STELLANTIS, BARDI: «REGIONE PRONTA A FARE LA SUA PARTE, MA C’È ANCORA TANTA STRADA»
Il governatore lucano reputando «sbagliata la scelta di chiudere con il motore termico dal 2035» si augura che «il confronto tra la multinazionale e i sindacati porti a risultato positivo»
A pochi giorni dell’incontro a Palazzo Piacentini tra il Ceo di Stellantis, Carlo Tavares, e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il presidente della Regione Basilicata si augura, altrettanto, che «il confronto tra la multinazionale e i sindacati sia proficuo e porti a un risultato positivo per i lavoratori». «Come Regione Basilicata – prosegue nella nota il governatore lucano – siamo pronti a fare la nostra parte, come abbiamo già comunicato sia al governo nazionale, in particolare al ministro Urso, che all’azienda, nelle varie interlocuzioni avute in questi ultimi mesi». «Un impegno, il nostro – incalza Bardi – riconosciuto, a onor del vero, anche da parte sindacale. Riteniamo che l’investimento fatto nel 1992 vada salvaguardato, che il momento che stiamo vivendo sia storico, in quanto siamo dinanzi a una rivoluzione tecnologica senza precedenti e quindi la regione Basilicata farà la sua parte per rendere lo stabilimento di Melfi sempre più competitivo, dato che oggi la concorrenza non è interna ma globale». «La scelta – prosegue nella nota il presidente Bardi – a mio avviso sbagliata, di chiudere con il motore termico dal 2035, è stata decisa a Bruxelles, ma creerà problemi sociali sui territori, come hanno sottolineato tutte le regioni di ogni colore politico nel corso del- l’ultima riunione del comitato delle regioni a Bruxelles, alla quale ho partecipato e ho por- tato il contributo della Basilicata alla discussione». «La richiesta – spiega – di tutte le regioni è stato di creare un fondo europeo apposito per gestire la transizione. A ogni modo – conclude Bardi – il nostro impegno per Melfi è da sempre sul tavolo del governo nazionale e sono sicuro che abbia contribuito alla decisione di Tavares di puntare su Melfi. Ma c’è ancora tanta strada da fare».