DETENUTO TENTA DI IMPICCARSI IN CELLA, VIENE SALVATO DALLA POLIZIA PENITENZIARIA
È il secondo episodio in venti giorni nel carcere di Potenza, l’allarme del Sappe: «Troppi disagi, necessari interventi urgenti»
Venti giorni fa un tentativo di impiccamento sventato dalla Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Potenza, ieri sera un altro detenuto dello stesso Istituto penitenziario, nigeriano di 25 anni, in attesa di primo giudizio, dopo aver generato un litigio con il compagno di cella, in serata è stato tratto in salvo dal personale di Polizia Penitenziaria potentino dopo che il venticinquenne metteva in atto un serio tentativo di impiccamento nella propria cella, probabilmente preso da un momento di sconforto e di instabilità pscicologica, creando un cappio mediante un lenzuolo tagliato e annodato. La notizia viene data dal segretario regionale della Basilicata del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) Saverio Brienza, che non smette mai di esprimere il plauso del primo sindacato di categoria, a donne e uomini della Polizia Penitenziaria che nonostante le difficili condizioni di lavoro e la grave carenza di risorse, ancora una volta, attraverso l’Ispettore Marco Lombardo, il Sovrintendente Peppino Garramone e l’Assistente Capo Coordinatore Matteo Messuti, sabato sera il tentativo di suicidio di F.T., sventato solo grazie all’intuito e alla prontezza dei Baschi Azzurri del Carcere di via Appia non si è concretizzato, che hanno captato in tempo le intenzioni del detenuto, il quale allo stato è sorvegliato a vista in una apposita sezione del Carcere potentino. «I suicidi nelle carceri sono un fenomeno sempre più in crescita – afferma il Sappe – spesso dovuti a molteplici fattori del sistema penitenziario italiano, generati da criticità che potrebbero trovare soluzioni attraverso riforme e interventi che richiedono un impegno concreto della politica e dell’Amministrazione Penitenziaria, ormai avvolta da una difficoltà gestionale senza precedenti e se molti eventi non si verificano, anche di particolare gravità, è solo grazie all’impegno incondizionato degli operatori penitenziari che operano negli Istituti, in particolar modo al Corpo di polizia penitenziaria, così come ieri sera, conclude Saverio Brienza, che l’elevato senso del dovere dei tre poliziotti penitenziari, hanno scongiurato l’intento suicidario e non hanno permesso che la lista dei decessi per suicidio in carcere aumentasse ulteriormente». «Non si sanno le ragioni dell’insano gesto dell’uomo: in ogni caso, il dato certo è che la scelta di togliersi la vita è originata da uno stato psicologico di disagio. È un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari», dice il segretario generale del Sappe Donato Capece. Per il leader del Sappe «l’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti di Potenza, dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. E si consideri che negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 23mila tentati suicidi ed impedito che quasi 175mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze», aggiunge. «Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti», conclude Capece, che chiede al Capo dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, «interventi concreti per risolvere le criticità delle carceri lucane, che hanno bisogno di fatti concreti»