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CARCERI, ARRIVANO I RINFORZI

Per Capece e Brienza del Sappe «Amministrazione penitenziaria sorda, sono insufficienti»

Nelle prossime settimane nuove risorse umane giungeranno nei tre Istituti Penitenziari lucani, provenienti dalla mobilità nazionale e dall’assegnazione di neo agenti, che proprio in questi giorni stanno per completare le procedure formative del 181esimo corso agenti di Polizia Penitenziaria nelle scuole di formazione dell’Amministrazione, con il giuramento previsto nei primi giorni di agosto. «Abbiamo chiesto attenzione in questi ultimi mesi, attraverso accorati appelli per sensibilizzare l’Amministrazione Penitenziaria – ha dichiarato il segretario regionale lucano del Sappe (sindacato autonomo Polizia penitenziaria) Saverio Brienza -. Amministrazione Penitenziaria sorda e cieca, poiché nonostante i numerosi interventi sindacali per evidenziare le difficoltà della penitenziaria lucana, che si trova a dover fronteggiare una miriade di complicazioni, in primis quello organico a causa di un mancato o ridotto turn over degli scorsi anni causato da tantissimi pensionamenti che hanno ridotto il personale a svolgere turni massacranti anche di dodici-quattordici ore lavorative continuative al giorno». «Sono molto amareggiato – ha proseguito Brienza -, poiché ho fatto di tutto per attenzionare tutti i problemi per rendere gli istituti penitenziari della Basilicata luoghi di lavoro più dignitosi e sicuri, ma abbiamo avuto a che fare con un Provveditorato Regionale, con sede a Bari, che avrebbe dovuto prendere atto ed in seria considerazione i problemi reali e cercare attraverso un oculato piano di assegnazione di fronteggiare le esigenze che caratterizzano i tre istituti della Basilicata. Invece nulla da fare, il Provveditore Martone, come un perfetto “Ponzio Pilato” si è voltato dall’altra parte e non ha fatto alcunché per mettere in atto un piano di assegnazione più corrispondente ai tre Istituti, proponendo invece al Dap di Roma (Dipartimento del- l’Amministrazione Penitenziaria), un piano che ci lascia basiti da tanta superficialità. In conclusione hanno inviato persona- le femminile dove non vi è bisogno e personale maschile numericamente molto inferiore rispetto alle reali esigenze». «Siamo amareggiati – ha concluso il sindacalista Brienza -, sia per il risultato di una mancata soluzione dei problemi che la polizia penitenziaria della Basilicata vive quotidianamente, ma lo siamo anche perché ci troviamo difronte ad una Amministrazione che non tiene minimamente conto del contributo sindacale che una organizzazione come la nostra, la più rappresentativa dei Baschi Azzurri, fornisce per spirito di collaborazione e per il superamento di difficoltà reali. In sostanza il Provveditorato di Bari, forse per condizioni geograficamente etniche rispetto alla Lucania, trattata come una Cenerentola, visti gli esiti, appare evidente che ha preferito risolvere solo i problemi della Puglia e non quelli della Basilicata». Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha assicurato pieno sostegno all’iniziativa del Sappe Basilicata: «Da tempo de- nunciamo una situazione allarmante, caratterizzata da un significativo sovraffollamento delle carceri a cui si contrappone una significativa carenza di appartenenti alla Polizia Penitenziaria ed a condizioni operative e di vivibilità non adeguate a chi serve lo Stato in prima linea nella patrie galere del distretto Lucani-Puglia». Capece è tornato a chiedere pubblicamente che «chi di dovere tenga in considerazione le criticità dei penitenziari lucani che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso mandati qui dal Provveditorato regionale di Bari, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della Regione». Rincarando la dose: «Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che acca- dono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Bari». «Insomma – ha concluso il segretario generale del Sappe, Donato Capece – la Lucania e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Puglia. Questo è inaccettabile. E siamo per questo sconcertati dall’assenza di provvedimenti adeguati, utili a incrementare gli organici dei Reparti di Polizia penitenziaria della Basilicata».

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