INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DI FEDERCASSE, IN OCCASIONE DEL 140° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLA PRIMA CASSA RURALE ITALIANA
“Del resto il sistema delle Banche cooperative ha dimostrato di saper affrontare prove anche recenti – a partire, ad esempio, dall’introduzione della moneta unica europea – proprio grazie alla rete di connessioni che ha caratterizzato lo sviluppo di questa vostra esperienza”
Sergio Mattarella all’assemblea annuale di Federcasse
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’assemblea annuale di Federcasse, in occasione del 140° anniversario della costituzione della prima Cassa Rurale Italiana.
Dopo la relazione
“La buona comunità”
da parte di Augusto Dell’Erba, Presidente di Federcasse,
il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli, ha svolto la lectio cooperativa dal titolo
“Armonizzare senza omologare – Trent’anni di TUB e dieci anni di Unione Bancaria”
Hanno quindi preso la parola Chiara Bedei e Elia Gargini, con un intervento dal titolo
“Dalle radici al futuro”
La cerimonia si è conclusa con il discorso del Presidente Sergio Mattarella
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA ALL’ASSEMBLEA ANNUALE DI FEDERCASSE, IN OCCASIONE DEL 140° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLA PRIMA CASSA RURALE ITALIANA
Rivolgo un saluto al Presidente della Camera dei deputati, alla Vice Presidente della Corte costituzionale, al Vice Ministro dell’economia e delle finanze, a tutti i presenti, ai cooperatori, e particolarmente, con un ringraziamento per l’invito, al Presidente Dell’Erba.
Vorrei anche esprimere un complimento per l’orchestra che ha eseguito l’Inno nazionale e per chi ha redatto il filmato.
In economia – come in ogni ambito della vita di qualsiasi società – gli strumenti che vengono, di volta in volta, apprestati corrispondono al soddisfacimento di bisogni e di aspirazioni. E, quando si tratta di strumenti collettivi, rispondono ad ansie di crescita di ceti sociali che propongono e accompagnano le trasformazioni di una società.
È questa la storia del sistema delle banche cooperative, delle casse rurali, sorte nelle periferie dell’Italia unificata per consentire a persone – i cui diritti erano solo formalmente riconosciuti nello schema dello Stato liberale ottocentesco, con ceti ai margini dalla vita civile – di divenire eguali agli altri. Eguali ai componenti degli ambienti di chi poteva avere titolarità di diritti di proprietà, di chi poteva votare, di chi poteva inviare i figli all’istruzione.
In definitiva, le casse sono state strumento di inclusione nello Stato unitario e hanno contribuito alla integrazione della società, allo sviluppo dei territori, della vita delle famiglie, rappresentando un momento fondamentale di sostegno allo sviluppo dell’Italia come oggi la conosciamo.
Dobbiamo riflettere se possiamo considerare questa missione come compiuta. Oggi, con la Costituzione repubblicana che riconosce come inalienabili quegli obiettivi e che dispone, all’art. 3, come sia “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”; quegli ostacoli che limitano la libertà, limitano l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti alla vita politica, economica e sociale del Paese.
Mancheremmo di senso della storia se non avessimo appreso la lezione per cui i principi trovano applicazione effettiva se vengono fatti vivere nelle diverse congiunture storiche con i loro continui mutamenti.
Ecco allora che l’orgoglio con cui celebrate i 140 anni dalla nascita della prima cassa rurale, a Loreggia, per iniziativa di Leo Wollemborg, viene alimentato dalla vostra attualità nell’attività svolta, centrata, ancora, nel servizio e nel sostegno alla popolazione delle aree interne del nostro Paese, in controtendenza rispetto al fenomeno della “desertificazione” bancaria che potrebbe sembrare inarrestabile.
È significativo sapere che i cittadini di 723 Comuni hanno, come unica presenza bancaria, una banca cooperativa; e che un terzo degli sportelli è collocato in Comuni delle aree cosiddette interne.
Si tratta di una funzione economica, si tratta di una funzione sociale, si tratta di un impegno nel solco dell’applicazione delle norme della Costituzione: per queste funzioni la Repubblica vi è riconoscente.
Siete parte di quella società civile che rende fecondo il nostro Paese
Il credito erogato alle piccole e medie imprese – spina dorsale del sistema produttivo e occupazionale – così come il sostegno alle famiglie, fanno sì che non si tratti soltanto, come ovvio, di un esercizio oculato e lungimirante di attività bancaria, ma veda le banche cooperative rappresentare un contributo significativo al capitale sociale dell’Italia.
Lo ha sottolineato il Presidente Dell’Erba: diffondono benessere, con il 74% del capitale raccolto tra i soci destinato a impieghi in favore dell’economia reale.
Sin dagli inizi è stata viva la consapevolezza che questa esperienza rivestiva anche altri significati.
Si inseriva nella riflessione relativa al sistema economico, al pluralismo dei suoi protagonisti, all’introduzione, nei suoi meccanismi, di criteri di solidarietà.
È il tema della economia – e della finanza – civile, poc’anzi ricordato dal Presidente Dell’Erba, che trova oggi, nel cosiddetto Terzo settore, un attore significativo.
È il tema della mutualità, che differenzia il sistema delle banche cooperative da ogni altro, con la esplicita rinuncia alla remunerazione del capitale sottoscritto dai soci.
Temi questi che, nel dibattito all’Assemblea Costituente, che accompagnò la redazione del testo della Costituzione, videro la questione della cooperazione al centro di dibattiti davvero particolarmente approfonditi nella Terza Sottocommissione, evocando principi e formulazioni che trovarono poi collocazione nell’articolo 45.
Emilio Canevari, deputato socialista della Costituente, fu l’animatore di queste discussioni.
Ma, a sottolineare la rilevanza che ebbe il tema, vorrei ricordare come, tra i firmatari di quella che sarà poi la versione approvata in seduta plenaria, dalla Commissione presieduta da Meuccio Ruini, ci sono personalità della Repubblica: dopo Canevari, primo firmatario, Togliatti, Moro, Taviani.
Una funzione permanente quella della cooperazione, radicata nella Costituzione, a confronto, naturalmente, con i tempi moderni.
La sfida – indicata e analizzata poc’anzi dal prof. Anelli – è quella di saper comporre un mosaico, una integrazione del sistema del credito capace di non tradire la mutualità.
Del resto il sistema delle Banche cooperative ha dimostrato di saper affrontare prove anche recenti – a partire, ad esempio, dall’introduzione della moneta unica europea – proprio grazie alla rete di connessioni che ha caratterizzato lo sviluppo di questa vostra esperienza.
È questa la strada che consente di affrontare il presente e di guardare al futuro. Una declinazione del principio di mutualità che sa guardare a un panorama più largo e complesso.
Leo Wollemborg – che sarebbe stato poi deputato, ministro delle Finanze, senatore – in una relazione a un congresso delle banche popolari in Francia, nel 1890, ammoniva:
“l’ineguaglianza provocherà sempre più odio”, proponendosi di contribuire “alla causa della concordia sociale”
Ecco: le Casse rurali sono state, ante litteram, interpreti e veicoli di principi come quello dell’eguaglianza degli italiani.
Auguri, di esser sempre giovani nei progetti e nelle attività, come poc’anzi hanno manifestato le giovani socie e i giovani soci delle cooperative.
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