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L’ASSURDO CASO D’AMICO

Consigliere incompatibile, Cariello si attiene alla legge e solo in 5 lo seguono: maggioranza va sotto

Sulla incompatibilità dell’eletto consigliere comunale Donato D’Amico, a Scanzano Jonico sono avvenuti eventi paradossali. Una vicenda burocratica lineare, non può ricoprire la carica di consigliere comunale colui che ha un debito liquido ed esigibile verso il Comune, trasformata, dalla minoranza con l’ambigua complicità di pezzi della maggioranza consiliare, in un boomerang contro la maggioranza stessa, di cui D’Amico, sulla carta, farebbe parte. Il 30 giugno scorso è stata notificata al consigliere comunale D’Amico la formale contestazione di incompatibilità, così come rilevata dal Consiglio comunale tre giorni prima: al via i 10 giorni previsti per formulare osservazioni o per eliminare la causa di incompatibilità. Entro lo scadere, pertanto entro il 10 luglio, da D’Amico nessuna osservazione, né, tantomeno, dimostrazione alcuna di aver rimosso la causa di incompatibilità. Nel corso della seduta del Consiglio del 17 luglio, D’Amico, a un passo dall’out, ha rotto il silenzio comunicando di aver pagato 37mila e 482 euro relativamente alle cartelle sospese al Comune di Scanzano Jonico e di aver pagato, per le cartelle sospese presso l’Agenzia delle Entrate, 5 mila e 197 euro. Per D’Amico, incompatibilità rimossa. E invece no. Come da parere del dirigente del Settore Amministrativo-Contabile, al 18 luglio, risultava che la posizione debitoria da saldare ammontasse a 63 mila euro. Causa di incompatibilità non rimossa dato che è «solo il pagamento dell’ultima rata del piano di rateizzazione» ad estinguere il debito e, di conseguenza, a far cessare il conflitto d’interesse derivante dalla contestuale posizione di amministratore del Comune e debitore dello stesso. Nella seduta consiliare del 19 luglio, da votare, date le verifiche svolte, la dichiarazione definitiva di incompatibilità, ma D’Amico ha presentato un emendamento per proporre la sospensione del punto all’ordine del giorno perchè «in attesa», entro il giorno successivo, di un parere proveritate dal segretario della Città Metropolitana di Firenze, che «mi ha già anticipato che la mia posizione è super regolare». Secondo D’Amico, il parere proveritate di Paquale Monea, vecchia conoscenza della Regione Basilicata a guida centrosinistra, è stato Dirigente di prima fascia a via Verrastro, già dirigente al Dipartimento della Presidenza della Giunta tra il 2008 e il 2010, nonchè, sempre a titolo esemplificativo, Commissario delle Comunità Montane, l’avrebbe scagionato. Il sindaco Pasquale Cariello, unitamente a parte della maggioranza, in estrema sintesi, ha nell’immediato valutato come illogico l’emendamento ritenendo tra le altre cose, da ricordare i riscontri contabili fatti, non valido il parere di un segretario comunale di un Comune, nel caso Firenze, su una vicenda di un altro Comune, Scanzano Jonico. Per questo il sindaco Cariello e i consiglieri comunali Ugo Valicenti, Maria Ponzio, Vincenza Angela Natale, Francesco Puppio e Marzano Alberto, al momento della votazione dell’emendamento di D’Amico, hanno abbandonato l’aula. Lo stesso, seppur in palese stato d’obbligo all’astensione, non ha fatto D’Amico. I sette presenti, tra cui il consigliere con l’incompatibilità, hanno votato sì alla proposta di sospensione. Ieri, il Consiglio comunale in sessione straordinaria urgente sulla dichiarazione definitiva di incompatibilità del consigliere Donato D’Amico. La mossa estrema: dall’opposizione, in via pregiudiziale, chiesto l’annullamento del punto all’ordine del giorno. Non solo, la minoranza, insieme a parte della maggioranza, ha anche votato favorevolmente all’annullamento. Il sindaco Cariello e parte dei suoi, hanno espresso, invece, voto contario: «Siamo per la legalità». Ad ogni modo, approvato l’annullamento dell’ordine del giorno, il Consiglio non può più procedere alla dichiarazione di decadenza di D’Amico dalla carica di consigliere comunale. Il sindaco relazionerà al Prefetto di Matera dettagliando tutti i passaggi della vicenda dal 5 giugno scorso, le amministrative locali si sono svolte a metà maggio, a ieri. Il Prefetto, da parte sua, potrà promuovere la cosiddetta azione popolare per la decadenza del consigliere D’Amico per sussistenza della causa di incompatibilità. Burocraticamente, il sindaco di Scanzano Jonico, non risultano elementi di senso opposto, sembra proprio aver operato in maniera conforme ai dettati normativi inerenti alla tematica. L’inatteso, l’atteggiamento di parte della maggioranza. Il problema, di conseguenza, sembra essere di natura politica. Da una parte il sindaco Cariello con i consiglieri Valicenti, Ponzio, Natale Puppio e Marzano, che rivendicano l’aver agito per «portare avanti la bandiera della legalità». Se per legge un consigliere comunale non può svolgere il mandato elettivo, coerente oltre che doveroso, rimuoverlo dalla carica. Dall’altra, Fabio Massimo Sgarrino, Felicetta Salerno, Claudio Scarnato, Maria Dattoli, Stefania Zuccarella, Donato D’Amico e la presidente del Consiglio comunale Maria Giusy Altieri, che non si sa quale interesse abbiano tutelato sul caso della incompatibilità di interessi in capo a D’Amico. I numeri che emergono dalle vicissitudini in questione riportano due fazioni contrapposte, l’una, quella del sindaco Cariello, pari a 6 e l’altra, della presidente del Consiglio comunale Altieri, pari a 7. Per questo, in un video messaggio social, Cariello ha inviato un messaggio inequivoco: «Dopo anni di Commissariamento, Scanzano Jonico ha eletto un sindaco e l’Amministrazione non è caduta, ma se qualcuno ha intenzione di mandare a casa il primo cittadino e questa amministrazione si assuma le responsabilità di ulteriore Commissariamento perchè la comunità deve ricevere chiarezza e non può più nè attendere e nè stare dietro a certi sotterfugi».

Ferdinando Moliterni

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