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A POTENZA NASCE “IL GIARDINO DI LINDA”

Domani l’inaugurazione, la madre presenterà il libro dedicato alla figlia. L’iniziativa per ricordare la 24enne Catalano morta in un incidente stradale nel 2022

Un incidente lungo la SS 658 Potenza-Melfi non le ha lasciato scampo. L’auto su cui viaggiava è andata a finire contro il guardrail e per Linda Catalano, 24 anni, non c’è stato nulla da fare. È morta sul colpo, all’alba del 23 aprile 2022, gettando nel dolore e nello sgomento un po’ tutta la città. I suoi amici dell’Oratorio il giorno dell’ultimo saluto, nella chiesa di San Giovanni Bosco a Potenza, un luogo che per lei rappresentava casa, tra le lacrime e gli sguardi protesi a cercarla tra le nuvole, l’hanno voluta omaggiare con foto di ricordi felici e questa frase, in particolare: «All’alba con le prime luci del giorno, hai seguito la luce dell’Eterno. Umanamente facciamo fatica. Davanti al mistero della morte restiamo muti. Proviamo a credere. Proviamo a farci forza. Proviamo a riempire il vuoto. Proviamo a scorgere che di quella Luce ne sei già piena. Vivi in quella luce. Ora sei luce. Come il girasole, ti sei girata verso la fonte della luce». Ma era quello solo l’inizio di una memoria ben più radicata. L’Associazione Insieme Onlus accordo con la famiglia ha, infatti, promosso una nuova iniziativa legata al suo nome e al suo ricordo perché Linda è un nome che nessuno vuole dimenticare a Potenza. Tant’è, c’è un giardino nel quale da domani verrà impressa una targa con il suo nome. Un nome che è spesso associato a diversi significati, la cui etimologia (“thiod”= “popolo” e “linde”= “tiglio”) riporta all’accezione di “difesa del popolo”. Ma uno delle sue espressioni più comuni è “bella” o “dolce”, evocando l’idea di una persona affascinante e graziosa. Un nome che in questi ultimi anni in tanti in città hanno imparato ad amare. Perché la 24enne potentina «era amata e ben voluta da tutti», così racconta a Cronache la madre Gianna Carriero. Un nome, che in ogni caso, le calzava perfettamente addosso, perché Linda, a detta di chiunque l’abbia conosciuta, ci racconta la signora Carrierro, «era sempre e comunque devota nell’aiutare gli altri». Ed è in questo filone che rientra l’omaggio pensato e progettato dai ragazzi della comunità terapeutica che, con l’aiuto di tecnici specializza- ti, hanno creato un angolo per lei «che ha lasciato un’impronta indelebile nell’associazione che frequentava per il Servizio Civile da quasi un anno», prosegue nel suo racconto la madre di Linda. «La sua era una vera e pro- pria dedizione al prossimo. A partire dalla sua assidua frequentazione dell’oratorio salesiano Don Bosco che ha inevitabilmente indirizzato anche la scelta dei suoi studi universitari». Nel 2017, infatti, s’iscrive alla Facoltà di Scienze dei Servizi Sociali a Salerno. Un’inattesa sospensione dei corsi la obbliga a trasferirsi all’Università del Molise. Nel mese di ottobre del 2020 consegue la laurea triennale in Scienze dei Servizi Sociali. Per proseguire, poi, la sua formazione con il corso di Laurea magistrale alla Facoltà “Politiche e Management per il Welfare” di Chieti, laurea che non fa in tempo a conseguire perché il 23 aprile 2022 sale in cielo. Successivamente, a febbraio, l’Università le attribuisce la laurea alla memoria (le mancavano solo tre esami). «Il giardino è ricco di fiori piantati dagli stessi ragazzi del centro – prosegue – affezionatisi a mia figlia ed occupatisi concretamente per la messa in opera del giardino». Un modo creativo di avvicinarsi alla natura e insieme di lasciare una traccia profonda del tempo trascorso in quel luogo. L’idea è di dedicarle un angolo immerso nel verde, intitolandole il giardino e lasciando così per sempre un segno del suo passaggio sulla Terra. Per ritrovarla di nuovo, in quel luogo per un momento di riflessione. O, addirittura, per una piccola preghiera in quella comunità che era diventata un punto di riferimento per Linda la cui memoria crescerà e si rafforzerà nel corso delle stagioni. Questo, insomma, il senso profondo dell’idea di dedicarle un luogo speciale: “Il giardino di Linda” che verrà inaugurato domani alle 17 a Potenza nei pressi di viale del Basento, presso gli spazi dell’Associazione Insieme. «Tutto questo, ovviamente – prosegue la signora Carriero – mi fa piacere anche se non mi restituirà mia figlia, ma io cerco di “interpretare” positivamente tutti questi gesti e segnali che rappresentano l’eredità che mia figlia a suo modo ha lasciato e sono sicura che ogni cosa che sto facendo a suo nome avrebbe la sua approvazione». Nell’occasione sarà dedicato uno spazio per la vendita del libro “Una ragazza di nome Linda” (Villani Editore)scritto dalla sua mamma Gianna Carriero. Il libro è composto da quattro sezioni. La prima sezione (“Vivo nel mio diario”) riporta le pagine del suo diario. Altre due sezioni (“Vivo nei vostri ricordi” e “Vivo nei vostri pensieri”) invece riportano le toccanti testimonianze di parenti, amici e compagni di scuola e di vita. «Cerco di porta- te avanti quello che lei ha iniziato a fare e l’idea del libro è nata perché, trovando sulla sua scrivania un suo dia- rio, sfogliandolo giorno dopo giorno, mi sono fatta forza nel cogliere il senso di quelle parole impresse su quelle pagi- ne: per lei il mondo appariva sempre bello, a prescindere. Aveva il dono dell’ascolto e dell’empatia e nonostante la sua giovane età aveva una maturità tale da lasciare sbigottiti. Era solita ripetermi nella sua semplicità spesso le parole “mamma non è la fine del mondo” ogni qualvolta accadevano i normalissimi problemi della vita che accadono a ciascuno di noi. E penso sempre a questa frase nei momenti di sconforto, ché tutto è risolvibile nella vita eccetto, è il caso di dirlo, la morte. E questo è il suo lascito e il messaggio che attraverso le sue parole vorrei trasmettere con questo libro soprattutto ai giovani: di essere più sereni e positivi. Di prendersi cura di sè e degli altri per rifiorire sempre. Come simboleggia quel tatuaggio che mia figlia aveva voluto imprimersi sul braccio», conclude nel suo racconto commosso la madre. Tant’è, “Il giardino di Linda” non può che essere la sintesi di tutto questo.

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