QUARTO CI PROVA, NON VA
Per appianare con Forza Italia Guarente pronto a far saltare la Sagarese, ma Lamonea allo scuro. Giunta, FdI si presenta nonostante l’ordine contrario: per la Lega il caso è chiuso
“Si alza il sipario. Strada di campagna, con albero. È sera. Estragone, seduto per terra, sta cercando di togliersi una scarpa. Vi si accanisce con ambo le mani, sbuffando. Si ferma stremato, riprende fiato, ricomincia daccapo. Entra Vladimiro.” Inizia così la più nota commedia dell’assurdo: “Aspettando Godot” di Samuel Becket. La scena sembra ripetersi nel Palazzo di Città. Quello che si aspetta nel capoluogo di regione è una decisione definitiva sulla crisi. Quarto aveva ordinato ai suoi di non partecipare, la Casellati aveva minacciato fiamme e fuoco, Pepe non ha pronunciato verbo prima sulla questione. Quarto e Pepe, insieme a Bardi, sono partiti da Potenza per incontrarsi a Roma. Hanno parlato della crisi della città e di come uscirne. La foto e il comunicato di rito sono uscite: andiamo avanti, tutto bene, risolveremo tutto. Ieri è stata convocata la Giunta. Secondo gli ambienti della Lega sono stati discussi tutti i punti all’ordine del Giorno, la crisi è rientrata. Quelli di Fratelli d’Italia, invece, sostengono che è stata solo una Giunta tecnica, gli argomenti importanti e politici sono stati rinviati perché loro sono andati via. Secondo Forza Italia non si sa cosa è accaduto. “Non accade nulla, nessuno arriva, nessuno se ne va, è terribile!” scrive Becket nella sua commedia dell’assurdo. Ancora adesso nessuno ha capito chi sia il Godot che si aspetta nella commedia. Effettivamente anche noi non abbiamo capito cosa si aspetta per definire chiusa o aperta la crisi.
IL PERNACCHIO DEI CONSIGLIERI ALL’IRA FUNESTA DI QUARTO
L’ira funesta del Pelide Quarto si era abbattuta su Guarente con il chiaro messaggio nel quale rimproverava l’alleato leghista di aver incassato tutto quanto c’era da incassare grazie alla collaborazione di FDI senza nessun ritorno. Da Modrone alla Sel alla riconferma in quota leghista dell’ASI di Matera, scriveva Quarto, tutto era stato dato alla Lega la quale, però, non si era premurata di ricambiare né le attenzioni, né il rispetto, né la cortesia. Come Achille ai Mirmidoni, Quarto aveva ordinato di non partecipare a nessuna riunione né di Giunta né di Consiglio fino a nuovo ordine. L’ordine non è arrivato ma, evidentemente, i Consiglieri di Fratelli d’Italia non sono i Mirmidoni e, soprattutto, Quarto non è riconosciuto come il loro capo. Che sia per una scelta tecnica o per una totale condivisione politica, gli uomini di Fratelli d’Italia al Comune di Potenza hanno sonoramente risposto con un pernacchio a Quarto e sono andati in Giunta. Siamo pronti a scommetterci che ci torneranno anche oggi nella Giunta convocata alle 12.00 e che continueranno ad essere presenti anche nel prossimo Consiglio. Saranno anche Fratelli d’Italia ma mi sembra evidente che non sono pronti né alla morte né ad una crisi e che, soprattutto, non sono stretti a coorte. Quello che è in tutta Italia il modello di Partito organizzato, in Basilicata tra fughe di notizie e disubbidienze non dichiarate appare essere partito solo come participio passato del verbo partire.
POTENZA VAL BENE UNA SAGARESE
Il piano di Guarente sembra es- sere semplice: continuare nella prassi di scaricare chiunque pur di sopravvivere. Come avevamo anticipato dopo Padula, Giuzio, Galella e Pernice è il turno della Sagarese. Chiunque possa essere d’ostacolo al proseguimento della strategia della poltrona, può essere sacrificato. L’assessore Sagarese è in quota Potenza Civica. Il capogruppo di Potenza Civica Rosellina Lamonea ha appreso del piano di Guarente dal nostro giornale. Il Sindaco non glielo aveva ancora detto né glielo aveva fatto intendere. Evidentemente Guarente è convinto che, se è riuscito ad usare la lusinga del potere per convincere Fratelli d’Italia a smentire il Segretario Regionale, ancora più facilmente potrà farlo con Potenza Civica e Rosellina Lamonea. Il ragionamento del Primo Cittadino è cinicamente semplice: nessuno vuole mettere in discussione o in dubbio gli ultimi mesi di poltrona. Non lo ha fatto Fratelli d’Italia, non lo farà un movimento civico. Le fortune dei comandanti più cinici, del resto, si costruiscono sulla codardia dei loro sottoposti. Guarente lo sa e su quella codardia scommette. Avrà la Lamonea più dignità degli assessori e dei consiglieri comunali di FDI? Lo scopriremo. Certo è che, se ne avesse, Guarente non avrebbe più i numeri in Consiglio manco per muovere un dito. Intanto aspettiamo che qualcosa accada. “Siamo contenti adesso e che facciamo?” “Aspettiamo Godot” “Ah, è vero”.
Di Massimo Dellapenna