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PARCO FLUVIALE DEL BASENTO: UN PODEROSO BUCO NELL’ACQUA TRA IMMONDIZIA E TRASCURATEZZA

Prima del Covid l’area pedonale era diventata il vero attrattore della città di Potenza. Oggi è un luogo privo di cura tra acqua salmastra, frane ai bordi del fiume e cumuli di rifiuti

Qualche anno fa, prima che la pandemia stoppasse qualsiasi forma di socialità -specie quella dei giovani potentini di incontrarsi e far movida – il Parco Fluviale del Basento, posto in prossimità del fiume omonimo, era diventato, per quanto le famigerate temperature delle estati potentine lo consentissero, il vero attrattore, diurno quanto notturno, del capoluogo lucano. Un nuovo perimetro urbano che si snoda lungo le rive del fiume Basento, nella parte che taglia in due l’ex zona industriale di Potenza e che pare, all’epoca, il primo cittadino di Potenza definì le future “Rive droite” e “Rive gauche” lucane. Ma mentre nella parte di città che si trova a “destra” e “sinistra” della Senna si possono contemplare alcuni dei monumenti più famosi della capitale francese, dalla Torre Eiffel a Notre-Dame, lungo il Basento – malgrado scorra tra due significative strutture architettoniche, antitetiche tra loro, il Ponte San Vito e il Ponte Musmeci – quello che appare agli occhi dei potentini oggi è trascuratezza e degrado. Negli anni novanta era stato realizzato un primo camminamento, poi riqualificato e ampliato con una serie di interventi diffusi di miglioramento e manutenzione del Parco: interventi di ingegneria naturalistica per la creazione della nuova passeggiata; nuovo attraversamento ciclo-pedonale del fiume Basento con belvedere ambientale; nuova attrezzatura ricettiva, d’uso pubblico e servizi mediante la costruzione di piccole architetture. L’organizzazione funzionale dei luoghi del parco era stata, insomma, pensata per incentivare le relazioni con la città. I percorsi nascono dalle strade della città ed entrano nell’area del parco come un pro- lungamento dei percorsi urbani: la trama dei percorsi esistenti è stata integrata da nuovi collegamenti pedonali del ponte romano di S. Vito e dell’impalcato inferiore del ponte Musmeci, reso praticabile attraverso un percorso pedonale sospeso. Un intervento realizzato nell’ambito dei progetti POR Basilicata 2007 – 2013 per un importante recupero urbano inserito in un contesto nevralgico tra natura, attività e funzione pubblica. E in tale occasione è stato realizzato anche un ponte pedonale in legno che collega il camminamento con via della Fisica. Ma un po’ gli effetti del maltempo e delle forti piogge, prima del gran caldo, e un po’ l’assenza di un Piano programmatico che ne curasse e rivitalizzasse l’area in prospettiva della stagione estiva non hanno fatto che peggiorare le già persistenti criticità. Tra acqua salmastra, piccole frane disseminate qua e là ai bordi del fiume ed alberi letteralmente sradicati, uniti a cumili di immondizia. Tutte criticità che dovrebbe meritare un intervento risolutivo, che tarda ad arrivare nei me- si, se non negli anni. Insomma, ancora una volta, si insegue la mancata programmazione di opere sì avviate e realizzate ma a cui non viene permessa la valorizzazione costante e la cura di uno dei tanti luoghi dalla potenziale vocazione turistico-ricettivo degna di un capoluogo di regione quale dovrebbe essere la città di Potenza

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