I SINDACI MECCA E GENTILESCA SI ATTIVANO PER LA STRADA A SCORRIMENTO VELOCE CHIUSA DOPO L’82
«Uno schiaffo in faccia rispetto al denaro pubblico già speso su questa strada» e «un’opera strategica per il Marmo Platano e le contrade di Potenza»
Si parla tanto di infrastrutture, si discute di isolamento dei territori, si snocciolano i problemi dei cittadini delle aree interne lontani dai servizi del capoluogo potentino, le Amministrazioni lavorano per il turismo e per contrastare l’abbandono dei paesi da parte dei pendolari per lavoro e per studio, eppure poi sono proprio le infrastrutture a rendere tutto più difficile. Le abbiamo raccontate più volte dalle colonne di Conache, queste grandi opere, chilometri di asfalto su cui nascono piante invece che scorrere auto e mezzi di tra- sporto. Incompiute, o vere e proprie cattedrali nel deserto, terminate e mai utilizzate. Lo sanno bene i sindaci di Avigliano, Giuseppe Mecca e di Ruoti, Franco Gentilesca che accendono i fari su una strada a scorrimento veloce, che lo stesso Mecca definisce «uno schiaffo in faccia rispetto al denaro pubblico già speso su questa strada (in gran parte già esistente e recuperabile), una delle più grandi incompiute che la Regione Basilicata annovera e che merita oggi di essere riportata in cima all’agenda politica locale» e per Gentilesca «un opera di straordinario interesse per tutte le nostre comunità». «Un progetto che risale al 1982, una strada realizzata e poi immediatamente crollata su se stessa. Abbiamo realizzato il progetto per il recupero della strada a scorrimento veloce che dal bivio di Bancone collega l’area industria- le Serra Ventaruli con la SS 658 Melfi/Candela/Bari sul lato Nord e con la dorsale Metaponto/Taranto e Saler- no/Reggio Calabria sul lato Sud – spiega Mecca – Un’infrastruttura che reputo determinante per il presente e per il futuro di Avigliano, perché significherebbe non solo dare respiro ad un’area territorialmente vasta che da Avigliano guarda anche alle comunità di Ruoti, Bella, Baragiano, Balvano, con risvolti di- retti sul piano dello sviluppo economico, industriale ed occupazionale, ma anche de- congestionare la SP 6 per San Nicola che oggi conta il transito di circa 5000 autoarticolati all’anno, con le gravi conseguenze per la tenuta di una strada che evidentemente non è idonea a questo utilizzo. Nei prossimi giorni il contenuto degli elaborati verrà preliminarmente sottoposto all’attenzione della Regione Basilicata ed anche del Ministero, con l’obiettivo di poter ottenere quanto prima il finanziamento necessario al recupero di quella che reputo l’opera più importante di cui Avigliano possa dotarsi nei prossimi anni». Il sindaco di Ruoti aggiunge: «Sono 6 km di strada che permetterebbero in altrettanti minuti di arrivare da Serra Ventarulisulla s.s. 658 Potenza- Melfi. Un risparmio di almeno mezz’ora per raggiungere la 658 Po- tenza-Melfi da Ruoti. Noi da Baragiano andiamo verso Avigliano e da lì ci agevolerebbe per raggiungere la Po- tenza-Melfi, invece ci troviamo costretti a fare il giro da Potenza oppure andare da San Cataldo di Bella, scendere ad Atella e da lì prendere al Potenza-Melfi. Insomma siamo costretti a fare strade di campagna o strade comunali, quando avremmo una strada a scorrimento veloce che faciliterebbe ogni spostamento, tagliando nettamente i tempi di percorrenza da oltre 45 minuti a poco più di una ventina. È dunque un opera strategica di collegamento di tutto il Marmo Platano, ma anche per le contrade della Città di Potenza. Con la Regione Basilicata ed il Ministero bisogna dialogare per dare immediate risposte a tutto questo territorio. Un impegno preciso nell’interesse di tutta l’area deve essere immediatamente consumato per non perdere ulteriore tempo e risorse in questo momento particolare. Dopo il 1982 tutto rimase fermo, fu poi aperta per alcuni mesi e richiusa per alcuni crolli. Con il collega di Avigliano da alcuni mesi ci stiamo lavorando, Mecca ha dato mandato all’Ufficio tecnico di lavorarci, consci che non ci aspettiamo interventi importanti per riprendere tutto, ma il tracciato ci sta, va rimesso in sicurezza , vanno tolti muri divelti e sistemate le frane, così da aprirla, seppur a velocità ridotta e cominciare a dar vita a questa strada di collegamento, sperando che tra PNRR, fondi e Ministero si riesca a trovare il modo di aprirla»