NEL “CALARSI LE BRAGHE” A PERDERCI SONO TUTTI
L’intervento di Nicola Savino
Se “Fratelli d’Italia spara a salve” di Massimo Dellapenna- su Cronache del 12 settembre scorso -manca forse qualcosa per convincere l’altro Campo a sostituire il Generale, di nome e di sistema? Non basta un che l’11 si scappella nella riunione di Giunta che avrebbe dovuto segnare la defenestrazione in applicazione delle freschissime “condanne” di Galella e di Quarto? (Questi, a differenza del primo, confluito in una maggioranza “conveniente” –costituitasi, cioè, quasi tutta di convenuti nel Partito di moda; l’altro, fondatore e prima punta del- l’antica Destra)- Insomma, circolava notizia che Bardi avrebbe posto l’aut aut: o mi confermate fiducia e ricandidatura in questa sede, o mi dimetto all’istante e vi mando al voto. E però, la falange di maggioranza relativa, “personaggi senza spina dorsale (secondo il columnist ).. in cerca di fortuna più preoccupati di garantirsi un’altra settimana bianca (sic!)… nell’assessorato ..ha(nno)”cambiato idea. Hanno avuto paura di dover o promettere o subire lo scioglimento; e quindi, per “attaccamento indecoroso alla poltrona”, si è anticipata la sotto- missione anche da chi “si occupa di agricoltura” e però ne apprende per gentile convocazione del Capo. Dietro a quel Bardi“….ed ai suoi attendenti, gli alleati si sarebbero ridotti a “scodinzolare obbedienti”. Altro che Bruto e Cassio, o il “quoque tu ..….fili mi”! Qui Dellapenna se la prende come con tanti Bruti che si “calano le braghe”. E però, se questi sentimenti da un proprio partigiano, non siamo forse nella stessa condizione psicologica che spinse contro Cesare? A difesa della Repubblica, contro la curvatura autoritaria che il Capo imponeva a Roma o perché la propria fazione non ha saputo abbattere Cesare? E’ quel che accade anche dalla parte del Capo quando l’unico potere che conti è nel Governatorato! Sostituita la Presidenza con un Cesare (art 48 secondo comma dello Statuto Regionale) si scatenato passioni radicali sia a Destra, sia tra chi si presenta in alternativa: nel senso primordiale del “levati tu che mi metto Io”. Un pomo della discordia che sfascia le coalizioni e le riempie di risentimenti; che riduce i Consiglieri, come ora, a “caravan serraglio” che, o danno ma- no ad una congiura o si riducono a “scodinzolare obbedienti”: e dunque a non aver titolo ad un qualche programma per il Territorio che lo esprime se non per magnanima concessione di Colui ch’è Cesare e cui dunque non si può che obbedire. Con in più la conseguenza che il misero Consigliere, molto probabilmente, non é più nemmeno votato dall’Area di provenienza. Insomma, con il sistema dell’elezione diretta e dunque del Governatorato, ci perdono tutti: in prima battuta , ad eccezione di Cesare, che però infine subirà il tradimento); perde la Destra al potere che, come trascritto, s’infuria e obbedisce per evitare lo scioglimento (con la sola possibilità di rimangiarsi la ricandidatura alla fine naturale della Legislatura, le conseguenti delusioni, odi, rancori per il tradimento); perde il Campo alternativo anzitutto per la difficoltà di aggregarsi proprio intorno al Candidato Cesare e poi perché , oltre alle dinamiche descritte per la Destra, scattano i risentimenti ed il non voto, la non solidarietà nella competizione elettorale. Questa si trasforma in generale per la caccia al consenso: dal Bardi che cerca la rielezione, a suon di Bonus; e per l’antagonista che mobilita tutte le amicizie e inventa altri più altisonanti bonifici. Da entrambe le parti a danno delle casse pubbliche e dei servizi primari: pagando Pantalone, brutta Sanità…viabilità sconnessa, ferrovie inesistenti , niente formazione professionale ,scadente agricoltura, scarsa cura di territorio ed ambiente….accoglienza-integrazione inadeguata.. aggravarsi dello spopolamento ..etc. E ciò, senza considerare le dinamiche nazionali, laddove con alta probabilità- un Referendum deciderà di modificare la Costituzione con il Premierato sostenuto dalla Meloni (in correlazione con l’autonomia differenziata della Lega). La nostra Destra si troverà in vantaggio ideologico con la schema autoritario del Governatorato; il Campo alternativo, ove continuasse a non correggere l’errore del Governatorato che per anni ha coltivato e che in definitiva, ripetuto nei Comuni, l’ha sfarinato nei partiti e nelle alleanze, cadrebbe addirittura in una plateale incoerenza: perché soltanto a livello nazionale no? Insomma, una matassa ingarbugliata per tutti, ma letale per l’Alternativa (che non può definirsi di Sinistra, perché dovrebbe esser un’aggregazione ancora non chiara): che, intanto, non sembra nemmeno volersi porre questo problema!
Di Nicola Savino