati nella paura o nelle logiche di parte, ma siate cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo codesta Isola, posta nel cuore del Mare Nostrum, affinché ritorni a splendere nella sua originaria bellezza.

Mentre ringrazio ciascuno di Voi, volto radioso e misericordioso del Padre, per l’impegno di assistenza a favore dei migranti, affido al Signore della vita i morti nelle traversate, e volentieri imparto la mia Benedizione, chiedendo per favore di pregare per me.

Roma, da San Giovanni in Laterano, 20 giugno 2023

FRANCESCO

Il Papa: nel Mediterraneo sciagure disumane, la morte di innocenti è un grido assordante

Messaggio di Francesco all’arcivescovo di Agrigento per le celebrazioni a Lampedusa nel decimo anniversario della visita dell’8 luglio 2013: “Inermi e attoniti davanti alle stragi silenziose nel Mare Nostrum”. Il Pontefice esorta a cambiare atteggiamento e non restare “imprigionati” in paure e logiche di parte. Poi lancia un appello alla Chiesa: “Esca da sé stessa e lenisca con il balsamo della carità le piaghe sanguinanti di chi porta nel corpo le ferite di Cristo”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Dieci anni fa quegli oltre 300 uomini, donne e bambini provenienti dall’Africa seppelliti dalle acque del Mediterraneo, al largo di Lampedusa, sembravano una delle più grandi tragedie mai accadute nel Mare Nostrum. Dal 2013 ad oggi, il ripetersi di queste “stragi silenziose” è diventata una drammatica costante. Due solo nei mesi scorsi: Cutro, in Calabria, e Pylos, in Grecia. Centinaia di morti, migliaia di dispersi. Dinanzi a queste vite “innocenti” spezzate, “vergogna” della società, sale “un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti”. Il Papa se ne fa portavoce in un messaggio – breve e intriso di dolore e disincanto – all’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, in occasione delle celebrazioni a Lampedusa per il decennale del suo viaggio nell’isola siciliana. Quello che fu il primo viaggio fuori porta del pontificato, l’8 luglio 2013, rimasto impresso nella memoria collettiva per i gesti compiuti e le parole pronunciate dall’allora neo eletto Papa.  

Grido doloroso e assordante 

“La morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciarci indifferenti”, scrive Francesco nel testo, letto all’inizio delle celebrazioni, in cui esorta ad un cambio di approccio alla questione migratoria, non soggiogato a “paure” e “logiche di parte” e soprattutto all’indifferenza. Quella che è il peggior male, come aveva denunciato dieci anni fa scandendo un’espressione divenuta poi uno dei punti forti del magistero: “Globalizzazione dell’indifferenza”. È quella che “ci ha tolto la capacità di piangere”, sottolineava nell’omelia della Messa del 2013.  

La vergogna di una società che non sa piangere

Il Papa ricorda che “sono trascorsi dieci anni dal viaggio che ho voluto compiere nella comunità lampedusana per manifestare il mio sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balia del mare, è approdato sulle vostre coste”. Da allora poco è cambiato e assistiamo al “ripetersi di gravi tragedie nel Mediterraneo”: “Siamo scossi dalle stragi silenziose davanti alle quali ancora si rimane inermi e attoniti”, afferma il Pontefice: “È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”.

Scuotere le coscienze

“Il consumarsi di sciagure così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze”, è il suo appello: “Dio ancora ci chiede: ‘Adamo dove sei? Dov’è il tuo fratello?’”. A tale quesito, il Vescovo di Roma ne aggiunge un altro: “Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra Lui e noi?”.

Cambiare atteggiamento

“Bisogna cambiare atteggiamento; il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura. È un fratello che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione”, ribadisce il Pontefice che chiede a tutti “un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione”.

Appello alla Chiesa

In particolare la Chiesa, “per essere realmente profetica”, afferma Papa Francesco, deve adoperarsi “con sollecitudine per porsi sulle rotte dei dimenticati, uscendo da sé stessa, lenendo con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo”.

No a paure e logiche di parte

Infine un appello alla ‘gente’ dell’isola di Lampedusa, dall’eco tuttavia mondiale: “Vi esorto perciò a non restare imprigionati nella paura o nelle logiche di parte, ma siate cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo codesta Isola, posta nel cuore del Mare Nostrum, affinché ritorni a splendere nella sua originaria bellezza”

Il Papa: chi presume di essere grande non capirà mai l’amore di Dio

Migliaia di pellegrini e fedeli hanno partecipato all’Angelus per stringersi intorno al Successore di Pietro. Nella catechesi il monito di Francesco a mettere da parte orgoglio, presunzione e superbia e a farsi piccoli come i bambini. “Ecco l’atteggiamento giusto: fotografare nella mente le sue opere, perché si imprimano nel cuore e poi svilupparle nella vita attraverso gesti di bene”. Al termine l’annuncio del Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, appello per la pace in Terra Santa

Cecilia Seppia – Città del Vaticano

Quali sono i segni dell’agire di Dio nel mondo? I ciechi che riacquistano la vista, i lebbrosi purificati, i malati guariti, i peccatori perdonati, i morti resuscitati e ogni altro atto di amore che salva e libera e conforta e ristora. E’ così che Egli agisce, così si rivela, dice Francesco dalla finestra dell’Angelus davanti a una piazza piena di sole e di gente, mentre commenta il Vangelo del giorno in cui Gesù rende lode al Padre perché non si è manifestato ai dotti e ai sapienti piuttosto ai piccoli, i semplici, quelli cioè che hanno il cuore sgombro dalla presunzione e dall’amor proprio e che sanno stupirsi di fronte alla grandezza dell’amore, diversamente da quanti invece sono pieni di sé e guardano solo i propri interessi. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Dio ama, non fa spettacolo

Per questo Gesù loda il Padre, perché la sua grandezza consiste nell’amore e non agisce mai al di fuori dell’amore. Ma questa grandezza nell’amore non è compresa da chi presume di essere grande e si fabbrica un dio a propria immagine: potente, inflessibile, vendicativo. In altre parole, non riesce ad accogliere Dio come Padre chi è pieno di sé, orgoglioso, preoccupato solo dei propri interessi, convinto di non aver bisogno di nessuno.

È successo a Corazìn, Betsàida e Cafarnao, città ricche del tempo, spiega il Pontefice, dove davanti agli occhi della gente Gesù ha compiuto molte guarigioni, ma succede anche oggi, ogni volta che si resta sordi al Vangelo. Gli abitanti di quelle città hanno interpretato quei segni come “eventi spettacolari, utili per far notizia e alimentare le chiacchiere: esaurito l’interesse passeggero però, li hanno archiviati, magari per occuparsi di qualche altra novità del momento. Non hanno saputo accogliere le grandi cose di Dio”. I piccoli invece le sanno cogliere e accogliere.

Fotografare le opere di Dio e svilupparle come gesti di bene

I piccoli sono quelli che, come i bambini, si sentono bisognosi e non autosufficienti, sono aperti a Dio e si lasciano stupire dalle sue opere. Loro sanno leggere i suoi segni, meravigliarsi per i miracoli del suo amore!

Farci piccoli, ecco la via giusta per cogliere sempre quei gesti d’amore, segni della bontà di Dio, anche in mezzo alla marea quotidiana di notizie che ci sommerge, fotografare nella mente le sue opere, i miracoli di cui – incalza il Papa – la nostra vita è piena!

Di fronte ad essi, però, anche il nostro cuore può restare indifferente e diventare abitudinario, curioso ma incapace di stupirsi, di lasciarsi “impressionare”. Impressionare: è un bel verbo che fa venire in mente la pellicola di un fotografo. Ecco l’atteggiamento giusto davanti alle opere di Dio: fotografare nella mente le sue opere, perché si imprimano nel cuore, per poi svilupparle nella vita, attraverso tanti gesti di bene, così che la “fotografia” di Dio-amore diventi sempre più luminosa in noi e attraverso di noi.

Concistoro il 30 settembre e appello per la Terra Santa

Dopo la preghiera mariana il Papa esprime vicinanza alla Terra Santa attraversata da disordini e proteste contro la riforma giudiziaria e i sanguinosi fatti di cronaca dei giorni scorsi nel nord della Cisgiordania con raid aerei su Jenin che hanno provocato 12 vittime palestinesi e un soldato israeliano.

In occasione della Domenica del Mare, la giornata internazionale di preghiera che le Chiese dedicano ai marittimi e alle loro famiglie, Francesco rivolge il suo pensiero a quanti lavorano in mare, costretti per settimane e mesi a stare lontano da casa. Poi il saluto ad alcuni universitari ucraini con il rinnovato appello a far tacere le armi nel Paese dell’Est Europa. Saluti festosi ai polacchi in occasione del pellegrinaggio a Jasna Gòra a Częstochowa. Infine l’annuncio a sorpresa di un Concistoro per la creazione, il prossimo 30 settembre, di 21 nuovi cardinali. “La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa – afferma il Papa – che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra” 

Il Papa annuncia il Concistoro per il 30 settembre

Francesco, al termine della preghiera mariana, annuncia la creazione di 21 nuove porpore

Queste le parole del Papa: 

Cari fratelli e sorelle,

Sono lieto di annunciare che 30 settembre prossimo terrò un Concistoro per la

nomina di nuovi Cardinali.

La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra.

L’inserimento dei nuovi Cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo

Ecco i nomi dei nuovi Cardinali:

1- S. E. Mons. Robert Francis PREVOST, O.S.A., Prefetto del Dicastero per i Vescovi

2- S.E. Mons. Claudio GUGEROTTI, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali

3- S. E. Mons. Víctor Manuel FERNÁNDEZ, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede

4- S. E. Mons. Emil Paul TSCHERRIG, Nunzio Apostolico

5- S. E. Mons. Christophe Louis Yves Georges PIERRE, Nunzio Apostolico

6- S. E. Mons. Pierbattista PIZZABALLA, Patriarca Latino di Gerusalemme

7- S. E. Mons. Stephen BRISLIN, Arcivescovo di Città del Capo (Kaapstad)

8- S. E. Mons. Ángel Sixto ROSSI, S.J., Arcivescovo di Córdoba

9- S. E. Mons. Luis José RUEDA APARICIO, Arcivescovo di Bogotá

10- S. E. Mons. Grzegorz RYŚ, Arcivescovo di Łódź,

11- S. E. Mons. Stephen Ameyu Martin MULLA, Arcivescovo di Juba

12- S. E. Mons. José COBO CANO, Arcivescovo di Madrid

13- S. E. Mons. Protase RUGAMBWA, Arcivescovo coadiutore di Tabora

14- S. E. Mons. Sebastian FRANCIS, Vescovo di Penang

15- S. E. Mons. Stephen CHOW SAU-YAN, S.J., Vescovo di Hong Kong

16- S. E. Mons. François-Xavier BUSTILLO, O.F.M. Conv., Vescovo di Ajaccio

17- S. E. Mons. Américo Manuel ALVES AGUIAR, Vescovo ausiliare di Lisbona

18- Rvdo. Ángel FERNÁNDEZ ARTIME, s.d.b., Rettore maiore dei salesiani

Insieme ad essi unirò ai membri del Collegio Cardinalizio: due arcivescovi ed un religioso che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa:

19- S.E. Mons. Agostino MARCHETTO, Nunzio Apostolico.

20- S.E. Mons. Diego Rafael PADRÓN SÁNCHEZ, Arcivescovo emerito di Cumaná

21- R. P. Luis Pascual DRI, OFM Cap., confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei, Buenos Aires

Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché, confermando la loro adesione a Cristo, Sommo Sacerdote misericordioso e fedele (cf. Eb 2,17), mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio.

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