2 PICERNESI A NUOTO NELLO STRETTO DI MESSINA
«Appena è arrivata la “stanca” della corrente siamo partiti, nuotando per 3,6 km in 1 ora e 8 minuti»
Hanno attraversato a nuoto lo stretto di Messina, sono Gianpiero D’Antonio e Marco Fortunato, due ragazzi originari di Picerno.
Sì, dalle montagne lucane al mare della nostra penisola, i lucani non si smentiscono mai, ed in questo caso i due giovani hanno compiuto una vera e propria impresa, con tanto di certificazione. E non si tratta di “celebri” sportivi , bensì di due ragazzi che vivono e lavorano entrambi a Roma, Gianpiero è Medico e Marco Ingegnere, ma sono originari di Picerno, e anche dai paesi limitrofi chi gli è vicino è stato felice di festeggiare con loro il grande successo.
«L’idea dell’impresa è nata in piscina, allenandoci nel tempo libero e per hobby– raccontano a Cronache, e di lì sono poi giunti al fatidico appuntamento- alle ore 7:30 per il briefing insieme agli altri nuotatori, circa 30, per essere pronti alle 9:00. Appena è arrivata la “stanca” della corrente siamo partiti. Abbiamo nuotato per 1 ora e 8 minuti, percorrendo circa 3,6 km arrivando dall’altro lato a Villa San Giovanni. Si nuotava a rana e stile libero, in base alle preferenze e potendo alternarle. La certificazione la rilascia un’Associazione sportiva, A.S.D. TriRock».
Inevitabile chiedere loro cosa hanno pensato in quel lungo tragitto di oltre 1 ora, nelle acque libere, e così ci risponde Gianpiero: «Durante la traversata mi sono più che altro goduto la nuotata ed i colori del mare, che erano bellissimi. Certo, ogni tanto avevo l’impressione di non arrivare più, mi sembrava di essere sempre nello stesso punto, ma poi l’arrivo è stato magnifico. Tanta adrenalina e tanta soddisfazione nel tagliare il traguardo, anche perché molti ci avevo sconsigliato di partecipare, essendo “dilettanti”, ma la determinazione ci ha dato ragione, e poi la situazione era controllata, per cui ero tranquillo».
Anche Marco ci racconta l’esperienza vissuta: «Era la prima volta che nuotavamo tanto in mare aperto, ed all’inizio c’era ovviamente tensione su come sarebbe andata la traversata e come avremmo reagito all’acqua. Però poi, una volta presa confidenza con l’ambiente, mi sono sentito libero nel nuotare in mare aperto e quando mi sono avvicinato alla riva e ho visto il fondale, il senso di fatica ha lasciato spazio solo alla gioia».
Lo stretto di Messina è un braccio di mare che separa oltre a separare l’Italia peninsulare dall’isola di Sicilia e, più in generale, quest’ultima dall’Europa continentale ad ovest, collega i mari Tirreno e Ionio. Era noto nell’antichità come “Stretto di Scilla e Cariddi” dal nome dei due mostri omonimi di Scilla e Cariddi che secondo le leggende funestavano la navigazione tra Calabria e Sicilia. Nuotare in questo mare certo non è come nuotare in piscina, dovendo affrontare le correnti, le diverse temperature dell’acqua, vincere le difficoltà del il mare alto dove il fondo non si vede, se non per pochi metri dalla partenza e dall’arrivo). Nonostante tutto i due lucani ce l’hanno fatta brillantemente, e temerari, non si fermano al nuoto, ed a Cronache anticipano: «correremo anche la maratonina Roma-Ostia» e chissà che non stabiliscano un record da raccontare.