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TRA BARDI E CHIORAZZO C’È FOLLIA

L’intervista con la legge regionale il cdx si avvantaggia: più schieramenti più facile vincere. Volt sarà il terzo schieramento: «Da soli per rompere il vecchio schema del dualismo»

Eustachio Follia, passato da giornalista, rappresentante regionale di Volt partito europeista del postmoderno. Molte battaglie sociali e politiche. Alle regionali ci saranno fuori dagli schieramenti. Abbiamo cercato di capire con un’intervista a tutto campo.

Nella politica lucana da un po’ di tempo sentiamo parlare anche di Volt. Non ci sono già ab- bastanza partiti?

«Più che partiti, ci sono molte sigle e qualche slogan, ma a tenere le redini della politica in Basilicata sono sempre le solite cinque o sei persone, da diversi decenni a questa parte. E sembra che non abbiano alcuna voglia di farsi da parte, interpretando tutte le parti in commedia: a volte sono maggioranza e vestono i panni dell’istituzione, altre volte sono opposizione, e quando non li vediamo in prima persona agiscono sotto mentite spoglie, facendo parlare altri al loro posto. In realtà, partiti che fanno politica al di fuori delle logiche di posizionamento dei soliti personaggi non ce ne sono da tempo. Ecco perché c’è Volt»

Mi faccia un esempio?

«Abbiamo portato all’attenzione dei lucani, per la prima volta d po 40 anni, la situazione dell’università, che assorbe ogni anno decine di milioni di soldi pubblici. E’ un pozzo senza fondo che ha completamente fallito la sua missione; naturalmente grazie alle connivenze della politica. Noi abbiamo alzato il velo e stiamo spingendo per costringere il sistema a mettersi al passo con gli altri atenei italiani ed europei».

Tra qualche mese ci saranno le elezioni regionali. Volt si presenterà?

«Quattro anni fa abbiamo portato anche in Basilicata l’esperienza del partito paneuropeo. Iniziando da Matera e poi guardando all’intero territorio della Basilicata. In questi anni abbiamo ascoltato le persone e abbiamo fatto una analisi profonda sullo stato della nostra regione; abbiamo parlato innanzitutto con i ragazzi, che sono tutt’altro che distratti e sono stati loro a darci una spinta decisiva».

Follia ancora questa favola morettiana dei giovani?

«Al contrario di quello che si crede, i giovani hanno un giudizio severo su quello che ha prodotto la politica in Basilicata negli ultimi anni: formule e schemi vecchi, e nessuna competenza. Se prima Volt era appena un rigagnolo, la capacità di espandersi è stata sorprendente: oltre agli iscritti, ci sono quasi 250 volontari, in 56 comuni lucani. Il ruscello può diventare un fiume in piena.»

In pratica che significa?

«Ci presentiamo per rompere il vecchio schema che vive sulla finzione del dualismo centrodestracentrosinistra»

Sta dicendo che andate da soli alle elezioni: non rischiate di restare schiacciati tra le due coalizioni?

«Assolutamente no, anzi, siamo convinti del contrario. Loro si contendono quello che ormai rappresenta appena il 50 per cento dell’elettorato, chiedendo voti per situazioni di potere, di relazioni strette (o, se volete, di clientele), per promesse o addirittura ricatti. Ma c’è l’altra metà degli elettori, quelli che aspettano solo una proposta seria, basata su idee e progetti concreti e che veda protagonisti innanzitutto i giovani: questo è l’elettorato di Volt, e noi abbiamo il coraggio per cambiare tutto, per hackerare un sistema operativo obsoleto e inefficiente, incapace di aggiornarsi».

E il Movimento Cinque Stelle? Un dialogo con loro?

«Quando vanno avanti il qualunquismo e il populismo, grazie ai voti assicurati da Beppe Grillo e Giuseppe Conte, il risultato non può che essere negativo, portando al potere persone che molto spesso (con le dovute eccezioni) non hanno nessuna competenza e a volte nemmeno un mestiere. La conseguenza è che l’unica loro preoccupazione è quella di mantenere la poltrona conquistata, perché la maggior parte di loro il giorno dopo le elezioni non saprebbe nemmeno cosa fare»

Comunque lo sa che la corsa solitaria è un grosso rischio, anche perché la legge elettorale regionale premia le coalizioni.

«E’ vero, è una legge elettorale pensata per l’autoconservazione. Centrodestra e centrosinistra hanno voluto un sistema che tutelasse quei cinque o sei soliti personaggi, introducendo soglie di sbarramento per chi non si allea con loro e rendendo difficile l’elezione di altri candidati. Noi abbiamo studiato la legge elettorale per trovare quegli spazi che ci consentiranno non solo di partecipare, ma anche di capovolgere le loro certezze. Volt romperà lo schema».

Ma Volt è di destra o di sinistra?

«Noi stiamo laddove stanno la difesa dei diritti, l’innovazione, la sostenibilità, la conoscenza, il protagonismo e le opportunità per i giovani. Sono temi di matrice progressista, ma bisogna essere innanzitutto coerenti. Non serve dichiararsi di sinistra se poi si sta in giunta con la Lega di Salvini, come fanno i Verdi al Comune di Matera»

Abbiamo spesso sentito Volt parlare di università, quali sono le altre questioni che vi stanno a cuore e da mettere in un programma?

«Siamo preoccupati dall’esodo in- cessante dei ragazzi lucani: qui non parliamo più di spopolamento bensì del rischio di estinzione della Basilicata»

Questa è la denuncia di tutti. Mi dia delle proposte?

«Sappiamo come invertire questo trend, perché c’è un desiderio forte di tornare all’identità dei luoghi e alle radici; se il genius loci è diventato trainante in tante realtà, anche europee, non vedo perché non debba esserlo in Basilicata. Potrei fare un elenco che comprende anche la valorizzazione dei luoghi e delle risorse, ma per fare questo serve migliorare l’efficienza e la capacità amministrativa, ad esempio attraverso un programma serio di digitalizzazione integrata degli enti locali. Serve puntare sui servizi, perché tagliando sanità, trasporti, istruzione e servizi alle imprese costringiamo i lucani ad andare laddove l’offerta è migliore. E poi, ribaltando l’approccio alla spesa dei fondi di coesione, concentrandosi sui progetti giusti e tenendo conto che la Basilicata è un territorio che si trova tra due regioni dinamiche, come la Puglia e la Campania. La risposta, da parte di Volt, è la stessa di prima: con coraggio, autonomia e indipendenza, rompiamo i vecchi schemi».

Di Paride Leporace

 

Andrea Mattiacci

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