CINISI OMAGGIA NINO POSTIGLIONE
Radio libere il ricordo del pioniere lucano nel consiglio comunale del paese di Peppino Impastato. Il riconoscimento alla presenza della nipote del giovane attivista ucciso dalla mafia
Fosse stato ancora vivo, Bonaventura Postiglione sarebbe stato con molte probabilità anche un pioniere della comunicazione di prossimità nel web con la stessa for- za e la stessa lungimiranza con le quali, nel 1973, fece irruzione nel mondo dei media con “Radio diffusione” (poi diventata Radio Potenza Centrale). Dalle remote frequenze lucane – fu tra le primissime radio libere in Italia dopo la sentenza n.202 della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 che liberalizzò la trasmissione via etere in ambito locale – lanciò la sua grottesca e per questo temibile e concreta guerra alla libertà di informazione via etere, per raggiungere più perso- ne possibili. Verosimilmente, con lo stesso sguardo lungo e anticonformista, a Cinisi (Palermo) nel 1977, fece irruzione con “Radio aut” Peppino Impastato che fu tra i primi a fare ricorso al- le onde dell’etere per lanciare la sua sfida ai mafiosi. Battaglie che per qualcuno potrebbero sembrare differenti ma che in realtà hanno avuto un unico grande obiettivo: lottare per la libertà. Bonaventura Postiglione, denominato da tutti Nino “l’Istrione”, è stato grazie ad un lavoro certosino della Rea (Radio tv Europee e Associate) riconosciuto come il primo pioniere delle radio li- bere in Italia. A lui infatti so- no dedicate piazze e monumenti in tutti Italia, da Varese fino a Cosenza, passando per la sua Basilicata. Questa volta il prestigioso riconoscimento dal Consiglio Comunale di Cinisi (Pa), paese del collega di battaglia, Peppino Impastato, che ha voluto ricordare le loro gesta per amore della libertà. La commemorazione, è avvenuta durante i lavori dell’ultima Assise in occasione dei 50 anni della liberalizzazione dell’etere alla presenza della nipote di Peppino Impastato, Luisa. Il magico periodo delle Radio libere che, negli anni Settanta, onorarono gli articoli 21 (libertà di espressione) e 41 (libertà di impresa) della nostra Costituzione Repubblicana, caratterizzò dal punto di vista sociale, politico e culturale i decenni a venire. La storia di Peppino Impasta- to, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978, s’intreccia a doppio filo con quella del pioniere Nino Postiglione. Mentre Peppino dalla sua “Radio Out” sulla frequenza 98.000 Mhz mandava in onda una trasmissione satiro-schizo-politica che diventa in breve tempo un vero e proprio radiogiornale di controinformazione. Da dove racconta cosa accade in consiglio comunale e nelle stanze del potere. Fa no- mi e cognomi trasformando in satira gli affari del boss del suo Paese. In Basilicata qualche anno prima nel nome della libertà di pensiero Nino Postiglione trasmetteva con un trasmettitore a centralina regola- bile, dalla sua automobile A 112, equipaggiata di tutte le apparecchiature FM necessarie, dalle zone più alte del capoluogo lucano, spostandosi frequentemente da un posto all’altro per non essere individuato dai Carabinieri, con lo pseudonimo di “Istrione”. Quel “segnale pirata” che si infilava tra le frequenze Rai, portava una ventata di fresco nella sua amata Potenza. Negli anni Settanta, bisognava essere “visionari”, per capire in anticipo quello che poi sarebbe accaduto nel mondo dell’etere grazie a due figure legate a doppio filo. Peppino Impastato ci ha insegnato a lottare per la libertà di pensiero, Bonaventura Postiglione per la libertà di un sogno.