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IL FASCINO DEL CARROZZONE

Acque del Sud SpA, i parlamentari FdI Rosa, Caiata e Mattia: «Sterili le polemiche della sinistra e dei 5 stelle». Post Eipli, si grida allo scippo senza costrutto e si tace sui disastri gestionali

Fu lo scienziato russo Pavlov ad analizzare, studiare e teorizzare la teoria del riflesso condizionato. Sostanzialmente Pavlov dimostrò che se ogni volta che dai un pezzo di carne a un cane suoni la campanella, il cane inizierà a salivare come sintomo della fame non appena sentirà il suono della campanella anche in mancanza della carne. La scoperta del riflesso condizionato è alla base del grande romanzo utopico “il mondo nuovo” di Huxley ed è uno dei capisaldi per studiare non solo la psicologia ma anche la sociologia e la politica. Un esempio chiaro dell’applicazione di questa teoria l’abbiamo vista in questo giorni in Basilicata. Al suono della campanella del “hanno fatto una Società di Capitali per gestire l’acqua”, i cani di Pavlov nella loro sembianza antropomorfa hanno iniziato a ripetere il «ci scippano l’acqua».

IL SONNO DELLA POLITICA GENERA INCUBI

Inutile dire che i cani di Pavlov avevano almeno la decenza di essere svegli al primo suono della campanella. I nostri locali imitatori, invece, hanno bisogno di un paio di scampanellate. Era maggio quando il nostro giornale titolò e parlò dell’emendamento Urzì che creava l’Ente. Non fu difficile scoprirlo, basta fare i giornalisti e verificare ciò che accade in Parlamento e che riguarda la Basilicata. Ne parlammo all’epoca e ne parlammo in senso entusiastico. Per quanto ci riguarda Acqua del Sud SpA era ed è il palese tentativo del Governo Meloni di costruire una grande azienda pubblica nella gestione delle acque meridionali. La risposta Fanfaniana ad un bisogno di lavoro, economia e moltiplicatore Keynesiana. Non abbiamo la pretesa di avere ragione a tutti i costi. Abbiamo la certezza che tutta la politica e l’informazione regionale che oggi si scopre in disaccordo, quando poteva intervenire per dire la sua non lo ha fatto. Non se n’è accorta. Se avete necessità di una prova del concetto di mediocrità applicata alla politica in questo giorni ve l’hanno servita quelli che sono intervenuti a “babbo morto”. Se non fossero stati concordi con l’iniziativa del Governo avrebbero ben potuto sollecitare i propri parlamentari quando la Legge era in discussione. Farlo ora significa dimostrare non solo malafede ma, soprattutto, inettitudine. Difendere gli interessi dei lucani senza neanche sapere cosa si decide in Parlamento per la Basilicata è una volontà di impotenza che rivela tutto di ciò che si pensa.

I NOSTALGICI DELL’EIPLI

Come tutti gli impotenti, ciò che sanno fare è soltanto scaricare la frustrazione nella nostalgia. Dopo i nostalgici del ventennio, dopo i nostalgici degli anni d’oro del grande Real, dopo i nostalgici del- la Prima Repubblica abbiamo i nostalgici dell’Eipli. Come tutti i nostalgici, non solo sono fuori dall’azione ma, ovviamente, ricordano solo ciò che vogliono ricordare. A detta dei nostalgici, infatti, sembra che l’Eipli fosse una straordinaria macchina produttiva nelle mani della Basilicata. Ovviamente è un ricordo non corrispondente al vero, un po’ come tutti i ricordi dell’età dell’oro che nessuno sa esattamente dove sia ma tutto rimpiangono. L’Eipli non era della Basilicata, non la governavano i lucani. L’Eipli era un ente pubblico statale sottoposto alla vigilanza del Governo e si occupava di dighe e invasi. Non determinava le tariffe, non distribuiva nelle case, non riscuoteva le bollette, però, faceva debito talmente grandi da non poterli pagare.

LA LIQUIDAZIONE PERMANENTE

L’Eipli, di cui abbiamo riscoperto i nostalgici, era in liquidazione da più di un ventennio, non aveva soldi in cassa se non per pagare gli stipendi e qualsiasi versamento che il Governo avrebbe fatto o avesse voluto fare non sarebbe stato finalizzato al territorio ma alle esecuzioni dei creditori. Se sapessero o volessero leggere l’emendamento Urzì saprebbero che “Acque del Sud Spa” farà esattamente ciò che prima faceva Eipli, gestirà i grandi invasi, non determinerà né tariffe, né costi dell’acqua. Tariffe e costi saranno determinati esattamente come prima. La normativa in materia non è stata cambiata. Non era EipliI a fare le bollette, non sarà Acqua del Sud Spa a farle. Non era lucana Eipli, non è lucana Acqua del Sud SpA.

RIPULITA DAI DEBITI

L’unica differenza è che Acque del Sud Spa non avrà debiti. I debiti restano in capo ad Eipli. Da quando l’ente esisterà il Governo potrà versare i soldi sul conto corrente della società senza il timore di un pignoramento. Finalmente si potrà investire in infrastrutture. Gli unici a potersi lamentare sono i privati creditori di Eipli.

GLI INTERESSI PRIVATI

Ovviamente i cani di Pavlov ripetono che «l’acqua non può essere privata» e, in malafede, parlano facendo riferimento al fatto che è una Spa e che ci saranno soci privati. Mentono sapendo di mentire. Non solo, infatti, i soci privati saranno in minoranza ma, soprattutto, in un CdA di cinque membri tre saranno nominati dal Ministero tra i quali ci sarà il presidente, due dall’Assemblea nella quale la parte pubblica avrà almeno il 70% delle quote. Governerà la parte pubblica. Del resto basterebbe leggere bene l’emendamento per scoprire che si tratta di soci operativi che, ai sensi dell’art.17 del D.lgs 175/2016 hanno una partecipazione non decisionale ma soltanto legata alla gestione di un servizio-appalto. Insomma l’interesse del Privato sarà non di gestione generale ma di gestione particolare. Acqua del Sud Spa non sarà governata dai privati.

UNA DIMOSTRAZIONE DI MEDIOCRITÀ COMPLESSIVA

Finalmente, dopo giorni di silenzio, il centrodestra ed in particolare Fratelli d’Italia hanno preso la parola. Su iniziativa del Senatore Rosa anche gli altri due Parlamentari sono intervenuti con un comunicato stampa che chiarisce tutta la verità sull’operazione Acqua del Sud Spa ed evidenzia le cause tutte politiche del fallimento di Eipli, riconducibili a 12 anni di commissariamento in liquidazione accaduti mentre governava il Pd e per un pezzo il M5S. Una presa di posizione forte e decisa quella di FdI che zittisce tutte le prefiche della sinistra, responsabili dello sfascio di Eipli di cui adesso si ergono a paladini in una nostalgia alquanto irrazionale e irrispettosa. Quando vi parlano del pe- ricolo dell’autonomia differenziata, sappiate che il pericolo non è nella Legge in sé ma nella mediocrità complessiva di quelle che sono state le classi dirigenti meridionali che, soprattutto a sinistra, si accorgono che sta accadendo un fatto quando è troppo tardi per intervenire e, soprattutto, intervengono con dovizia di retorica e insufficienza di conoscenza. Il modo migliore per non fare i propri interessi. Il comunicato stampa dei Parlamentari di Fratelli d’Italia in questo senso segna un cambio di passo deciso verso una maggiore consapevolezza di Governo e verso una maggiore autorevolezza di classi dirigenti meridionali che non si limitano al pianto tardivo ma si sforzano di essere protagonisti. Un cambio di passo che si registra chiaramente in due elementi: l’attenzione alla sostanza e non alla forma e, soprattutto, il riconoscimento delle deficienze della classe dirigente locale. Il cuore della questione, infatti, è nel finale del comunicato quando si evidenzia come la Regione Basilicata deve adoperarsi, come non ha mai fatto, per valorizzare la risorsa acqua. Un j’accuse preciso che colpisce proprio chi tenta di coprire il vuoto pneumatico delle idee e delle azioni con la retorica del nulla. Nella speranza che questo cambio di atteggiamento produca un interesse anche fattivo i tutti gli interessi meridionali e della Basilicata. Esiste la questione meridionale solo perché fino ad oggi abbiamo avuto classi dirigenti subalterne ed incapaci. La speranza non può che risiedere in un atteggiamento diverso. I parlamentari lucani di FdI dimostrano di volerci provare. Ai nostalgici dell’Eipli lasciamo il diritto di rimpiangere il tempo del precariato lavorativo ed amministrativo.

Di Massimo Dellapenna

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