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GIOVANI E SPORT: PIÙ DI UN GIOCO

L’intervista di Anna Tammariello

Probabilmente ancor di più nella nostra società e nei giorni nostri lo sport diventa fondamentale nella vita di bambini e ragazzi. La dottoressa, psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e sociologa, Laura Sola, ne sottolinea l’importanza soprattutto «in età adolescenziale, lo sport salva i giovani e mette dei limiti ad una vita spesso sregolata, dove i limiti di spazio e tempo vengono aggirati senza troppe difficoltà e dove il mondo virtuale lascia sempre meno spazio alle regole e alle relazioni. Lo sport definisce il confine, le regole ma soprattutto definisce il luogo dove poterle imparare». Durante la fase adolescenziale ancor di più quindi lo stesso riveste un ruolo fondamentale, in quel periodo di transizione all’interno del quale avvengono cambiamenti fisici, psicologici e sociali e dove si sviluppano le attitudini sociali. «Il ragazzo – prosegue la dottoressa Sola – apprende una serie di competenze sociali attraverso situazioni stimolanti che lo portano a rafforzare il suo sé a prescindere dal risultato che sarà possibile ottenere. È soprattutto nella competizione sportiva che l’adolescente può sperimentare sé stesso, mettendosi alla prova, superando così i propri limiti e le sue insicurezze personali. I ragazzi che fanno attività sportiva sono meno esposti al rischio di venire in contatto con ambienti che favoriscono l’assunzione di sostanze dopanti o droghe». «Per i giovani quindi – sottolinea Sola – l’attività sportiva non è solo funzionale al benessere fisico ma aiuta a mantenere uno stile di vita più sano, da tutti i punti di vista. E quando abbandonano lo sport, i ragazzi e le ragazze si espongono a rischi per la salute. Il gioco acquisisce un importante ruolo educativo, aiutando ad incanalare le pulsioni aggressive in maniera socialmente accettata, nel rispetto di norme di comportamento definite. In particolar modo, i giochi di squadra acquisiscono un ruolo importante nello sviluppo degli adolescenti, attraverso la presenza del gruppo, luogo di confronto, condivisione e appartenenza. A livello motivazionale, è molto importante il ruolo che acquisiscono le varie figure che ruotano intorno al giovane: dalla squadra stessa, all’allenatore fino ai genitori, il loro approccio allo sport e al suo valore avrà un’influenza molto importante sulla scelta del minore». Lo sport dunque è una Grande occasione relazionale e interattiva. «Attraverso lo sport cresciamo come persone, e siamo in grado di sviluppare tutte quelle competenze che ci permettono di metterci in relazione con l’altro. Di fatto ci allena ad una visione collettiva, inclusiva e non esclusiva. I giovani hanno bisogno di trovare stimoli sani, nuovi confini e molta comprensione per evitare il fenomeno di abbandono dello sport in adolescenza definito “Drop Out” (ritirarsi-abbandonare). Nostro malgrado la tendenza è in aumento, infatti l’abbandono sportivo spesso legato all’insorgere di disagi psicologici si sta moltiplicando soprattutto in questi anni». Importante assecondare le volontà dei ragazzi ma anche evitare aspettative elevate, creando un clima positivo all’interno dell’ambiente sportivo. «Mi piace riportare una frase di Nelson Mandela – conclude la psicoterapeuta Sola – che spiega la profondità e l’importanza dello sport nella vita di ciascuno e dei giovani: lo sport ha il potere di creare speranza dove c’è disperazione, è il piu ’potente dei governi nel rompere barriere razziali ed è capace di ridere in faccia a tutte le discriminazioni. Lo sport ha il potere di cambiare il mondo!».

Di Anna Tammariello

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