L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE OMAGGIA IL CENTENARIO VITO VINCENZO TELESCA
Potenza, fu prigioniero tedesco durante la 2° guerra mondiale
L’Amministrazione comunale di Potenza, con il sindaco Mario Guarente, ha omaggiato Vito Vincenzo Telesca, per il compimento dei 100 anni, festeggiati insieme all’affetto dei suoi cari. Un secolo trascorso tra lavoro e famiglia, superando le avversità del Secondo conflitto mondiale. «Il sindaco, in occasione dei 100 anni di Vito Vincenzo Telesca gli augura buon compleanno e lo ringrazia per il prezioso esempio offerto con la sua vita: prigioniero tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, reduce in Italia dopo 6 mesi di cammino, agente di polizia penitenziaria, marito, padre e lavoratore di grandi virtù» riporta la pergamena donata dal primo cittadino nella speciale giornata. A raccontare la sua intensa vita, sin dall’arrivo nel capoluogo a piedi, scappando dal campo di concentramento, è lo stesso Telesca che a Cronache narra così, sul filo dei ricordi, le pagine più importanti della propria vita: «Sono scappato dal campo di concentramento e a piedi ho raggiunto Potenza, era il 13 maggio del 1945 e ricordo che era domenica. Avevo una gioia incredibile, qui avevo lasciato mia sorella e non sapevo se fosse viva, se era qui o meno – racconta con emozione e prosegue – avevo dei pantaloni di coperta, sì, cuciti da una signora che prendendo una coltre dal letto, aveva realizzato quel paio di pantaloni per me, e così sono arrivato a qui nel capoluogo, col pantalone di coperta». Non manca di ricordare alcuni forti episodi: «Il Colonnello disse, quando partimmo da Tirana in Albania, che nella lunga traversata se il cavallo fosse morto, avremmo dovuto tagliargli il piede dove si trovava la matricola, e presentarlo, altrimenti 10 di noi sarebbero stati fatti fuori». Dopo tanta fatica, sacrifici e dolore giunge però anche una nota positiva, con «l’invito a lavorare per lo Stato». Telesca aveva già due figli, ma aggiunge: «Potevo averne anche di più di figli, ma quello era un regalo dello Stato, perché ero stato prigioniero. Potevo scegliere tra l’Arma dei Carabinieri, la Finanza o l’Agente di custodia, e così accettai. Sono stato 30 anni Agente Penitenziario». Oggi, con grande gioia, Telesca è circondato dal- l’affetto di familiari ed amici e dalla stima dell’Amministrazione comunale, che insieme hanno celebrato questo importante traguardo di vita, e lo stesso Telesca con un sorriso si congeda così: «A me 100, a voi tutti gli auguri per 200 anni»