«UNA BRUTTA VICENDA, È NECESSARIO FARE CHIAREZZA SU QUESTO EPISODIO»
Avigliano, il no della Chiesa al progetto Ministeriale d’accoglienza minori stranieri non accompagnati: le critiche del vice presidente della Provincia Pappalardo
Appresa la vicenda da Cronache Lucane, il vice presidente della Provincia di Potenza, Rocco Pappalardo, ha mostrato la volontà di approfondire la questione della mancata accoglienza di minori stranieri non accompagnati ad Avigliano. «Nel comune di Avigliano – ha dichiarato Pappalardo – si sta consumando una brutta vicenda in relazione alla ospitalità di minori stranieri non accompagnati ed appare necessario e opportuno che si faccia chiarezza su questo episodio». «Il rimpallo di responsabilità tra Comune e Chiesa locale – ha proseguito il vice presidente della Provincia di Potenza -, che finisce con il penalizzare, a leggere le cronache giornalistiche, chi avrebbe potuto ottenere il riconoscimento di un finanziamento per realizzare un momento di accoglienza professionale, e quanto mai necessario, in questi tempi di migrazioni spinte verso l’Italia e la Basilicata, non mi pare sia una bella pagina di accoglienza vera per la nostra regione. La Provincia di Potenza, vale la pena ricordarlo, con le sue buone pratiche ha messo in campo con i progetti Sprar azioni volte a favorire la formazione e la integrazione con le nostre realtà». Per potenziare il sistema di prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, nell’agosto dell’anno scorso, dal Ministero dell’Interno l’Avviso pubblico per la presentazione di progetti da finanziare con risorse europee del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (Fami) 2021-2027. Nella graduatoria definitiva approvata lo scorso maggio, soltanto 15 i progetti ammessi al finanziamento. Di questi 2 sono lucani, con rispettivi budget assegnati di circa 2 milioni e 950 mila euro ciascuno. Nella “classifica” finale, oltre ai 15 progetti ammessi a finanziamento anche 4 dichiarati, all’esito della valutazione, inammissibili. Tra questi, un altro progetto lucano: quello di Avigliano. Una ditta di Avigliano con un’associazione del terzo settore ha redatto il pro- getto indicando le modalità operative e predisponendo tutta la documenta- zione richiesta dal Ministero. La struttura che avrebbe potuto e dovuto ospitare fino a 30 minori stranieri non accompagnati, aveva, ed ha, si potrebbe aggiungere, come certificato a febbraio scorso dallo stesso Comune di Avigliano, tutte le carte in regola. Dopo il parere di idoneità per la struttura redatto dell’Asp, l’autorizzazione provvisoria. La struttura ricettiva extralberghiera in questione è, però, nella disposizione della parrocchia Santa Maria del Carmine, ad essa concessa dall’Ente comunale ante 2000, che, via convenzione, ha affidato la gestione dell’immobile ad una ditta tramite contratto e corresponsione di canone mensile, ovvero annuale. Il Comune di Avigliano per trasformare l’autorizzazione da provvisoria a definitiva ha chiesto espressamente la documentazione amministrativa regolante i rapporti di gestione della struttura tra la parrocchia Santa Maria del Carmine e la società che gestisce l’immobile. A questo punto, la lettera del parroco: «La Parrocchia non ha rilasciato nessuna autorizzazione» ad un utilizzo della struttura ricettiva per il progetto ministeriale, di conseguenza, come scritto dal prete al Comune, «si dichiara formalmente l’indisponibilità della parrocchia “Santa Maria del Carmine” di Avigliano a consentire l’utilizzo della struttura ricettiva per usi diversi da quelli attualmente in essere», che sarebbero quelli di albergo e ristorante. Il Comune a sua volta non ha rilasciato l’autorizzazione definitiva e, infine, il Ministero ha dichiarato, per questo unico docu- mento mancante, inammissibile il progetto. «Pare strano – ha rimarcato Pappalardo – che il tutto venga giustificato con la mancanza di autorizzazioni all’uso dei locali in una sostanziale incomprensione tra il Comune di Avigliano e l’istituzione ecclesiastica che ben conoscono i termini della convenzione di gestione della struttura. Il ruolo che la Chiesa dovrebbe avere in termini di accoglienza e solidarietà umana, va proprio in questa direzione unitamente ad un dialogo continuo dell’amministrazione comunale con gli attori istituzionali ed economici presenti sul territorio governando i processi per non perdere occasioni importanti che segnano la vita delle nostre comunità che da secoli hanno fatto dell’accoglienza e della integrazione la propria ragione di vita. Non è una crociata in difesa della identità di una comunità piuttosto che di un’altra, ma un segno dei tempi che deve riguardare le istituzioni e la comunità religiosa che avevano in fondo il dovere di aprire un confronto prima di chiudersi a riccio dietro la mancanza di un’autorizzazione su cui mi auguro si faccia chiarezza». «Si proceda con celerità a riaprire il dialogo – ha concluso il vice presidente della Provincia di Potenza, Rocco Pappalardo – preparandosi a garantire una vera accoglienza formativa ed integrante ai tanti minori che arrivano, ed arriveranno nel nostro Paese, proprio per dare anche un segnale forte di tenuta sociale dei nostri territori».