CICALA INVENTA A VUOTO SUL CAL: NON DECOLLA IL CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI
Elezioni assemblea, dopo 3 bandi ancora nulla
Presidente del Consiglio regionale Carmine Cicala e pratiche amministrative: un binomio che, lo è stato sin dall’inizio dell’attuale legislatura, continua a rivelarsi prolifico di papocchi burocratici. A distanza di oltre 2 anni, era l’aprile del 2021, dalla Legge regionale istitutiva del Consiglio delle Autonomie Locali della Basilicata (Cal), l’Organo di partecipazione all’esercizio delle funzioni regionali e di consultazione permanente tra la Regione e il sistema delle autonomie locali lucane, si è passati dal buio pesto, al grigiore della nebbia. Con Cicala, neanche la lentezza è garanzia che le cose, seppur con tempi dilatati oltre il pensabile, alla fine proseguano correttamente fino al conclusivo esito positivo. In merito, gli ultimi esempi di- mostrativi in ordine cronologico sono i bandi, entrambi revocati dopo anni, per il capo Ufficio stampa del Consiglio e per il presidente del Parco del Vulture. Riguardo al Cal, già dal primo impulso concreto a dare attuazione alla Legge regionale citata, il primo errore. Nel marzo scorso, l’Ufficio di presidenza aveva approvato le modalità e criteri per l’elezione dei componenti elettivi del Consiglio delle Autonomie Locali. Niente di complicato: una riproduzione della Legge regionale con produzione degli allegati per la presentazione delle candidature. Eppure a fine maggio, riscontrate «imprecisioni», per cui si è dovuto procedere «a correggere le imprecisioni rilevate».
COMPOSIZIONE DEL CAL E I 2 BANDI FLOP
Nel frattempo, a seguito di indizione dell’avviso per le candidature, per ben 2 volte, il numero minimo dei candidati non è stato raggiunto. Come da relativa Legge regionale, i membri del Cal sono 24, di cui 4 di diritto: i sindaci delle città capoluogo, Potenza e Matera, e i presidenti delle Province di Potenza e Matera. I restanti 20 membri elettivi sono così ripartiti: 6 in rappresentanza dei Comuni della provincia di Potenza con popolazione superiore ai 5mila abitanti, 5 in rappresentanza dei Comuni della provincia di Matera con popolazione superiore ai 5mila abitanti, 7 in rappresentanza dei Comuni della provincia di Potenza con popolazione inferiore ai 5mila abitanti e 2 in rappresentanza dei Comuni della provincia di Matera con popolazione inferiore ai 5mila abitanti.
L’INVENZIONE BUROCRATICA DEL RE: UN GROSSOLANO FINE A SÈ STESSO
Date le due indizioni andate a vuoto, nuova riapertura dei termini per la presentazione delle candidature, a metà giugno circa, nuove regole. Con un bando, modificata, parzialmente, la Legge regionale. È stato inserito un «comma 3 bis» che prevede che nel caso in cui alla scadenza del terzo termine per la presentazione delle candidature, come nel caso specifico, non fosse stato raggiunto il numero minimo delle stesse, comunque si sarebbe proceduto purché in presenza di candidature, nel rispetto della rappresentanza di genere, nel numero minimo pari a due terzi del numero dei seggi da assegnare, cioè 14 su 20. A parte che modificare una legge regionale con un bando ha una valenza del tutto dubbio, ma ammesso e non concesso che sia legittimo, comunque la modifica appare insensata. Gli organi del Cal sono l’Assemblea composta da 24 membri di cui 4 di diritto e 20 elettivi, il Presidente e l’Ufficio di Presidenza. Il Presidente, scelto tra i componenti dell’Assemblea, è eletto dall’assemblea nella composizione di 24 membri, a maggioranza dei due terzi dei componenti, nella seduta di insediamento. Se l’Assemblea è numericamente insufficiente, oltre a non poter eleggere il presidente non può neanche insediarsi. Per questo, nella modifica parziale della Legge regionale tramite bando, previsto che, nel frattempo i 14, cioè i due terzi, e poi, entro i successivi 90 giorni, le elezioni suppletive. Questo il senso di ciò che, escogitato da Cicala e burocrati, non ha senso. Non è tutto, il colpo fina- le. I 20 membri del Cal scelti tra gli amministratori degli Enti Locali della Regione, sono eletti in modo che sia garantita la rappresentanza dei Comuni delle Province di Potenza e Matera e degli Enti locali con meno di 5mila abitanti, come da crite- ri citati, nonchè «la rappresentanza di genere». In materia elettiva, la regola normativa è che nessuno dei due generi possa essere rappresentato in misura superiore al 60%. Alla scadenza della terza indizione, sono pervenute 14 candidature, di cui 9 per il Collegio elettorale di Potenza e 5 per il Collegio elettorale di Matera. Tutte le candidature, inoltre, sono risultate ammissibili. Nonostante l’invenzione della modifica dei due terzi, Cicala, a conferma dello sconclusionato discostarsi dalla Legge regionale, comunque ha concluso ben poco. Nelle 14 candidature ammesse, soltanto 4 donne, di conseguenza il 40% non raggiunto.
CHI SI È CANDIDATO
Questi i candidati ammessi per la provincia di Potenza, tra parentesi il Comune in cui ricoprono la carica. Per i Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti: Mauro Tuccia- riello (Rionero in Vulture), Alfonso Ernesto Navazio (Melfi). Per i Comuni con popolazione inferiore o uguale a 5mila abitanti: Francesco Mastrandrea (Forenza), Maria Felicia Bello (Armento), Giuseppina Mariateresa Paterna (Ruoti), Giuseppe Chiaradia (Roccanova), Francesco Di Tolve (Barile), Umberto Vita (Satriano di Lucania), Vincenzo Ostuni (Sant’Angelo Le Fratte). Per la provincia di Matera e per i Comuni con popolazione superiore a 5mila abitanti: Donato Ditaranto (Montescaglioso), Felicetta Salerno (Scanzano Jonico) e Rocco Salvatore Negro (Pisticci). Per i Comuni con popolazione inferiore o uguale a 5mila abitanti: Giulio Traietta (Miglionico) Valeria Malvinni (Grassano). Candidature ammesse, ma nulla di fatto. Percentuali e numeri, non tornano. Per esempio, la Legge regionale impone 5 membri in rappresentanza dei Comuni della provincia di Matera con popolazione superiore ai 5mila abitanti: solo 3 i candidati. Cosa voleva dimostrare il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala, con le deviazioni normative è cosa difficile, se non impossibile, da comprendere. Ha 14 nomi, ma sempre punto è capo: nulla di fatto, ancora una volta. Il Consiglio delle Autonomie Locali della Basilicata, non decolla, per ora.