«ATTENDIAMO CHE BARDI CI CONVOCHI»
Battifarano (Confagricoltura) su Consorzio di Bonifica e criticità settore agricolo lucano
Per acclamazione, l’Assemblea regionale di Confartigianato ha confermato presidente per triennio Francesco Paolo Battifarano, titolare della omonima rinomata azienda vitivinicola-frutticola del metapontino. Data anche l’importanza del settore agricolo in Basilicata, l’intervista di Cronache Lucane al presidente regionale della più longeva organizzazione professionale agricola. Consorzio unico di Bonifica della Basilicata, Au Musacchio, elezioni consortili e volontà espressa dal presidente di Regione Bardi ad incontrare le associazioni di categoria… «Ringrazio il presidente Bardi per l’ottima sponda che ha offerto e non posso che condividere la necessità di un incontro per stabilire quale sia la giusta governance per il Consorzio. In questo momento, sull’Au Musacchio l’approccio di Confagricoltura Basilicata è “laicale” nel senso che prima di essere pro o contro di lui, ci interessa stabile come verranno affrontate le varie criticità del settore. La Regione deve fare la sua parte e le soluzioni non doveno essere a discapito degli agricoltori che già pagano, come nel caso dei canoni irrigui che non devono diventare non sostenibili. Non si può rischiare un ulteriore abbandono del comparto agricoltura. Grazie alle coperture regionali, il Bilancio del Consorzio è in pareggio, ma servono approfondimenti. Ci sono tanti crediti, ma anche debiti e tra questi debiti importanti, tra cui tutti quelli verso l’Eipli. Data la prevista istituzione dal 2023 di “Acque del Sud SpA”, sarebbe da conoscere quali azioni si intende intraprendere. Noi, comunque, attendiamo di essere convocati dal Presidente Bardi» In che stato è il comparto agricolo della Basilicata? «Il settore agricolo lucano ha delle eccellenze e in alcune produzioni è forte, come, per esempio, in quella delle fragole. Ci sono delle fragilità, tra cui una in particolare: i nu- meri. I piccoli numeri non facilitano di per sé l’accesso ai mercati. Bisogna essere scevri dal fare propaganda ed individuare le giuste strategie. Il problema non è produrre, ma produrre al giusto costo e individuare i mercati di sbocco» Numeri e mercati, su cosa devono puntare le aziende lucane? «Secondo Confagricoltura, la chiave di volta è l’innovazione: agricoltura di precisione e sostenibile, non solo dall’imprescindibile punto di vista ambientale, ma anche sotto l’aspetto socio-economico. Tutti gli elementi gestionali di un’azienda agricola devono essere in ordine perché se un’azienda ha i conti disallineati o produce, ma non riesce a trovare sbocco sui mercati è un’azienda destinata a chiudere. E quando un’azienda chiude, difficilmente riesce poi a riaprire. Per mantenere attive le aziende lucane, bisogna far sì che siano sempre più competitive. Sulla competitività qualcosa si è perso, ma il modo più efficace per recuperare è l’innovazione. L’innovazione, però, è operazione più facile per le aziende medio-grandi ed in Basilicata prevale la dimensione medio-piccola. Il fattore dimensionale è fondamentale nel senso che se non si dà l’opportunità di cogliere i vantaggi dell’innovazione, si dovranno fare i conti con una fetta crescente di aziende tagliate fuori dal mercato. Le dimensioni aziendali hanno ripercussioni varie. Il caso peronospora, per esempio, ha causato in Basilicata parecchi danni sono parecchi. Per le aziende ben strutturate, il danno, però, potrebbe essere relativo, direi “sopportabile”. Quando invece sono le aziende piccole ad essere colpite, il danno lo subiscono in maniera più marcata ed hanno anche minori difese e reazioni alla sciagura» Anche i costi influiscono sulla competitività aziendale… «Senz’altro. Oltre agli investimenti per l’innovazione, importante il fattore costi di produzione. Anche questo fa parte della competitività. Dopo l’emergenza pandemica, il conflitto armato in Ucraina ed altro hanno, per esempio, inciso sull’aumento dei costi dei concimi, che sta rendendo la vita impossibile agli agricoltori. Sembra che il grano valga di più, però costa anche molto di più produrlo. Innovazione e costi sono elementi da considerare unitariamente al fine della competitività di impresa. L’innovazione è una priorità. Per esempio, è stato un errore aver bloccato per lungo tempo la ricerca transgenica sulle piante. Oggi avremmo potuto avere piante più resistenti. L’innovazione, per questi e tante altre ragioni, è prioritaria. Bisogna avere il cuore alla storia e la mente all’azione e alla modernità, altrimenti non si è vincenti» Tra i costi, la manodopera. Ci sono difficoltà in Basilicata? «La manodopera è una criticità che forse potrebbe tuttavia diventare più risolvibile. Si potrebbero aumentare le quote innanzi- tutto, aumentando i flussi regolari. Non si può pensare che migranti debbano viaggiare in maniera anche avventuriera e a rischio della propria vita, per venire a vivere e lavorare in Italia e in Europa. C’è necessità che imparino velocemente la lingua e che siano formati ai lavori che servono. Ben vengano i regolari, e i flussi possono essere anche temporanei come fatto in altre nazioni quali Francia e Spagna con autorizzazioni di pochi mesi. Bisognerebbe anche organizzare un’ospitalità regolare in modo che anche la parte dei lavoratori agricoli stagionali non stanziali, spostandosi da un regione all’altra non abbia difficoltà di alloggio» Tra i problemi, non solo in Basilicata, l’emergenza cinghiali… «La fauna selvatica, con riferimento principalmente ai cinghiali, è una gran- de problematica. I cinghiali sono capaci di distruggere colture e produzioni differenti colpendo , per le capacità di spostamento che hanno, in diverse zone della regione e in momenti diversi dell’anno. Causano molti danni. Bisogna incentivare una lotta senza frontiere. L’abbattimento massivo è l’unica soluzione con smaltimento delle carcasse, da incenerire in tempi brevi e rapidi. Secondo noi la carne di cinghiale ha un modesto appeal commerciale. Bisogna essere pragmatici e non oppositivi. Bisogna vedere come si sviluppano le cose e leggere i cambiamenti della natura e del mercato» La politica e l’agricoltu- ra. Come dovrebbe essere l’approccio? «Secondo noi, i Governi al di là del colore della maggioranza politica, sono stati colpevoli di mancata programmazione. L’altro aspetto su cui la politica in senso generale deve migliorare è la capacità di intervento nelle emergenze che in agricoltura corrono a gran velocità. Serve rapidità di intervento e precisione.
Di A. Carponi