REGIONALI, APRE IL CENTRO
I consiglieri regionali Baldassarre, Sileo, Giorgetti, Braia e Polese ufficializzano patto federativo. Cdx o csx, riserva non sciolta: l’apporto determinerebbe la vittoria della coalizione
Mentre nel centrodestra si litiga, nel centrosinistra si gioca a fare ammuina e il PD rinuncia ad ogni supremazia, la lista dei vescovi gioca con se stessa nel tentativo di diventare un polo di attrazione la prima mossa la fanno al centro. Braia, Polese, Sileo, Giorgetti e Baldassarre comunicano di aver avviato il processo per la nascita di un progetto politico di centro, di un’area moderata. Un processo federativo che nasce nelle istituzioni da uomini delle istituzioni che hanno la certezza già consolidata di avere un bagaglio di preferenze e di consenso.
VERSO DOVE ANDRANNO?
Il centro moderato, ovviamente, è un luogo cangiante della politica. Non ha una collocazione già predeterminata, può scegliere dove collocarsi e con chi dialogare e, di solito, decide la partita. Si, perché, seppure è vero che il voto moderato non è più quello dei bei tempi della balena bianca, seppure è vero che si assiste ad una sempre più spigliata e progressiva accelerazione radicale della politica e dell’elettorato, è anche vero che il voto di centro è quello che determina di solito la vittoria. Perché, ovviamente, se l’elettore di destra voterà sempre a destra o al massimo si nasconderà nel non voto e la stessa cosa farà l’elettore di sinistra, quello che determina la vittoria è proprio l’elettore moderato, quello che non ha un convincimento già ben preciso e sceglie sulla base dell’offerta politica. E’ un elettorato che non trovi sulle bacheche di facebook, non fa politica, non si schiera, non parla quasi mai di politica ma esiste ed è determinante. Lo è sempre stato è sempre lo sarà. La mossa tattica di Braia, Polese, Sileo, Giorgetti e Baldassarre è una mossa di sopraffina intelligenza politica, di arguta strategia e denota una visione di prospettiva di chi sa di poter determinare gli equilibri.
VERSO IL CENTRODESTRA?
I sondaggi danno in netto vantaggio il centrodestra. Un netto vantaggio, però, non è una vittoria certa. Infatti, sulla vittoria del centrodestra (nell’immediato in Basilicata ma in futuro anche per ciò che concerne gli equilibri politici del futuro) pesa come un’incognita la crisi esistenziale ed elettorale di Forza Italia. Il centrodestra, come tutti ricorderanno, nacque intorno alla brillante intuizione di Berlusconi che costruì il suo partito non soltanto come cerniera tra la destra del MSI e il secessionismo leghista ma anche con la consapevolezza che il vuoto lasciato dall’omicidio giudiziario del pentapartito, doveva in qualche modo essere riempito. Fino a pochi anni fa il centrodestra ha avuto sempre una trazione centrista che la crisi di Forza Italia e la successiva morte di Berlusconi hanno messo fortemente in crisi spostando gli equilibri prima a favore di Salvini poi di Meloni. In Basilicata la distanza anche fisica che intercorre tra la visione nazionale del segretario ragionale e le questioni locali rischia di avere effetti ancora più deflagranti. In questa ottica bene farebbe il centrodestra a coltivare il rapporto con i neocostituiti centristi per non far disperdere quel bagaglio elettorale.
VERSO IL CENTROSINISTRA?
Non può, però, sfuggire all’analista che tre consiglieri su cinque della nascente aggregazione hanno una collocazione all’interno dell’opposizione mentre solo Sileo e Baldassarre sono parte della maggioranza. In particolare, se la tardiva proclamazione di Giorgetti non consente di costruire una sua visione politica, Braia e Polese hanno sicuramente una provenienza dal centrosinistra. Entrambi hanno già governato con il PD e dal PD provengono anche se hanno lasciato la casa madre per seguire Renzi. Va dato atto che da molto tempo i due non hanno più un’opposizione preconcetta e precostituita nei confronti del Governo Bardi e, anzi, in molti casi hanno anche avuto un ruolo di estrema utilità per garantire la governabilità regionale quando la litigiosità del centrodestra rischiava di mandare tutto all’aria. Resta, però, la possibilità di un ritorno di fiamma a sinistra. Del resto anche il centrosinistra ha l’esigenza di coprire il vuoto al centro: il Partito Democratico di Schlein sembra una riproduzione in salsa ideologica del sessantottinismo di massa e la cosiddetta lista dei vescovi appare più una chimera tattica che un vero e proprio progetto politico. Certo è che ora il boccino della vittoria è anche nelle mani di questo raggruppamento di centro. Decidere la collocazione può determinare la vittoria di una delle due coalizioni.
I BIZZARRI EQUILIBRI IN CONSIGLIO REGIONALE
La legislatura volge lentamente al termine ma certamente sarà da chiarire come si collocherà in questo ultimo spezzone di legislatura questo nuovo soggetto politico. Farà un unico gruppo consiliare e adotterà un’unica linea politica o prenderà strade diverse? Una prova non indifferente considerato che Baldassarre esprime direttamente il Direttore Generale di ARPAB, Dina Sileo è stata eletta nella Lega quando il partito di Salvini era il motore della coalizione di centrodestra. Se la politica è l’arte del possibile, questo nuovo soggetto politico rende possibile qualsiasi cosa e sicuramente si pone come arbitro sia negli equilibri politici dell’ultimo scampolo di consiliatura sia per la composizione del prossimo consiglio regionale. Sta a loro il difficile compito di gestire gli equilibri senza perderli.
Di Massimo Dellapenna