EIPLI, I CONTI DELLA RISORSA IDRICA
Il Commissario Decollanz: «Acque del Sud progetto visionario con solide radici». «Con risanamento, Aql sta pagando i debiti: non è così per il Consorzio di Bonifica»
Torniamo ad occuparci di Eipli ed Acque del Sud Spa, e lo facciamo con il Commissario Straordinario dell’Eipli, Ente Irrigazione Puglia Lucania Irpinia, Luigi Decollanz che ospite di Cronache ha fatto il punto della delicata “situazione acqua”, dal Commissario stesso definita «storica» ed affrontata «col massimo sforzo nel difendere una risorsa preziosa, quale è l’acqua». Decollanz ha radici paterne lucane, precisamente di Irsina, nel materano, è iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma, ex Ufficiale della Marina Militare Italiana, ex Vice Procuratore Onorario presso la Procura della Repubblica di Bari, esperto di Diritto Pubblico e Diritto commerciale Internazionale e rappresentante della American Chamber of Commerce in Italy. Cronache ha seguito nel tempo le vicende di Eipli e Acque del Sud, fino al recente incontro pubblico del Comitato “A difesa dell’acqua e dei diritti dei Lucani”, con Sindaci di Spinoso e Senise, comuni macro fornitori dell’acqua Lucana.
Al Commissario Straordinario chiediamo subito, come ha trovato l’Eipli da un punto di vista contabile?
«L’ho trovato in una situazione decisamente difficile, senza voler usare il termine disastrosa. Consideriamo che quando io sono stato nominato, la prima cosa che ha dovuto risolvere è stato un pignoramento di circa 80 milioni di Euro che gravava sui conti dell’Ente e che di fatto paralizzava in maniera pressoché totale l’attività finanziaria dell’Ente, e non parliamo soltanto del pagamento degli stipendi, ma anche del pagamento della singola utenza elettrica per esempio. Dall’altra parte vi era una situazione altrettanto imbarazzante, quella di crediti non riscossi: mi sono trovato quindi ad avere subito una paralisi dei conti correnti mentre dall’altra una assoluta inottemperanza a quelli che erano gli obblighi dei nostri debitori, e ancora oggi l’Ente avanza circa 60 milioni di Euro da debitori che non hanno voluto onorare, e continuano a non onorare, il proprio debito. Quindi una situazione delicatissima a cui si aggiunge anche una situazione esplosiva dal unto di vista del contenzioso, sia nei confronti di soggetti terzi, sia all’interno dello stesso Ente. Ricordo che i primi giorni di lavoro sono stati molto intensi e ricordo benissimo che noi il 24 dicembre abbiamo smesso di lavorare alle undici di sera per tornare dalle nostre famiglie. Ma dalla metà di novembre, da quando mi sono insediato, fino a quel momento noi abbiamo lavorato praticamente 24 ore su 24»
Ci spiega cos’è Acqua del Sud Spa?
«È un progetto visionario ma che ha solide radici e fondamenta all’interno di quella che è la programmazione dell’erogazione idrica nei confronti del Sud, ed è un progetto che finalmente ha superato il problema dell’EIPLI. Noi sappiamo che l’EIPLI è stato costituito nel 1947, quindi affonda le radici nel tempo, dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, dal 1989 era Commissariato. Quando ho assunto l’incarico ci siamo ripromessi con il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, di mettere fine a questo “strazio”, se così vogliamo dire, istituzionale, che aveva generato non tanto e non solo una serie di problemi di carattere tecnico giuridico, all’interno dei territori in cui l’EIPLI operava, ma alla lunga stava compromettendo in maniera pressoché definitiva quella che era la longevità degli impianti: infatti l’incuria dovuta alla mancanza di liquidità ed anche una gestione non dl tutto mirata, diciamo, alla salvaguardia dell’EIPLI, aveva ed ha generato molti problemi sui nostri invasi, tant’è che oggi noi ci ritroviamo a invasare un po’ meno della metà dell’acqua che invece dovremmo. Questo ovviamente va a scapito di tutti i territori della Basilicata in particolare, ma anche di tutti gli al- tri territori serviti dallo schema idrico. Noi ci siamo ripromessi di rifunzionalizzare gli impianti, Acque del Sud ha questo incipit, un incipit moderno, efficiente, una norma che prevede la completa regolazione della vita del Soggetto nuovo che andremo a costituire e che prevede anche l’inserimento di un socio di minoranza che ci aiuterà a regime, non solo ad efficientare i processi di produzione laddove intendo anche l’implementazione di quelle che sono le risorse energetiche che andranno poi a sostenere la tariffa idrica che noi daremo ai no- stri clienti finali che sono i consorzi acquedotti ed alcune industrie».
Le forze di opposizione in Basilicata hanno sostenuto che con Acque del Sud Spa la Basilicata perde il controllo delle dighe. Ci può dire se ad oggi, esiste un controllo delle Regioni su Eipli?
l’Eipli non è mai esistito, non fosse altro perché, come dice- vo poc’anzi, l’Eipli è stato costituito quando le Regioni ancora non c’erano, parliamo del 1947 e arrivarono solo parecchi decenni dopo. Quindi non c’è mai stato né un controllo delle Regioni, né tanto meno una influenza delle stesse, se non di carattere politico, dovuto a quelli che erano i rapporti di natura politica tra coloro i quali hanno governato il territorio nel corso degli anni. L’Eipli è stato da sempre sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Agricoltura, ed è facile capirne il perché visto che nasce come Ente Irrigazione, quindi era preposto fondamentalmente allo sviluppo dei territori agricoli, cosa che poi effettivamente c’è stata, grazie all’intervento di Cassa Depositi e Prestiti. Questa versione dunque, secondo la quale l’Eipli era sottoposta al controllo delle Regioni, io non trovo davvero motivo per sostenerla. Vorrei anche aggiungere che, senza entrare nel tema politico, nel corso di questi decenni che hanno accompagnato un commissariamento dell’Ente fino ai giorni nostri, non c’era certo il Governo di centro-destra alla guida del Paese, né tanto mento alla guida del Governo delle Regioni, pertanto ci sarebbe anche da domandarsi che cosa è stato fatto quando forse le forze di opposizione sostengono che erano sotto il controllo della Regione. Quali sono gli elementi tangibili che hanno poi portato ad una gestione dell’Ente. Tuttavia, dato che non è nostro costume fare polemica, mi limito a dire che questa asserzione non trova fondamento». Quali sono le concrete prospettive dei lavoratori di EI- PLI nel futuro di Acque del Sud ? «Le prospettive sono rosee, non solo per i lavori, ama anche per i lavoratori. Noi oggi per la prima volta nella storia dell’Ente abbiamo stabilizzato 40 lavoratori, la maggior parte dei quali sono lucani, e di questa cosa sono particolarmente orgoglioso avendo radici lucane. È questo un provvedimento che ha dato stabilità anche alla prospettiva di gestione dell’Ente: sono 40 famiglie che finalmente trovano soddisfazione nei sacrifici fatti negli ultimi anni, e voglio anche sottolineare che sono tutti lavoratori che a norma di legge, avevano già maturato da anni il loro diritto ad essere stabilizzati, ma evidentemente in precedenza questa circostanza non era stata ritenuta sufficientemente importante da doverla affrontare. Io invece che ci tengo moltissimo ai miei lavoratori, è uno dei primi provvedimenti che ho chiesto al Governo Nazionale, e la stabilizzazione è stata consentita grazie e soprattutto all’attività legislativa. Noi siamo intervenuti più volte, da un punto di vista legislativo per correggere quelli che erano i deficit dell’Ente, tra cui anche quello dei lavoratori da stabilizzare, fino ad arrivare alla norma che poi ha generato Acque del Sud. Per quanto riguarda i lavori invece ci stiamo già attrezzando con una progettualità molto importante, abbiamo in previsione una spesa iniziale di 50 milioni di Euro per la rifunzionalizzazione degli impianti: riportarli quindi a quello che era il loro splendore iniziale, e noi abbiamo degli impianti bellissimi, di grande caratura che vengono studiati dalle più importanti facoltà idrogeologiche d’Europa. Abbiamo ospitato studenti da Rotterdam, da Parigi; Stiamo portando avanti una politica di comunicazione anche all’interno della Comunità Europea, adesso facciamo parte di “Water Europe 24”, ci sono insomma tutta una serie di iniziative che continueremo a coltivare. Abbiamo anche una progettualità straordinaria che verrà portata avanti grazie anche al contributo delle Regioni. Ecco, qui sì che le Regioni saranno fondamentali, perché attraverso l’utilizzo dei fondi FSC, sicuramente avremo la possibilità di interagire con loro in una ottica di grande sviluppo e di grande apertura di quella che sarà Acque del Sud»
Avviandoci a concludere la nostra intervista non possiamo farle che quest’ultima domanda, le tariffe dell’acqua verranno aumentate?
«Questa è la classica domanda da 100milioni di dollari. Io però voglio essere chiaro su questa domanda, perché mi viene posta a tutti i livelli, sia ministeriali che regionali e locali: le tariffe che noi oggi applichiamo ai nostri fornitori, essendo noi dei “grossisti” di acqua non vendiamo al singolo cittadino, ma al singolo cittadino arriva attraverso i nostri fornitori; In questo momento noi abbiamo delle tariffe tra le più basse d’Europa, se non del mondo. Vendiamo acqua all’uso agricolo a 0, 015 centesimi, vediamo l’acqua all’uso potabile a 0,028 e vendiamo l’acqua all’uso industriale a 0,20. Capite che è una tariffa assolutamente insostenibile che vedrà sicuramente un aggiornamento, ma sarà calmierato sia dall’ingresso del socio privato che attraverso l’implementazione delle risorse energetiche ci aiuterà a tenerla bassa, sia attraverso un processo di efficientamento che noi abbiamo già avviato all’in- terno dell’Ente e che sarà trasferito ad Acque del Sud, che ci consentirà di applicare un adeguamento minimo, fermo restando il fatto che le tariffe sono del 1999. Detto questo, pur facendo l’ipotesi peggiore, che non accadrà, ovvero del raddoppio della nostra tariffa, e sottolineo che non accadrà perché stiamo ragionando su un aumento della nostra tariffa tra il 50 e 60% della tariffa che tradotto in termini nelle tasche degli agricoltori e dei cittadini parliamo di poche decine di euro l’anno, di differenza rispetto alla bollettazione attuale, sempre che i nostri fornitori poi l’acqua ce la paghino, ed io su questo, in conclusione vorrei aggiungere che abbiamo molto apprezzato quanto successo in Acquedotto Lucano, il quale attraverso un opera di risanamento che abbiamo seguito da vicino, è riuscito a rientrare se così vogliamo dire, tra i nostri migliori clienti. Che vuol dire in termini pratici, al di là del fatto che finalmente oggi paga, regolarmente, l’acqua che noi gli forniamo? Significa che Acquedotto Lucano, come magari sarà per Acquedotto Pugliese, in prospettiva non saranno più, e ce lo auguriamo e ci stiamo lavorando, dei semplici fruitori della nostra risorsa idrica a livello Sud (difatti si chiamerà Acque del Sud), ma vengono visti oggi come veri e propri partner strategici di Acque del Sud spa. Stessa cosa ahimè non posso dire del Consorzio di Bonifica della Basilicata che purtroppo ci deve ancora 36 milioni di euro e fin quando non ci spiegherà cosa ne ha fatto di tutti questi soldi, resterà un pessimo cliente».