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BEN AMMAR SCOPRE LA “PERLA DEL TIRRENO”

L’imprenditore arabo sbarca in Basilicata grazie al cinema: pellicole e opportunità. “Marateale”, D’Urso protagonista: «Tornerò presto, ma non dico dove»

Tarak Ben Ammar è un finanziere di fama internazionale capace di essere mediatore di affari globali che possano mettere in relazione Silvio Berlusconi e Rupert Murdoch, procurare finanziamenti ai palestinesi di Arafat, essere il manager di Micha- el Jackson, produrre i film che hanno modificato la storia del cinema. Tarak Ben Ammar è un tunisino, figlio di amba- sciatore, un uomo di mondo che incanta e affascina chi incontra. È stato lui a condurre Tom Cruise a Palazzo Chigi per un incontro con Giorgia Meloni. Tarak è quello che si dice “un uomo di mondo” Tarak Ben Ammar non sapeva nulla della Basilicata, di Maratea, del suo festi- val di Cinema, del Santa Venere prima dell’ultima kermesse della settima arte a Cannes. La Croisette è un luogo che semina amicizie e rapporti a margine di molti schermi e star. Nicola Timpone che ha l’ardire di chi sa osare restando umile, a Cannes è riuscito ad invitare a cena Tarak Ben Ammar in un ristorante allegro e molto Cinematografaro. Timpone che sa essere simpatico commensale ha raccontato a Tarak della sua Marateale e della Basilicata. «Preside’ posso invitarti. Sei nostro ospite». Dicono che quella sera Tarak Ben Hammar abbia sorriso a Nicola Timpone e abbia detto «Vedremo. Grazie». La sera del 26 luglio Tarak Ben Hammar è salito con passo felpato sul palco del Santa Venere di Maratea sorridendo alle luci della ribalta. Chi c’era ha ascoltato un arabo laico che in un italiano fluente e diretto ha incantato la platea. Schernendosi con ironia, ha esordito affermando che arrivando sul palco dopo Barbara D’Urso era difficile, non voleva annoiare e ovviamente ha tenuto scena. Tarak l’arabo. il produttore capace di creare il Gesù di Zeffirelli, quello sacrilego di Terry Jones, quello autoriale di Roberto Rossellini, ha candidamente ammesso: «Non sapevo nulla di Maratea, di questo magnifico posto, di questo bel festi- val. Vi ringrazio di questa magnifica occasione». Tarak Ben Ammar è un finanziere che ama sognare e coltivare passioni. Quando in Tunisia fece girare a Spielberg e Lucas “Indiana Jones” e “Guerre stellari” riuscì ad ottenere che in ogni reparto un giovane tunisino potesse avere un’esperienza sul campo. È stato in questo modo che Tarak ha creato una scuola di maestranze che ha fatto la storia del cinema.Tarak è un ottimista che nel nuovo che avanza a passo di Rete vede le opportunità di un giovane che in un sobborgo africano, in una steppa mongola, in un paese della Lucania può vedere su YouTube i capolavori del cinema, apprendere tecniche, diventare un regista. Per questi motivi Tarak Ben Hammar ha chiesto di poter tenere una master class, nata per suo desiderio, che ha tenuto per venti giovani fortunati discendi in quel di Maratea. Dicono che alla Marateale non c’era nessun assessore regionale lucano a salutare Tarak Ben Hammar, nessun parlamentare, neanche un consigliere comunale. Nessuno ha valutato le opportunità del territorio ad incrociare un personaggio di tanta visione e importanza. Al porto di Maratea hanno avvistato una barca di un cabotaggio elevato e che di solito si ammirano a Porto Rotondo o a Capri. È la villa galleggiante di Tarak Ben Hammar che è venuto a sua spese in Basilicata nobilitando un porto turistico in cerca di rilancio internazionale per aumentare le sue possibilità. L’altra notte hanno visto discutere a tardi sera sulla tolda della barca Tarak e Nicola Timpone parlare di cinema, di Mediterraneo e di sogni possibili. Dicono che a un certo punto della serata Timpone abbia detto a Tarak Ben Ammar una sua frase tormentone sulle capacità di un fesso di poter realizzare una casa con nulla. L’uomo dai cento milioni di dollari ha sorriso ringraziando Timpone, il suo nuovo amico che ha lo stesso nome del suo sodale Sarkozy. Questo è il cinema. Questa è la Basilicata. Grazie Marateale.

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