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LUCANITÀ SARACENA TRA FOTO E POESIA

Il libro di Vincenzo Capodiferro

Il testo poetico “Lucanità Saracena. Tra poesia e fotografia” dei cugini Prospero e Valerio Cascini, il primo preside in pensione, residente a Castelsaraceno, il secondo avvocato, residente a Torino, edito da Monetti Salvatore, di Battipaglia, nel 2022, ha varcato confini inauditi: da Nord a Sud, dal salone del libro di Torino a Biandronno, in Provincia di Varese, ove risiede una folta comunità di immigrati lucani. Poi, l’8 agosto ad Episcopia, il 18 a Marina di Ginosa, organizzato da Rotary Club di Ginosa-Laterza, il 20 a Marsiconuovo. I sindaci lucani, Egidio Vecchione di Episcopia e Massimo Macchia di Marsiconuovo hanno plaudito all’iniziativa culturale. La Lucania ha un cuore grande, sparso per tutto il mondo. Dovunque si trovano i lucani, hanno conservato quell’abbarbicamento radicale, non hanno perso l’identità, fatta di gesti, di parole, di azioni. Come ha sottolineato il prof. Pasquale Casaletto, questa identità lucana, questa “lucanità”, bisogna ravvivarla, innaffiarla sempre. Prospero Cascini ha ricordato commosso la figura di un suo compagno di classe, Aulicino Gianuario, di Marsiconuovo, morto nel 1967. Non dimentichiamo che l’esperienza poetica ed artistica dei due cugini Cascini, comincia proprio trai banchi di scuola della primina del lontano, mitico, 1956, anno della nevicata eccezionale, quando si faceva scuola nelle case, col braciere e col maestro Amedeo Megale, fratello di Silvio, che aveva un negozietto in un vico del paese. Tutti ricordano. Prospero ha letto la poesia “Compagno di classe” ed anche una lettera antica che inviò, insieme a Filippo Corrado e Domenico Cirigliano, alla mamma. Non v’è dolore più grande per una mamma la morte di un figlio. L’editore Salvatore Monetti ha letto una lettera che il direttore del Convitto San Nicola di Lago- negro, il grande Salvatore Testa, aveva inviato anche egli alla madre di Gianuario: le lettere alla madre! Lagonegro è stata una fucina di formazione in altri tempi: vi erano collegi ove risiedevano gli studenti, retti da religiosi, ed oltre al San Nicola, ricordiamo quello fondato da Vittorino D’Alessandro, grande pedagogista lucano, originario di San Chirico Raparo. Come hanno sottolineato i due poeti il lucano è “un qualcosa di buono sempre e dovunque” e questa “lucanità” noi dobbiamo coltivarla, soprattutto noi che ci troviamo fuori, per motivi di lavoro, ma che la portiamo sempre nel cuore.

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